“Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo,….questo Castello risulta di molte stanze, alcune poste in alto, altre in basso ed altre ai lati. Al centro, in mezzo a tutte, vi è la stanza principale, quella dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e l’anima….Tornando ora al nostro incantevole e splendido Castello, dobbiamo vedere il modo di potervi entrare”. In questi paragrafi estratti dal Castello Interiore, scritto da Santa Teresa d’Avila nel 1577, la Santa afferma che Dio dimora nel centro della nostra anima ed è possibile arrivare a Lui con la pratica della preghiera.
Il Castello della sua visione è un’allegoria dell’anima umana che è divisa in sette stanze. Ogni stanza corrisponde a un grado di elevazione spirituale, così come ogni tappa del percorso espositivo concepito da Gian Maria Tosatti, rappresenta un differente grado di ascesa dell’anima. Dopo La Peste, realizzata nel 2013 nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano ai Banchi Nuovi nel cuore dei Quartieri Spagnoli e Estate, nel 2014, nell’ex Anagrafe Comunale in Piazza Dante, in quest’ultimo progetto, a cura di Eugenio Viola e realizzato negli ex Magazzini del Sale al porto, l’artista sostituisce alla cruda metafora politica della seconda tappa e alla disperazione del peccato e della malattia della prima la pulsante spiritualità di un percorso teologico volto alla comprensione della figura del diavolo.
Lucifero è il nome di questa terza tappa, in cui ci si addentra, sempre in solitario come è nelle installazioni site specific di Tosatti, nei due piani abbandonati degli ex magazzini portuali, dove solo la cifra 3 dorata e in carattere gotico indica che al di là della saracinesca di metallo arrugginito inizia l’affascinante percorso di comprensione del male. Viviamo in un mondo duale, dominato dal crudele contrasto degli opposti – ricchezza e povertà, bellezza e bruttezza, intelligenza e stupidità, bontà e cattiveria e così via fino alla fine dei nostri giorni dilaniati fra bene e male, ma constatare lo “status quo” non basta per capire la natura del male. Gian Maria Tosatti con questa sua ultima fatica (lavorare in spazi così grandi comporta impegno fisico e sforzo intellettuale per costruire la struttura morale e teorica che regga il lavoro) ci fa riflettere sulla natura del diavolo che simbolicamente è la rappresentazione del male assoluto in quanto si oppone a Dio.
In Estate si partiva dall’assunto che il male non esiste per sua volontà, ovvero quando l’uomo non compie il bene per inerzia si genera il male, oppure essendo il male l’assenza di bene questo si compie perché c’è l’errore. L’uomo che dovrebbe essere programmato, in quanto umano, per fare il bene quando compie il male fallisce come “uomo” e diventa meccanico, o meglio diabolico. Capire la figura del diavolo è stato per Tosatti un lungo percorso che ha preso forma negli spazi abbandonati e fatiscenti degli ex-magazzini che l’artista ha concepito come una doppia basilica sul modello di quella francescana di Assisi (Basilica Superiore e Inferiore) in cui Dio rinchiude Lucifero, il suo arcangelo più bello, il portatore di luce, dopo averlo cacciato dal paradiso.
Lucifero, generato da Dio, desidera essere come il suo Creatore, ma questo desiderio non può funzionare con Dio che è l’Assoluto, primo motore immobile che tutto muove. Lucifero, ribellandosi, compie un errore di natura teologica perché pensa di essere simile a Dio, ovvero non “creatura creata”, ma “creante”. Lucifero osa quindi opporsi al Padre e per questo è punito per l’eternità. Nel giudaismo le antiche divinità planetarie dei popoli mesopotamici, fra cui Ishtar (Venere=Lucifero) o Marduk (Giove), furono considerati demoni, cioè angeli decaduti e secondo una tradizione extra-biblica riportata nel libro di Enoch essi furono precipitati nel deserto e conficcati sotto un cumulo di pietre.
Lucifero è il nome classicamente assegnato a Satana dalla tradizione giudaico-cristiana e più precisamente è considerato essere il nome di Satana prima che Dio lo facesse precipitare dal Cielo. Dio quindi non distrugge Lucifero, non lo fa sparire ma, al contrario, lo tiene perché decide che Lucifero rappresenta l’errore, quindi il male e tenendolo, Dio fa agli uomini il suo più grande regalo: il libero arbitrio cioè la possibilità di conquistarsi la salvezza con le proprie mani, faticando per fare il bene e sfuggire alle lusinghe del male. Lucifero è quindi condannato da Dio ad essere il supremo tentatore e infatti appare ad Eva sotto forma di serpente e con le sue lusinghe la fa cadere nell’errore, privando l’umanità dell’Eden, il Paradiso dell’assenza di dualismo e quindi dell’assenza della sofferenza. Anche secondo il filosofo, esoterista e pedagogista Rudolph Steiner, Lucifero è colui che dona al genere umano il libero arbitrio offrendo la mela ad Eva e Dio si serve del Diavolo affinché l’uomo possa raggiungere l’elevazione e la salvezza.
Dio caccia dunque il suo arcangelo di luce dalle sfere celesti e lo esilia in una prigione di parole che sono quelle che lui stesso ha osato pronunciare quando si è ribellato al suo Creatore. Le grandi lettere gotiche alte un metro e dipinte a foglia d’oro ornano come un fregio ininterrotto il perimetro dei due piani degli ex-magazzini, sono 600 metri quadri di scritte dorate che ingabbiano Lucifero alla sua eterna dannazione. Le frasi sono tratte dal Libro del profeta Isaia (Is 14.12-14) : “…voglio salire in cielo e mettere il mio trono sull’astro celeste ed essere simile all’Altissimo…”; della Genesi 3.5: “… Dio sa che nel giorno che ne mangerete , i vostri occhi si apriranno , e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male “; e dal Nuovo Testamento quando Satana tenta Gesù che, dopo il battesimo, digiuna per 40 giorni nel deserto e gli dice (Matteo 4.9) “… ti darò tutto questo se cadrai in ginocchio e mi adorerai…”.
Come sottolinea Rudolph Steiner, Lucifero è il Tentatore per eccellenza, che agisce nell’interiorità dell’uomo per destarvi passioni malsane, mentre Satana lavorerebbe dall’esterno per vincolare l’umanità alla terra, sovrintendendo allo sviluppo di mezzi mondani e tecnologici al fine di occultare le sue origini spirituali. Dio assegna quindi al diavolo il compito più ingrato, ovvero mettere l’uomo davanti alla crisi, cercare di farlo cadere, dividendo (la parola diavolo deriva dal Greco diabolos “colui che divide”) senza nessuna pietà i dannati dagli eletti. Lucifero presenta agli esseri umani la via della dannazione come la più semplice e piacevole ed è per questo che la salvezza dell’anima si compie attraverso le asperità della sofferenza. L’uomo però è costretto per la sua natura a perseguire il bene che è difficilissimo da raggiungere ma che siamo obbligati a cercare di ottenere per esaudire l’imperativo della nostra umanità.
Le finestre della basilica in cui Gian Maria Tosatti ha rinchiuso Lucifero sembrano piangere verso l’esterno, alla ricerca della luce e del sole che ora gli sono negate per l’eternità. All’interno dei Magazzini si sente la nostalgia della luce, il pavimento del primo piano e ricoperto da cumuli di polvere, due stanzette ci introducono in un basso napoletano, che è la rappresentazione dell’umanità fatta da un Lucifero che cerca di capire l’uomo senza riuscirci. Il televisore in bianco e nero perennemente acceso manda in loop pezzi di film cioè di vita degli uomini, come se il diavolo cercasse di conoscere l’uomo guardando la sua rappresentazione, sul fornello acceso c’è una pentola vuota e nella camera da letto metri e metri di pellicola fuoriescono da un vecchio baule. Il secondo piano è illuminato da una serie di candele e di lampade che si riflettono sul soffitto come se fosse una costellazione, le lettere d’oro rifulgono e lungo i muri di questa basilica superiore il diavolo ha conservato le reliquie degli angeli che dopo la ribellione sono caduti con lui e che sono periti. Sono delle vetrine in metallo dove sono conservati i corpi imbalsamati di una serie di volatili, che sono la rappresentazione dei martiri del diavolo. In fondo al piano rifulge una stanzetta interamente ricoperta al suo interno di foglia d’oro, è la cameretta di un Lucifero bambino con un lettino e un panchetto da studio con un libro per ragazzi (Il padrone del mondo di Jules Verne) e un quaderno in cui il diavolo ha ricopiato a mano le parole di Dio mentre diceva a Giobbe: “dov’eri tu mentre io accendevo le stelle?”. Sul pavimento si apre una piccola voragine da cui si guarda il cielo come se ci trovassimo alla fine dell’imbuto dell’inferno dantesco da cui si intravede il cielo stellato.
Questo terzo lavoro di Gian Maria Tosatti è catartico e ci fa capire come il male sia necessario per permettere all’uomo, se vuole diventare tale, di trovare la forza per rifiutarlo. Se, come scrive Santa Teresa, l’uomo deve conquistare le vette dell’ascesa interiore allora il diavolo, creatura al servizio dei piani di Dio, è il male necessario per ottenere il bene attraverso la via più difficile e dolorosa.
Il progetto Sette Stagioni dello Spirito è promosso e organizzato dalla Fondazione Morra, con il sostegno della Galleria Lia Rumma, in collaborazione con Regione Campania, Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, Assessorato al Patrimonio del Comune di Napoli, Seconda Municipalità del Comune di Napoli, Vicariato della Cultura della Curia di Napoli, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per Napoli e Provincia, Accademia di Belle Arti di Napoli, Fondazione Ordine Ingegneri Napoli, Autorità Portuale di Napoli e ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee.
L’ingresso è riservato a uno spettatore per volta, come spesso accade nel percorso dell’artista, che intende l’esperienza della fruizione di un’opera come una performance privata e immersiva. Lucifero è visibile fino al 12 luglio, è consigliata la prenotazione al numero: 081.19812354
Paola Ugolini
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la dualità è sempre unità.....quindi, dio è anche il dia-volo, il male è anche il bene, lux-cifero è anche il creatore della religione cristiana.....il due è uno,scrivevano platone-plotino, l'origine del dualismo degli opposti è l'unità di essi, quindi, gli pseudo-opposti si mostrano nel mondo apparentemente, separati, ma sono identici......la gnosi neoplatonica sapeva questo, il cristianesimo invece è stato un ritorno alla mistificazione duale non unitaria.....