Ma cos’è la Radioarte?

di - 30 Giugno 2003

Come gli artisti di opere figurative utilizzano la tela e la tavolozza di colori per creare un prodotto artistico, così i radio artisti usano il mezzo radiofonico per creare e diffondere le proprie opere d’arte sonora. Radio pubbliche e private, tedesche, australiane e canadesi, commissionano queste opere da trasmettere sulle proprie frequenze, ognuna con richieste diverse in base alla propria linea editoriale. Ci sono produttori che richiedono opere narrative in cui la lingua, la frase e la parola costituiscono gli elementi della composizione artistica e nelle quali il testo è puramente acustico mentre il contenuto perde quasi di importanza. Cambiano le connessioni logiche del racconto, che non è più lineare, quindi non è necessario tradurre un’opera per comprenderne il senso. Un’altra forma che può assumere la radio arte è rappresentata dalla straordinaria opera radiofonica di Alvin Curran, Crystal Psalms, uno dei pilastri della storia della radio arte, composta per sette gruppi orchestrali collegati in diretta da sette città europee in occasione del ricordo dell’anniversario della terribile Notte dei Cristalli. Ma i radio artisti non appartengono necessariamente al mondo della musica: sono scrittori, tecnici o registi che vogliono cimentarsi con le potenzialità sonore radiofoniche. Le composizioni di radio arte sono create da tutti i suoni che esistono al mondo: naturali, artificiali, registrati dal vivo o sintetizzati dalle macchine. La “ABC” australiana, ad esempio, è specializzata nei ritratti acustici di città o paesaggi naturali mentre in Austria, “Kunstradio”, produce progetti legati alla tecnologia e alle nuove contaminazioni mediatiche in continuo sviluppo.
Originariamente la radio arte nasce dal radiodramma. La sceneggiatura de “La guerra dei mondi” di Orson Wells è, infatti, considerata un’opera di radio arte: l’annuncio dell’arrivo sulla terra degli alieni invasori è stata una narrazione, decisamente ben progettata, che ha ottenuto i suoi clamorosi effetti grazie alla descrizione live degli eventi che si stavano svolgendo ma anche grazie alle voci fuori campo e ai rumori inseriti con sapienza per rendere ancora più realistico il resoconto del giornalista agli ascoltatori. È un’opera certamente narrativa ma con elementi acustici registrati e accuratamente studiati. Una testimonianza di queste origini deriva dall’Austria e dalla Germania in cui il radiodramma è detto hörspiel, mentre per definire la radio arte si parla di hörspiel sperimentale, per sottolinearne il valore più acustico che contenutistico.
Una questione che resta, infine, da chiarire è se un’opera di radio arte possa essere considerata parte del patrimonio culturale di una nazione. In Canada, paese all’avanguardia per quanto riguarda questo tipo di produzione artistica come in tutti i paesi molto estesi in cui la radio ha contribuito a creare l’unità nazionale, il Canada Council riconosce la radio arte come una legittima forma d’espressione artistica da sostenere in ogni modo possibile. Se l’artista che ha composto la radio arte in questione è canadese e la creazione è unica proprio per i suoni che essa incorpora, l’opera artistica deve venire valorizzata in quanto prodotto nazionale.
In Italia, negli anni Ottanta, “Audiobox”, un programma sperimentale di Radio 1, produceva e trasmetteva opere di giovani radio artisti italiani che attualmente sono riconosciuti e valorizzati a livelli internazionali. Tuttavia, oggi nel nostro paese mancano gli spazi dove proporsi, così come manca il grande pubblico. La radio arte è diffusa prevalentemente dalle radio locali in quanto radio community: il rapporto diretto e, grazie a Internet, biunivoco e istantaneo con il pubblico permette di proporre, sperimentare e saggiare immediatamente gli interessi degli ascoltatori. Alcune radio si “estendono” sul territorio andando oltre le trasmissioni organizzando delle serate in cui critici, artisti e ascoltatori si incontrano in una manifestazione dedicata alla radio arte e ad altre forme di contaminazioni quasi fosse un happening. A livello nazionale è evidentemente più complesso realizzare eventi di tale portata ma quello che si auspica è che ci si renda conto del fatto che, come sosteneva Kubrick, le immagini hanno dato il massimo e che la nuova frontiera delle produzioni artistiche è il suono; senza dimenticare che la radio sa trasformare il suono in immagine.

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