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A Genova un cartellone pubblicitario fa discutere: ma è l’opera di un artista
Progetti e iniziative
A Genova è comparso di recente un grande manifesto pubblicitario in via Cantore, una delle vie più frequentate della città, il cui contenuto ha da subito catturato l’attenzione dei cittadini, diventando rapidamente oggetto di dibattito e di numerose critiche. «Alla conquista della Superba. La spesa a pochi passi da te», recita lo slogan che annuncia quella che sembra essere l’imminente apertura di un nuovo supermercato a marchio SCAM, nel cuore del centro storico genovese. Tuttavia, ciò che a prima vista appare come un comune annuncio pubblicitario, cela sotto mentite spoglie l’opera S.C.A.M. dell’artista belga Elias Cafmeyer, presentata all’interno di Divago Art Festival 2024, il festival biennale di arte urbana community-based promosso dall’associazione Wanda e curato del collettivo Mixta, che si svolgerà dal 26 al 29 settembre.
I nove artisti selezionati per l’edizione di quest’anno – Alice Paltrinieri, Chiara Mecenero, Collettivo Shibboleth, Daniel González, Elias Cafmeyer, Gaia Coals, Greg Jager, Luca Conte aka Gerolamore, Isabella Nardon & Jacopo Noera – dopo essere stati in residenza nell’antico ghetto ebraico genovese, restituiscono alla cittadinanza, in occasione del Festival, una visione partecipata e viva del quartiere, delle culture che lo abitano e delle contraddizioni che lo attraversano.
Elias Cafmeyer si inserisce perfettamente all’interno di queste pratiche grazie a una ricerca artistica che si distingue per la creazione di installazioni site-specific nello spazio pubblico, spesso realizzate con il coinvolgimento delle persone. È infatti attraverso il confronto diretto con il comitato dei cittadini di Via del Campo, una delle vie più significative del centro storico, che Cafmeyer ha potuto realizzare S.C.A.M., nata dall’ascolto di pensieri, opinioni e critiche di chi quel quartiere lo vive tutti i giorni. L’artista belga ha selezionato un dettaglio tra i tanti temi che interessano i cittadini, ovvero la copiosa espansione dei centri commerciali a Genova, e lo ha portato all’attenzione pubblica appropriandosi artisticamente dello spazio pubblicitario, parte integrante del patrimonio visuale urbano.
Attraverso questa operazione, l’artista è riuscito a mettere in luce una questione delicata per l’opinione pubblica «Accendendo gli animi di chi difende tradizioni e identità territoriali dall’avanzata del consumo di massa generalizzato e indistinto», dichiara l’associazione Wanda. Il tema centrale affrontato nell’opera risulta infatti particolarmente sensibile per la cittadinanza genovese, che non ha tardato a esprimere il proprio disappunto e a criticare la presunta iniziativa commerciale rappresentata nel manifesto.
Nonostante le numerose reazioni polemiche sollevate, S.C.A.M., così come Elias Cafmeyer, il collettivo Mixta e l’intero Divago Art Festival, non ha alcuna intenzione di prendere una posizione a riguardo. Sebbene l’opera d’arte porti inevitabilmente con sé implicazioni politiche, il suo obiettivo non è affatto quello di polarizzare il dibattito.
«La politica ha il compito di chiudere le questioni, prendere posizione e risolvere i problemi. L’arte, invece, è auspicabile faccia l’opposto: sollevare interrogativi e lasciare la questione aperta, senza schierarsi. Lo spazio dell’arte dovrebbe rimanere libero dalle prese di posizione», sottolinea Arianna Maestrale, una delle curatrici del collettivo Mixta.
L’intervento conseguito dall’artista belga è naturalmente molto delicato e va senza dubbio oltre la semplice provocazione, rivelando una ricerca artistica profonda che si intreccia con i temi dell’informazione, della comunicazione e delle polarizzazioni politiche nel terreno spesso dato per scontato dello spazio visuale pubblico e dei social network.
È proprio questo il tessuto su cui si fonda l’etica e l’estetica del lavoro promosso e portato avanti da Divago Art Festival, il cui obiettivo principale è rendere l’arte realmente accessibile alla comunità.