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MARX per 24 ore: il nuovo film di Olaf Nicolai trasmesso in anteprima mondiale
Progetti e iniziative
di redazione
Da Mosca a Monaco, da Tangeri a Montevideo, dall’isola capoverdiana di Fogo a Roma. Sarà un giro del mondo, in 24 ore, cioè la durata di MARX, film di Olaf Nicolai che sarà trasmesso in contemporanea in diversi spazi in tutto il mondo, da mezzogiorno del 21 settembre al mezzogiorno del 22. Una prima visione totale, come un sole artificiale che, nel momento dell’equinozio autunnale, unificherà i fusi orari diffondendosi attorno alla Terra.
Nell’ambito della sezione SUPPLEMENTO, il MACRO di Roma sarà tra le 16 istituzioni in tutto il mondo a ospitare la 24 ore del MARX di Olaf Nicolai. Le altre istituzioni partecipanti, in ordine di fuso, sono Times Museum, Guangzhou, MAUDI, Tbilisi, Al Ma’mal Foundation for Contemporary Art, Gerusalemme, Garage Museum for Contemporary Art, Mosca, Goethe Institut Sofia, Locus Athens, Atene, Gropius Bau – Haus der Kulturen der Welt, Berlino, Haus der Kunst, Monaco, Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz, MGML – Museum and Galleries of Ljubljana, Lubiana, Cinémathèque de Tanger, Tangeri, ICA. Institute Of Contemporary Arts, Londra, Fogo Island Arts, Isola di Fogo, SUBTE – Centro De Exposiciones, Montevideo, Villa Aurora, Los Angeles.
Il film è incentrato sul ritratto del monumento a Karl Marx realizzato dall’artista Lew Kerbel e inaugurato nel 1971 in quella che allora era Karl Marx Stadt, oggi Chemnitz. Kebel era conosciuto per le sue sculture monumentali e la sua opera più nota è il Memoriale per i soldati sovietici situato a Berlino, nel Treptower Park. Tra le scansioni atmosferiche dell’Impressionismo e la sequenzialità dell’Empire di Andy Warhol, soggetto del film è in realtà lo scorrere del tempo, che si infrange tra il paesaggio e la superficie bronzea del volto scultoreo del filosofo, economista e politologo. Ripreso tramite un’inquadratura fissa, tra gradazioni mutevoli di atmosfere, ombre e luci, l’icona si trasforma in un paesaggio in costante trasformazione. MARX si conclude con una breve citazione dell’autrice danese Inger Christensen: «Nessuno sa, nonostante tutto, se l’universo stia contando alla rovescia mentre noi contiamo fiduciosamente in avanti».