“È stato un progetto
particolare perché si dava non solo un’architettura ma anche una collezione
definita, inoltre veniva richiesto che ‘Il Quarto Stato’ fosse l’incipit del
percorso e che Fontana fosse nella torre principale del Museo dell’Arengario”,
racconta a Exibart Marina Pugliese,
direttrice del museo, che accenna all’architettura dei nuovi spazi. Tutte
queste esigenze hanno trovato risposta nel progetto proposto da Italo Rota, che
ha vinto perché? “Perché”, dice la
direttrice, “ha realizzato un progetto in
cui il museo diventava accessibile anche dalla metropolitana e la torre era
impostata come spazio pubblico con tutti i servizi (ristorante, bookshop)”.
La collezione era già definita e i paletti, fin dalla partenza,
erano tanti e dunque il museo non ha seguito o ricalcato una particolare
impostazione, magari “copiando” qualche museo in giro per l’Europa. “Con il comitato scientifico, che è stato
istituito successivamente, abbiamo ristudiato tutti i passaggi e gli
accostamenti dei dipinti. Abbiamo fatto un lavoro estremamente meticoloso, che
si rifletterà da un punto di vista scientifico anche nel catalogo”, ci
rassicura Pugliese in merito al “peso” culturale del lavoro compiuto in questi
anni.
Il museo nei primi mesi di apertura resta a ingresso
libero, il Quarto Stato – sfruttando
l’orario del ristorante – è visibile gratuitamente fino alle due di notte, e
comunque questo rapporto tra il dentro e il fuori è forte, con alcune opere che
sono visibili anche da chi semplicemente transita in piazza Duomo. “La città entra nel museo, come avevano
teorizzato i futuristi”, sorride Pugliese. E continua: “Questo progetto cambia faccia a piazza Duomo
perché è dagli anni ‘30 che non si faceva un intervento così radicale; l’intervento,
pur mantenendo l’impronta storica, cambia l’impatto visivo, perché la torre
sarà una torre di luce”.
Per l’inaugurazione, un focus su Melotti, ma niente mostra inaugurale… “Questo è voluto e deliberato perché vogliamo che l’attenzione sia sulla
collezione e sull’architettura”. Quindi i primi tre mesi saranno a ingresso
gratuito, ma niente eventi temporanei? “Ci
saranno delle vedute disegnate da Rota e una selezione di foto dalla collezione
di Bank of America, uno dei nostri due main sponsor. Ma l’attenzione ora va al
patrimonio”.
Proporrete invece qualcosa di maggior richiamo, dal punto
di vista delle mostre temporanee, in primavera, magari durante MiArt? “A marzo la prima mostra sarà dedicata
all’arte pubblica in Italia negli anni ‘60 e ‘70 e sarà a cura di Silvia
Bignami e Alessandra Pierelli, e il focus sarà su Aldo Carpi, un pittore degli
anni ‘30”.
Gli altri elementi che fanno un museo non mancano e non
mancheranno di certo nell’immediato futuro. In particolare gli archivi,
dedicati a Ettore e Claudia Gian Ferrari, e poi tutto il comparto didattica e
formazione, anche rivolto a bambini in età scolare e con un particolare programma
dedicato agli ipovedenti.
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alessandro ronchi
Apertura al pubblico: domenica
5 dicembre 2010
Museo del Novecento
Via Marconi, 1 (zona piazza
Duomo) – 20122 Milano
Orario: lunedì ore
14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica ore 9.30-19.30; giovedì e
sabato ore 9.30-22.30
Ingresso libero
Info: c.museo900@comune.milano.it; www.museodelnovecento.org
Bookshop: Electa
Ristorante: Da Giacomo
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Raga, ho aperto il sito del nuovo museo. Ok la collezione, ma cosa centra la mostra di Marzia Migliora!!!! Basta con questo scempio infinito, le mostre temporanee siano destinate a artisti - italiani si (meglio - ma non in esclusiava diciano 70 ita - 30 resto del mondo) - ma esistenti e veramente operanti!!! Ma la ricordate la figura di merda fatta al gia ben poco prestigioso premio Cairo??? Tanto non me la pubblicate perché volete mangiargli un po di pubblicità.