Abbiamo incontrato il direttore di ‘La Casella’, il grande agriturismo umbro che all’equitazione, al tennis ed alla eccellente eno-gastronomia ha deciso di affiancare eventi d’arte contemporanea. Luciano Nenna, un passato come uomo di marketing, ci racconta come è nato questo progetto e quali potranno essere gli sviluppi futuri.
In uno splendido resort agreste come il vostro c’è natura incontaminata, cibo eccellente, materie di prima qualità, silenzio, colori, svago, sport. Da cosa nasce l’esigenza di aggiungere a tutto questo l’arte contemporanea?
Il primo motore è stata la mia passione personale nei confronti dell’arte unita alla convinzione che la natura con la sua mutevolezza, i suoi colori, il suo ritmo, favorisca la riflessione, la creatività e, di conseguenza, la produzione artistica. Mi sono trasferito in campagna molti anni fa per una precisa scelta di cambiamento, privilegiando una dimensione più umana. L’arte mi è sembrato l’anello mancante di un contesto estetico – culturale a dimensione d’uomo. Arte e natura si fondono e realizzano lo scenario ottimale per soddisfare la nostra esigenza di armonia, per una rinnovata dimensione personale. Coniugare arte e natura mi è sembrato naturale. Ospitare gli artisti nella struttura e permettere loro di venire a contatto con questa dimensione è la conseguenza spontanea di tutto questo.
Le mostre sono organizzate esclusivamente per passione o c’è dietro l’individuazione di un business nuovo, di collezionismo alternativo?
Col tempo, conoscendo un po’ più da vicino il mondo dell’arte, abbiamo visto come avrebbe potuto caratterizzare il nostro Resort; un nuovo elemento di caratterizzazione che si andava ad aggiungere a ciò che già ci identificava sul mercato: equitazione, centro benessere, tennis, piscina, cucina tipica…
Dunque l’arte si può porre come elemento strategico…
Esatto. L’organizzazione di mostre ed eventi artistici, non si può definire un business nuovo in termini strettamente economici, ma sicuramente l’arte si è rivelato un elemento strategico di marketing per il posizionamento del nostro prodotto sul mercato turistico.
Per quanto riguarda il collezionismo possiamo definire il nostro alternativo perché non si basa su criteri prestabiliti: si è creato naturalmente. Gli artisti lasciano un’opera in cambio dell’ospitalità: così si è venuta via via creando una piccola collezione costituita da opere differenti, appartenenti a diverse correnti e tecniche.
Queste iniziative hanno portato alla nascita di progetti collaterali?
Nel frattempo è maturata anche un’idea di progetto. In collaborazione con la pittrice argentina Maria Mirta Gontad, uno dei primi artisti ospitati ed ormai un’amica, abbiamo dato vita –a Buenos Aires- ad una fondazione intitolata proprio La Casella e abbiamo ideato un concorso di pittura a livello nazionale; il vincitore del concorso è stato ospite nella nostra struttura per un mese. Parliamo di un progetto nato nel 1999, proseguito fino al 2002 ed attualmente fermo data l’attuale situazione argentina. Negli stessi anni il progetto è stato proposto al Comune di Orvieto che, interessato all’iniziativa, ha scelto La Casella come partner in occasione di due importanti mostre realizzate al Palazzo dei Sette e curate da Enrico Mascelloni: la poesa visiva – l’oro di Praga e Il ritorno dei maghi.Il sacro nell’arte africana contemporanea.
Gli importanti artisti presenti all’esposizione sono stati ospitati a La Casella.
Il grande progetto sarà però quello di individuare una direzione artistica per tutte le iniziative e di consorziare molti agriturismi di qualità della zona nell’organizzazione di eventi d’arte. Ce ne parli.
Non abbiamo mai smesso di ospitare artisti e organizzare mostre perché nel tempo è maturata sempre più dentro di noi la convinzione che l’arte fosse un elemento strategico di comunicazione, di ritorno di immagine e di caratterizzazione.
Nasce così il progetto Feudo d’arte che si prefigge l’obiettivo di promuovere il territorio attraverso l’arte. Abbiamo definito un calendario che vede il succedersi di un evento al mese. Calendario la cui realizzazione è resa possibile dal lavoro di un team che si occupa dell’organizzazione e della promozione. Pensiamo che, data l’esperienza ormai consolidata, il nostro prodotto sia ora facilmente esportabile. E’ per questo che abbiamo coinvolto altre strutture a noi vicine; i proprietari delle strutture che hanno aderito all’iniziativa, lo hanno fatto sia per una propria sensibilità nei confronti del mondo dell’arte sia perché stimolati dal ritorno d’immagine ottenuto da La Casella nel tempo. Un’immagine rafforzata non solo sul mercato turistico, ma anche sul territorio.
Va da sè che a questo punto la mancanza di una direzione artistica competente è l’anello debole del progetto. Il nostro grande limite è la mancanza di fondi da destinare al compenso di un eventuale direttore artistico. Quello che potrebbe oggi favorirci è l’affiancamento di un direttore artistico armato di tanta buona volontà e che sposi il progetto condividendo il nostro entusiasmo cogliendo la potenzialità dell’iniziativa.
Il lavoro sul territorio dalle Istituzioni locali che ci hanno dato il loro sostegno: la Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana è stata la prima a prendere in considerazione la possibilità di promuovere il territorio attraverso il nostro progetto; il Comune di Orvieto – Assessorato alla Cultura – lo ha patrocinato e la Banca Popolare Trasimeno Orvietano ha sponsorizzato il materiale promozionale necessario a far partire il primo evento in calendario
Come reagiscono i clienti nel trovare mostre ed inaugurazioni durante la vacanza?
La nostra clientela è abituata da tempo ad assistere ad eventi artistici durante la vacanza. Oltre alle mostre d’arte, organizziamo anche concerti di jazz in collaborazione con l’Università della musica di Roma, sempre con la stessa formula di ospitalità dell’artista in cambio della performance.
La risposta è sempre stata positiva e di grande entusiasmo. L’interesse, la curiosità e la capacità ricettiva all’arte è stata diffusa e vista dalla maggior parte dei clienti come un importante completamento della vacanza; un aspetto culturale nuovo per alcuni, una continuazione di interessi artistici personali per altri.
Non dimentichiamo che gli artisti sono ospiti della struttura; vivono e lavorano a stretto contatto con i clienti. Questo contatto quotidiano permette all’arte di non essere vissuta come estranea e distante della realtà; i clienti hanno la possibilità di assistere alla creazione delle opere, confrontarsi con l’artista, conoscere il suo percorso. L’arte entra così nella quotidianità della vacanza. L’atelier dove l’artista lavora è aperto al pubblico che può anche frequentare corsi individuali o collettivi. Con la presenza costante degli artisti, La Casella diventa anche una scuola d’arte permanente.
a cura di massimiliano tonelli
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