«Sono nata, sono cresciuta e ho dipinto tutto il tempo» amava ricordare Liliana Cano, nata a Gorizia nel 1924 e formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Torino tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, che ha dedicato tutta la sua vita alla pittura. A tre anni dalla sua scomparsa, a Sassari, con l’intento di mantenere viva la sua eredità artistica e di portare avanti il suo messaggio umano, nasce l’Archivio Liliana Cano, che si configura come luogo di studio e di memoria finalizzato alla raccolta e alla catalogazione dei documenti legati al suo percorso artistico, alla promozione della conoscenza e valorizzazione delle sue opere, anche attraverso risorse per ulteriori ricerche e studi.
Guida l’Archivio Davide Mariani, classe 1985, storico dell’arte e curatore, docente di Storia dell’arte contemporanea e Museologia all’Accademia di Belle Arti di Sassari, con già all’attivo l’esperienza da Direttore Artistico del Museo dedicato a Maria Lai e mostre in Italia e all’estero. Conosciuto per un approccio dinamico e innovativo nella gestione manageriale e artistica, Mariani dichiara: «Assumere la direzione artistica dell’Archivio Liliana Cano è per me un grande onore. Il lavoro di Liliana Cano è stato ed è ancora oggi fonte di ispirazione per molti artisti e non solo. Mi impegnerò a rendere il suo patrimonio artistico accessibile a un pubblico sempre più ampio, promuovendo iniziative che ne valorizzino la straordinaria eredità. Stiamo già lavorando a una serie di grandi eventi che vedranno la luce subito dopo l’estate per celebrare al meglio il centenario della nascita dell’artista».
Non dunque solo conservazione e catalogazione: l’Archivio Liliana Cano intende essere centro di attività culturali e di ricerca, impegnato nell’organizzazione di mostre, eventi, convegni e pubblicazioni dedicate all’artista, proponendosi di diventare un punto di riferimento per gli studiosi, gli appassionati d’arte e il pubblico in generale, offrendo una prospettiva approfondita sull’opera e sulla vita dell’artista. Numerose a tal proposito sono le iniziative che verranno organizzate nei prossimi mesi per poter celebrare l’anniversario del centenario della nascita dell’artista ripercorrendo le tappe più significative del suo lavoro e della sua straordinaria vita che ha attraversato quasi un secolo. Tra queste anche l’approdo, sul web, della piattaforma ufficiale dedicata alla promozione dell’immagine e alle informazioni sull’opera e sulla vita dell’artista. Il sito offre numerose sezioni che comprendono immagini ad alta risoluzione dei suoi dipinti, video-interviste, una pagina riservata alla sua biografia con inedite foto d’epoca e un calendario costantemente aggiornato sugli eventi e le mostre a lei dedicate. La presenza online dell’Archivio – che ha inaugurato anche le pagine ufficiali su Facebook e Instagram, con l’obiettivo di raggiungere un pubblico sempre più ampio e diversificato, coinvolgendo gli utenti in modo interattivo – rappresenta uno degli aspetti su cui maggiormente si intende investire, come ribadito dallo stesso Mariani: «Vogliamo che il sito e le pagine social diventino un punto di riferimento per chiunque voglia approfondire la conoscenza di Liliana Cano e del suo lavoro».
Personalità coraggiosa, stravagante e fuori dagli schemi, Liliana Cano si è sempre fatta conoscere attraverso una pittura figurativa dal grande impatto visivo caratterizzata da un segno deciso e da una gamma cromatica particolarmente accesa. Dalla fine degli anni ’70 si trasferisce in Francia, dove rimarrà per quasi vent’anni. In questo periodo ottiene importanti riconoscimenti: espone tre volte al Grand Palais di Parigi e in diverse città della Provenza, tra cui la mostra personale a Marsiglia nel 1980 e poi a Tolone, dove esegue, nel 1988, un monumentale trittico per l’Università. In quegli stessi anni espone in Germania e nei Paesi Bassi, dove tiene una personale nella prestigiosa sede del World Trade Center di Amsterdam. Nei primi anni Novanta viene invitata a San Pietroburgo in rappresentanza dei Pittori provenzali e per l’occasione dona una sua opera al nipote del grande scrittore Tolstoj. Rientra definitivamente in Sardegna, a Sassari, nel 1996 e qui continua a lavorare su tematiche prevalentemente religiose fino alla sua morte, che avviene nel 2021 all’età di 96 anni.
«Mia madre credeva di non avere alcun merito per il suo talento artistico, considerandolo piuttosto come un dono divino. Per questo motivo, riteneva di doverlo condividere con la collettività attraverso temi accessibili al grande pubblico. Da tempo noi figli avevamo in mente l’idea di creare un archivio che potesse diffondere la sua opera e, allo stesso tempo, diventare uno strumento prezioso per la promozione dell’arte in generale», afferma Igino Panzino, noto artista e figlio di Liliana Cano, assume il ruolo di Presidente dell’Archivio e contribuirà attivamente, insieme al Direttore Artistico e al consiglio di amministrazione composto dagli altri figli dell’artista Carlo, Antonella e Chiara Panzino, a sostenere e valorizzare la figura di Liliana Cano.
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