Se il Novecento è stato il secolo permeato dal sogno americano, la cittĂ di New York ha rappresentato il simbolo di un rinnovamento culturale, sostituendosi, nel tempo, a Parigi quale centro del modernismo. Una cittĂ âeternamente nuovaâ, la definiva Giorgio De Chirico, attratto, come altri artisti italiani, dal fascino della Grande Mela e dal desiderio di esplorarla. Ed è proprio questo lo scenario descritto dalla mostra: âNew York, New York. Arte Italiana: la riscoperta dellâAmericaâ, promossa dal Comune di Milano e ospitata nella duplice sede del Museo del Novecento e delle Gallerie dâItalia di Intesa SanPaolo.
Due diversi percorsi espositivi, che raccolgono un totale di oltre 150 opere, per unâesposizione che focalizza lâattenzione sul modo in cui alcuni artisti italiani, attraverso i loro contatti diretti con il mondo americano, hanno partecipato alla graduale internazionalizzazione del mondo e del mercato dellâarte. Fondandosi su ÂŤuna serie di fatti, incontri e occasioni che hanno dato allâarte italiana del Novecento lâopportunitĂ di conseguire unâattenzione e una presenza internazionale utile a collocarla in posizione preminente nellâambito della stessa idea di modernitĂ Âť, sostiene il curatore, Francesco Tedeschi. Una centralitĂ raggiunta grazie a una serie di legami con gli Stati Uniti e in particolare proprio con la Grande Mela.
La mostra propone quindi, attraverso le loro opere, le storie degli artisti italiani che hanno viaggiato, soggiornato, lavorato o esposto a New York o che hanno soltanto immaginato il nuovo mondo: tutti comunque alla ricerca di uno spirito piĂš libero e di modelli diversi da quelli del Vecchio Continente. Tra questi câera appunto De Chirico, con cui si apre lâesposizione del Museo del Novecento, tra i piĂš attivi nella Big City, ma anche Fortunato Depero, che in perfetta sintonia con lâideale futurista che rappresentava, sente il bisogno di estendere gli orizzonti giĂ negli anni Venti. Un racconto complesso e articolato, che parte proprio dal viaggio di Depero dellâautunno del â28, divenuto una sorta di punto di partenza simbolico dellâincontro tra lâarte italiana e quella a stelle e strisce. Fino ad arrivare al culmine degli ultimi anni â60, con Ugo Mulas che pubblicò: New York: The New Art Scene (tradotto in Italia in: New York: arte e persone), dove raccoglie le foto scattate dagli artisti dellâepoca, soprattutto nei loro studi: Andy Warhol ma anche John Chamberlain, Jim Dine, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Barnett Newman, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, James Rosenquist, George Segal, Frank Stella, Tom Wesselman.
I due percorsi espositivi sviluppati nelle sedi distaccate della mostra sono complementari: nel Museo del Novecento viene restituito lâimmaginario americano come percepito dai ânostriâ artisti dellâepoca: con le opere di Lucio Fontana, Gastone Novelli, Toti Scialoja, Mimmo Rotella e Mulas, tra gli altri, oltre ai giĂ citati De Chirico e Depero.
Ă qui che la rappresentazione di New York si delinea come leitmotiv declinato in soluzioni stilistiche differenti e esemplificative dei percorsi artistici italiani della prima metĂ del secolo. Nella sede di Gallerie dâItalia, invece, viene proposta una ricostruzione dei legami con gallerie e istituzioni che hanno saputo valorizzare la presenza artistica italiana negli States. Celebrando il profilo della storica mostra âXX Century Italian Artâ del 1949 al MoMA, prima di perdersi nelle varie sale dedicate allâopera di Afro, Alberto Burri e Scialoja, protagonisti della scena artistica statunitense degli anni Cinquanta.
Ma câè posto anche per raccontare lâimpegno didattico degli artisti del Balpaese nellâAccademia Americana, come Salvatore Scarpitta, Mirko Basaldella, Costantino Nivola e Piero Dorazio. Approfondendo il dialogo fra il linguaggio scultoreo e la cittĂ , celebrato dalle opere di Lucio Fontana, Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro e Francesco Somaini. Interessante la sezione dedicata alle relazioni tra Roma e New York, raccontate dai lavori di Renato Guttuso, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Tancredi, Carla Acccardi, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, e il confronto con la nascente Pop Art, attraverso la presenza di opere di Enrico Baj, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Gianfranco Baruchello.
In una serie di infinite contaminazioni, fino allo sgretolamento del âsogno americanoâ, dovuto alla graduale presa di coscienza e alla maturazione dello sguardo nei confronti della cultura locale e dello stile di vita statunitense, salvo poi rifondarsi attraverso lâideale di libertĂ riportato in auge da Martin Luther King e John Fitzgerald Kennedy che torna ad affascinare gli artisti italiani. Comâè evidente nelle opere di Lombardo e Rotella, che propongono il volto indelebile di John Fitzgerald Kennedy (in home page), preso in prestito anche dalla copertina della mostra. Una scelta che può apparire scontata, ma probabilmente inevitabile.
Alessio Crisantemi