La concessione di questi spazi è vincolata nel tempo?
L’accordo con il Comune è trentennale e prevede da parte della Fondazione l’assunzione di tutti i costi. La presenza della Fondazione garantisce un nuovo polo espositivo e culturale di alto pregio, inserito nel percorso urbano e rivolto alla comunità intera. La Fondazione organizzerà anche mostre di altri artisti e si farà carico dell’apertura di un Centro del Restauro delle opere d’arte contemporanea.
Qual è la programmazione prevista? È già attivo un nuovo organico per supportare queste attività? Quando aprirà il Centro del Restauro?
Per il momento le nostre energie sono focalizzate nell’allestimento delle opere di Vedova a cui la nuova sede sarà interamente dedicata, almeno fino al prossimo anno. Missione prima della Fondazione è di studiare l’opera di Vedova e, a partire dall’archivio curato da Annabianca, redigere il catalogo completo delle opere del maestro. A questi due poli si affianca la valorizzazione dei giovani artisti. Fra le attività già in programma, nostro desiderio è riportare a Venezia la struttura del Prometeo, rimontarla e ridarle vita attraverso nuovi utilizzi. Per quanto riguarda invece l’esposizione di altri artisti, questa si affiancherà a partire dal 2010, mentre l’apertura del Centro del Restauro è prevista tra il 2010 e il 2011.
I soggetti che stanno collaborando all’ambizioso progetto allestitivo sono tutte personalità di grande spicco. È stato difficile riuscire a coordinarle?
Per realizzare un progetto di tale valore ci siamo avvalsi esclusivamente di persone di alto profilo. Talvolta il coordinamento si è rivelato delicato o complicato, ma l’intelligenza di tutti, nonché l’obiettivo comune e il punto di tangenza chiaro nella dedizione per Vedova, ha portato a un buon lavoro.
L’unicità del progetto, l’allestimento ardimentoso, nonché l’utilizzo di macchinari di precisione deve aver comportato dei costi elevati. A quanto ammonta la cifra?
Preferisco non rispondere a questa domanda. Anche perché tutti i conti andranno rifatti alla fine. La Fondazione è comunque un’entità privata che può contare anche sulla presenza di sponsor come la Fondazione Veneto Banca, che ci sta sostenendo in questa avventura.
È stata trovata una risposta sicura alla movimentazione delle opere?
Siamo ancora alle fasi sperimentali. Si è optato per un percorso lento, ma gli aggiustamenti definitivi avverranno sul campo. Il dispositivo ci consente comunque una grandissima flessibilità di allestimento e corrisponde all’idea di Vedova delle opere in movimento nello spazio. È un concetto che trova nell’architettura di Piano il suo ideale completamento, grazie alla realizzazione di uno spazio immateriale, fondato sulla leggerezza e sulla luce. Per questo preferiamo al termine museo l’espressione “spazio espositivo”, che meglio richiama il principio dell’esposizione mutevole e di una proposta variabile.
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