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Oltre le mura di Sant’Orsola: l’ex convento fiorentino riapre con grande novità
Progetti e iniziative
Dal primo giugno fino al prossimo 2 luglio sarà possibile visitare l’intensa mostra intitolata “Oltre le mura di Sant’Orsola”. Situata all’interno dell’antico convento Sant’Orsola di Fienze, l’esposizione sarà fruibile al pubblico per un mese, con ingresso libero e visite guidate. L’intento è quello di creare un museo «Effimero, transitorio e destinato a trasformarsi». Storia, filiale di Artea, la società francese scelta nel 2020 dalla Città Metropolitana di Firenze per la riqualificazione del complesso, dà inizio così all’operazione di restituzione alla città di uno spazio prezioso e ricco di storia, in disuso da quasi 40 anni.
Al termine dell’intelligente piano di recupero, lo straordinario complesso Sant’Orsola ospiterà una scuola d’arte e di design, ristoranti e caffè, botteghe di artigiani e atelier d’artisti, una foresteria, spazi di coworking ed un vero e proprio museo, gestito da una fondazione senza scopo di lucro. L’associazione avrà lo scopo non solo di preservare la memoria del posto, ma anche di promuovere la creazione artistica contemporanea, invitando artisti affermati ed emergenti a dialogare con le tracce del suo passato.
La mostra allestita all’interno delle sale del museo è curata dall’intraprendente Morgane Lucquet Laforgue, responsabile del futuro Museo Sant’Orsola e patrocinata dalla Città Metropolitana di Firenze. L’esposizione è il frutto della ricerca di due diversi artisti contemporanei che nella realizzazione delle loro opere si sono ispirati alla storia del luogo e ad elementi del suo passato.
La prima è l’artista e storica dell’arte londinese, Sophia Kisielewska-Dunbar, classe 1990. Il fascino per l’antico e la reinterpretazione di iconografie tradizionali sono al centro della sua sofisticata pratica artistica, che ha come fine l’indagine delle modalità di rappresentazione della donna nel canone dell’arte occidentale. Dal 15 giugno al 15 settembre dello scorso anno è stata la prima artista in residenza del futuro Museo Sant’Orsola.
In occasione di questa prima esposizione, presenterà al pubblico il suo progetto, intitolato Noli me tangere, che trae ispirazione dalla celebre locuzione biblica. Si tratta di un grandioso trittico dipinto ad olio su tela influenzato dalle pale d’altare che anticamente si trovavano nel convento. Ciascuna delle figure che affollano i pannelli laterali del trittico deriva da pitture, disegni o bassorilievi fiorentini, raffiguranti scene di violenza sulle donne e realizzati nei medesimi anni dell’attività del monastero di Sant’Orsola. Usando la tecnica del collage in pittura, l’artista ha immaginato una vera e proprio contro-narrazione, dal punto di vista del femminile che per secoli è stato escluso dal canone dell’arte occidentale. L’esposizione del trittico sarà accompagnata da una selezione di più studi preparatori tra cui disegni, acquerelli e dipinti
Il secondo artista in mostra è il giovanissimo Alberto Ruce. La sua pratica artistica è cominciata dal graffitismo e si inserisce pienamente nel tessuto della città. Le opere da lui realizzate per il Museo Sant’Orsola sono “effimere” in quanto potrebbero essere trasformate durante l’ultima fase di lavori di ripristino dei locali dell’ex monastero. Il suo progetto, intitolato Al di là di tutto, si articola in due ambienti: l’antica chiesa conventuale e l’ex spezieria.
Ricollegandosi alla diversa funzionalità di questi spazi, ha scelto l’antica chiesa per la realizzazione di un’istallazione che si ispira alla storia di di Lisa Gherardini, la presunta modella della Gioconda di Leonardo da Vinci, che trascorse i sui ultimi anni di vita proprio nel convento di Sant’Orsola, assieme a sua figlia che vi era monaca. Nell’antica spezieria, invece, ha realizzato una serie di dipinti murali che evocano l’attività farmaceutica praticata dalle suore proprio in quel luogo. Per concepire le sue opere l’artista si è rivolto ad alcune donne del quartiere affinché posassero per lui come modelle, ribadendo l’urgenza di andare “oltre le mura” di Sant’Orsola e far sì che la comunità possa tornare a vivere i suoi spazi.
Il futuro museo ha cercato sin da subito di dialogare con enti locali l’associazione di quartiere Insieme per San Lorenzo ma anche con scuole, accademie e istituti formativi presenti sul territorio. Un approccio che ha portato, già nella fase di preparazione di questa prima mostra, alla collaborazione con Accademia Italiana e IED – Istituto Europeo di Design. Per la durata della mostra il chiostro ospiterà i risultati dei workshop condotti con gli studenti di comunicazione di IED, chiamati a studiare una strategia di comunicazione per il futuro museo, e quelli del master in design di Accademia Italiana, che avranno il compito di immaginare delle strutture espositive modulari e facilmente smontabili per gli spazi del Museo Sant’Orsola.
In occasione della prima mostra è inoltre esposto il modello della lunetta in terracotta invetriata che un tempo si trovava sopra la porta d’ingresso al convento, proveniente dalla prolifica bottega dei Della Robbia. Non potendo riportare in situ l’originale, che oggi si trova all’ingresso dell’Accademia di Belle Arti, la Città Metropolitana di Firenze, in collaborazione con il Liceo Artistico Statale di Porta Romana, ha promosso la realizzazione di una sua replica. Il Liceo artistico statale di Porta Romana è stato tra l’altro il primo partner culturale del futuro Museo Sant’Orsola, mettendo a disposizione della prima artista in residenza durante l’estate 2022 uno studio fuori dalle mura del cantiere di Sant’Orsola.
La mostra è accompagnata da un docufilm a cura di Cinestudio, che ripercorre le prime tappe della rinascita dell’ex convento di Sant’Orsola. La mostra sarà corredata da un catalogo, il primo di una serie che verrà progressivamente ampliata dalle successive pubblicazioni sulle future mostre a Sant’Orsola prima dell’apertura ufficiale del museo.