Opening: i giovanissimi artisti dell’Accademia di Napoli da Made in Cloister

di - 23 Dicembre 2021

Una sequenza di mostre dedicate ad artisti giovanissimi, nell’ambito del loro percorso di formazione e nel pieno della ricerca di uno stile personale, per raccontare le tensioni e le attitudini del contemporaneo emergente: “Opening” è la rassegna espositiva che segna la prima collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Napoli e Made in Cloister, la Fondazione istituita nel 2012 e dedicata al dialogo tra arte contemporanea, artigianato e design.

Made in Cloister e la fruizione dell’arte contemporanea

«L’iniziativa nasce da un desiderio della Fondazione che, dopo cinque anni dal suo avvio e grazie al consolidarsi a livello internazionale del più ampio progetto Made in Cloister, ha deciso di coinvolgere l’Accademia per accendere una luce sul panorama delle nuove proposte artistiche», ha dichiarato Davide de Blasio che, insieme a Rosalba Impronta, lanciò la Fondazione, con lo scopo di restaurare il chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, attiguo all’Ex Lanificio Borbonico, una delle archeologie industriali più affascinanti e complesse di Napoli. «È importante offrire ad una nuova generazione di artisti formatisi nell’Accademia di Napoli un’opportunità espositiva unica che consenta loro di dialogare con uno dei luoghi più suggestivi cittadini», ha continuato De Blasio. «Questo evento è parte di un programma continuativo che vuole essere un motivo per spingere la città verso una direzione che ripristini la fruizione semplice dell’arte contemporanea e la partecipazione della società civile alla scena artistica giovanile che esiste a Napoli».

A partire da dicembre 2021 e a cadenza mensile, saranno sette gli appuntamenti in calendario per “Opening”, la cui curatela è affidata a Marco Di Capua, docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Le mostre si terranno negli spazi della Fondazione Made in Cloister al Chiostro di S. Caterina a Formiello – già sede di diversi progetti espositivi dedicati ad artisti più affermati come Sergio Fermariello, Nicola Samorì e Mimmo Paladino – in particolare nell’area Refettorio.

I giovanissimi artisti del primo Opening

«In continuità con la grande mostra che dieci anni fa noi dell’Accademia organizzammo al Palazzo delle Arti di Napoli – Pan sotto un’insegna, “N.I.NA Nuova Immagine Napoletana”, che evidentemente si proiettava nel futuro, anche “OPENING” intende dare, a chi si sta affacciando sulla scena artistica, l’opportunità di misurare professionalmente il proprio talento e la qualità del lavoro che ne scaturisce, con un preciso spazio e nel contesto di una linea curatoriale consapevolmente condivisa», ha commentato Di Capua.

Simone Talpa

«La scelta dei giovani artisti che si succederanno a Made in Cloister darà conto del carattere prismatico, plurale, della formazione accademica, alternando tra loro, in mostre personali e collettive, artisti attivi con diverse modalità tecniche. OPENING intende anche colmare QUEL deficit di attenzione che molto spesso le grandi istituzioni mostrano di avere nei confronti dei giovani artisti napoletani», ha concluso Di Capua, facendo riferimento a una questione endemica dell’arte cittadina che, però, negli ultimi tempi, sembra aver imboccato, se non una inversione di rotta, almeno una nuova tendenza, come nel caso delle collettive alla Fondazione Morra Greco e al Museo Nitsch. In occasione del primo appuntamento, “OPENING” presenta i lavori pittorici di Pierpaolo Perrone e Simone Talpa, allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Pierpaolo Perrone

Nato a Napoli nel 1997, Pierpaolo Perrone è partito dall’esplorazione del corpo, inteso come soggetto paesaggistico grafico e fotografico. In esposizione, per Opening, negli spazi di Made in Cloister, tre paesaggi di grandi dimensioni che si rivelano come corpi colossali e spettacolari. «Questi paesaggi nascono dall’osservazione del panorama attorno a me, e dalla volontà di restituire una esperienza visiva immersiva», spiega Perrone. «Per me sono pretesti per creare lunghe campiture di colore dove perdermi ed entrare (sì, la mia dimensione me lo permette!). Strisce di luce e impasto di orizzonti troppo grandi per rientrare nei bordi di un rettangolo. Non sono finestre, ma superfici. La pittura resta intrappolata nelle coste della carta creando un riverbero luminoso per me irresistibile, come il velluto, vorrei fosse una pittura da toccare con gli occhi».

Pierpaolo Perrone

Un viaggio attraverso le nuove declinazioni della pittura che prosegue con le opere di Simone Talpa, che in questa occasione presenta una serie di grandi dipinti eseguiti con gesso e acrilico su tela di juta. Lo spazio della rappresentazione, poeticamente e sapientemente gestito, è percorso da forze contrapposte, tra astrazione e figura.

Simone Talpa

«La stessa immagine dell’essere umano – dichiara Talpa – tende a scarnificarsi, ad alleggerirsi, liberandosi dalla sua consistenza fisica per accogliere in sé spazi vuoti. È pronta ad accogliere il nuovo, si lascia pervadere dal vuoto, che è sinonimo di infinita ricchezza, massima apertura e libertà. Ciò che prende forma è una dimensione in cui soggetto e spazio tendono a confondersi. Esiste un confine sfilacciato, dunque più simile a una soglia che a un confine, tra la persona e il suo habitat. La libertà del segno che si oppone alla rigidità della geometria traduce l’eterna lotta tra le forme stabili ed eterne e la fluidità dello scorrere delle cose».

Simone Talpa

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