Palazzo Te si appresta a celebrare i suoi primi 500 anni, con un programma annuale di mostre e installazioni, riallestimenti e restauri, concerti di musica classica e contemporanea, performance teatrali, spettacoli di danza, reading, residenze per artisti e laboratori didattici. Per riaffermare il ruolo della dimora storica di Federico II Gonzaga come crocevia di cultura e arte nel cuore di Mantova, la Fondazione Palazzo Te, propone un viaggio nelle metamorfosi del pensiero, nel segno di Ovidio e della straordinaria eredità di Giulio Romano.
«Palazzo Te riverbera una dimensione utopica, che costituisce un segnale straordinario nella transizione culturale e politica del suo tempo e risuona potentemente nella contemporaneità», ha spiegato Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione. «Questo luogo, proprio per la sua valenza simbolica ormai fortemente sedimentata, è “patrimonio” di tante diverse comunità. È rammemorazione, ma anche scoperta, che risuona da lontano e parla al presente. E il racconto, fondamentale, che esso propone è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio».
Eretto tra il 1525 e il 1535 su progetto di Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello, Palazzo Te fu concepito come luogo di svago e rappresentanza per Federico II Gonzaga. La sua architettura, un trionfo di illusionismo prospettico e di citazioni classiche, riflette l’ambizione del marchese – poi duca – di Mantova: un’opera d’arte totale in cui pittura, scultura e architettura si fondono in una sintesi spettacolare. L’ospitalità di Carlo V nel 1530 e 1532 suggellò l’importanza politica del palazzo, trasformandolo da residenza di delizie a simbolo del potere dinastico gonzaghesco.
Il programma avrà inizio il 29 marzo 2025, con il riallestimento delle sale introduttive, con una nuova contestualizzazione della narrativa del percorso di visita, arricchito da una selezione di capolavori del Rinascimento. Con prestiti dal Museo del Louvre, l’Albertina di Vienna, il Museo del Prado, la Galleria Borghese e gli Uffizi, l’esposizione Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, curata da Claudia Cieri Via, è stata concepita in dialogo con gli affreschi del palazzo per esaltare il senso e l’importanza di Palazzo Te come opera d’arte totale e far emergere gli innumerevoli riferimenti che possono scaturire da una lettura più approfondita dei tanti temi che custodisce.
Il percorso si snoderà in otto sezioni scandite da narrazioni mitologiche, approfondendo il tema della trasformazione attraverso capolavori di maestri come Tintoretto, Correggio, Jacopo Zucchi, Rubens, Nicolas Poussin fino al contemporaneo Giuseppe Penone, in un ponte tra classicismo e contemporaneità.
«La metamorfosi coinvolge anche la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante, per arrivare a ibridazioni, deformazioni e cambiamenti ravvisabili anche nella letteratura e nell’arte contemporanea», ha dichiarato Claudia Cieri Via. «In questa prospettiva, è stata scelta un’opera come Dafne di Giuseppe Penone, un artista che lavora sulla materia vivente con vigore esemplare e totalizzante, così come rivelano le annotazioni poetico-filosofiche che accompagnano i suoi disegni. Questa compenetrazione tra natura e materia, tra arte e poesia, emerge in modo molto affine nell’operato sia dell’artista quanto di Giulio Romano».
Sempre nel segno dell’eterno contemporaneo dell’arte, a ottobre Isaac Julien presenterà una videoinstallazione multicanale di dimensioni ambientali nelle Fruttiere restaurate, con la curatela di Lorenzo Giusti, reinterpretando il tema della metamorfosi del ciclo di affreschi di Giulio Romano, attraverso un linguaggio visivo di grande suggestione. «Il lavoro di Isaac Julien inviterà a riflettere sul rapporto tra entità diverse del mondo vivente, umane e non umane, e sull’urgenza di una trasformazione ecologica, abbracciando un’idea trasformativa di concetti quali l’identità, il genere, la specie», ha spiegato Giusti, confermando la continuità tra l’intervento di Julien e il programma del Cinquecentenario.
A chiudere le celebrazioni, a fine 2025, Marco Balich con Balich Wonder Studio trasformerà il Giardino dell’Esedra in un labirinto esperienziale, omaggio al senso di meraviglia e spaesamento che già nel Rinascimento animava la residenza gonzaghesca.
Il Cinquecentenario è anche l’occasione per una serie di interventi che, oltre alla riapertura delle Fruttiere, vedranno la realizzazione di nuovi allestimenti per eventi, l’illuminazione del Giardino dell’Esedra, il restauro conservativo del soffitto ligneo della preziosa Camera di Amore e Psiche, capolavoro dell’arte cinquecentesca.
In autunno è previsto l’allestimento di tre aule seminariali per eventi e attività formative che potenzieranno le attività didattiche ormai consolidate dall’esperienza della Scuola di Palazzo Te.
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