Arborescenza segreta, mostra personale di Michele Zaza organizzata e prodotta da Art of This Century, accompagnata da un testo di Walter Guadagnini, animerà, dal 6 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025, le stanze di Palazzo Contarini del Bovolo a Venezia, con un’installazione site specific che intreccia fotografia, scultura e luce. Il titolo riprende il nome dell’opera inedita concepita per la sala Tintoretto che, dialogando con il contesto, trasforma l’architettura in uno spazio immersivo e trasformativo.
L’intervento si articola su più livelli: il pavimento accoglie sette neon accesi che proiettano una luce eterea sulle sculture in legno bianche, alte circa 80 cm, bordate d’oro. Questi elementi verticali si confrontano con due grandi fotografie speculari disposte sulle pareti opposte, raffiguranti un volto maschile e uno femminile trasfigurati da un maquillage dorato che attraversa il viso, dalla fronte al mento.
La luce diffusa e il riflesso del bordo dorato delle sculture accentuano la percezione di un ambiente quasi immateriale, un suolo luminoso che rimanda a una dimensione altra, un “paradiso celeste” evocato dall’artista. Il dorato, presente sia nelle sculture che nei volti, richiama valori materici e spirituali: dalla luce solare che irradia calore e vitalità, fino al senso di purezza, immortalità e trascendenza.
«L’installazione a Venezia è un’opera dalla dimensione arborescente, che si allarga visivamente verso inedite significazioni», ha spiegato Zaza. «È uno spazio trasformabile capace di rigenerare l’invisibile quanto il potenziale visibile. La considero come una nuova cosmologia umana capace di configurare idealmente altro mondo a partire dal fondamento antropologico», ha continuato l’artista originario di Molfetta, classe 1948.
L’opera di Zaza entra in relazione con la tela Il Paradiso di Jacopo Tintoretto, esposta nello stesso spazio e concepita come bozzetto per la monumentale versione destinata alla Sala del Consiglio di Palazzo Ducale. Se Tintoretto celebrava il Buon Governo della Serenissima attraverso un immaginario celeste, Zaza propone un “paradiso perduto” dell’infanzia e della verità, trasformato in un nuovo giardino adulto, capace di trascendere la dimensione morale e sociale.
Oltre all’installazione principale, la mostra include una selezione di opere fotografiche realizzate tra il 2023 e il 2024. Tra queste, due trittici orizzontali e due dittici verticali, che ampliano il percorso espositivo ribadendo il ruolo centrale della fotografia nella pratica di Zaza, che rimane aperta all’elaborazione continua e all’immaginazione.
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