09 aprile 2024

PARMA 360, al via l’VIII edizione: l’arte e le nuove sfide della tecnologia

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È in programma fino al 19 maggio 2024 l’ottava edizione di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo

Parma 360 Festival, Bianca Bagnarelli, Tra le nuvole

Le numerose iniziative in programma hanno l’obiettivo di spingere a interrogarsi sull’innovazione, sulle possibilità che le nuove tecnologie offrono per il futuro dell’umanità e le sfide che ancora dobbiamo affrontare. Il festival, promosso dalle associazioni culturali 360° Creativity Events ad Art Company, ha ricevuto il patrocinio e il contributo del Comune di Parma, il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, ed è promosso da un’ampia rete di partner pubblici e privati.  

Tema dell’VIII edizione è Homo Deus, ispirato al saggio HOMO DEUS. Breve storia del futuro di Yuval Noah Harari. L’homo sapiens per Harari ha ormai sconfitto tutte le sfide che fino ad oggi lo avevano messo alla prova e guarda ormai a nuove frontiere. Il contemporaneo è il tempo dell’homo deus, in grado di abbattere i limiti della propria natura e di affrontare, grazie alle nuove forme di intelligenza, le sfide di una nuova epoca: la robotica, l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico e la sopravvivenza delle popolazioni sul pianeta. «Quest’anno i linguaggi sono tantissimi – spiega Camilla Mineo -, così come le tematiche sono molto varie, ma l’uomo rimane sempre protagonista». 

Piero Gilardi, La tempesta perfetta. Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi

È l’omaggio a Piero Gilardi con la mostra Survival ad aprire al piano nobile di Palazzo Pigorini le mostre in programma. La mostra è a cura di Chiara Canali e ospita una ventina di opere dell’artista avvalendosi di prestiti da parte della Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, della Galleria Gilardi di Livorno, della Galleria Enrico Astuni di Bologna e di collezionisti privati. Ecologista ante-litteram, Gilardi propone una riflessione sul rapporto tra natura e nuove tecnologie, nella ricerca di un rinnovato contatto anche attraverso materiali artificiali come il poliuretano espanso dei suoi Tappeti-natura. Scoglio bretone (2001), Panthoswall (2003) e La Tempesta perfetta (2017), sono tutte opere che accompagnano e coinvolgono il pubblico in un percorso all’insegna dell’interattività, il cui obiettivo è di sensibilizzare e di mobilitare una risposta concreta nei confronti dell’ambiente e della sua sopravvivenza. 

Parma 360 Festival, L’opera d’arte nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale, Palazzo Pigorini

Al secondo piano di Palazzo Pigorini e presso il Torrione Visconteo è invece ospitata la mostra collettiva L’opera d’arte nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale, a cura di Chiara Canali, Rebecca Pedrazzi e Davide Sarchioni, con opere di Antonio Barbieri, Domenico Barra, Davide Maria Coltro, Andrea Crespi, Giuliana Cunéaz, Debora Hirsch, Nick Landucci, Giuseppe Lo Schiavo, Manuel Macadamia, Vincenzo Marsiglia, Mauro Martino, Angelo Demitri Morandini, Max Papeschi con Michele Ronchetti, Chiara Passa, Giuseppe Ragazzini, Martin Romeo e Svccy. Il titolo è un omaggio al celebre saggio di Walter Benjamin riguardo i cambiamenti sulla ricezione artistica di una società in balia di uno sviluppo tecnologico irrefrenabile. Gli artisti scelti hanno incluso nella loro produzione artistica l’AI e grazie a essa trasformano, interpretano e raccontano temi come la natura, l’ambiente, l’umanità, le macchine, ma anche i sogni e l’immaginazione. La curiosa Nuvola Antropica di Martin Romeo, affiancata dal video omonimo realizzato nel 2023, appare davanti ai nostri occhi quando la città viene sorvolata da aerei, dandoci un equivalente visivo dell’inquinamento in atto. Il letto a baldacchino della La belle au bois dormant di Giuliana Cuneaz invita invece lo spettatore ad affidare all’AI una parola o una frase perchè possa prendere vita nello schermo. Non solo i sentimenti, come “love”, o magari anche una semplice affermazione come “ciao”, anche il “futuro” qui può prendere forma grazie alle nuove tecnologie. Infine, grazie alla collaborazione con Dario Buratti, l’esposizione ha il suo twin digitale nel Metaverso su Spatial.

Giuliana Cuneaz, La belle au bois dormant, 2023

Addossato alla chiesa di San Francesco a Prato troviamo Mr. Arbitrium di Emanuele Giannelli, per la prima volta in dialogo con uno spazio francescano. Il colosso sembra spingere la parete della chiesa, aprendo a innumerevoli interpretazioni riguardo la relazione tra questa opera di arte contemporanea e lo spazio sacro. Dal sogno di Innocenzo III, un sostegno per la struttura, a un umano gigante ibrido che vuole spazzare via il passato, questa inedita convivenza non solo si presta a riflessioni sulla società contemporanea, ma pone all’attenzione dei passanti e dei curiosi lo spazio della chiesa di San Francesco, convertita in carcere in epoca napoleonica e riconsacrata da poco. Mr. Arbitrium sarà visibile fino al 31 maggio.

Parma 360 Festival, Emanuele Giannelli, Mr. Arbitrium, Piazza San Francesco a Prato

Giannelli è presente al festival anche con la sua personale Humanoid, curata da Camilla Mineo e ospitata nella chiesa sconsacrata di San Ludovico. Nella penombra di questo spazio, i giganti ibridi di Giannelli prendono in causa l’Uomo, sia nei suoi aspetti primitivi che in quelli futuristici. Ad accogliere il visitatore all’ingresso della chiesa è l’opera inedita Totem Tooth, che, come le quaranta opere all’interno, invita l’uomo a un ripensamento del proprio ruolo all’interno dell’universo e della società. All’interno, ci aspetta il quasi inevitabile scimmiottamento da parte del gruppo Monkey Tribù, critica all’omologazione e riflesso ironico del visitatore che è intento a scattare una foto. Gli uomini di Giannelli, dai visori che ricordano tanto quelli della realtà virtuale, ci fanno entrare in una realtà distorta, quasi apocalittica che ci spinge a riflettere sulla società contemporanea e su un’umanità resa ormai cieca e forse non più tanto umana. 

Parma 360 Festival, Emanuele Giannelli, Humanoid, San Ludovico

Il complesso di San Paolo ospita The Space Between, a cura di Federico Cano Correa di Galleria Caracol. Protagonista dello spazio è l’illustrazione, in particolare i lavori più recenti di Emiliano Ponzi, Bianca Bagnarelli, Antonio Pronostico e Manfredi Ciminale. In un mondo in cui diventano sempre più labili le aree di pertinenza tra umano e intelligenza artificiale, l’illustrazione sopravvive e si reinventa riportandoci all’immagine da contemplare e in cui rivederci. Tantissime le illustrazioni esposte e personalissimi gli stili degli autori, in cui possiamo scovare tecnica digitale, fumetti e arte giapponese. Tra questi anche “Deadline”, la copertina del numero di Gennaio 2024 del New York Times realizzata da Bianca Bagnarelli, in cui tutti noi possiamo forse dire di esserci riconosciuti, in sospeso tra un’epoca nuova e una ormai obsoleta, persi in un mondo fittizio, mentre quello esterno ci sfugge.  

Parma 360 Festival, The Space Between, Complesso di San Polo

Parma 360 è un progetto diffuso sul territorio che, oltre alle mostre, comprende 50 spazi, tra negozi, librerie, ristoranti e studi d’artista. In aggiunta, il 13 aprile inaugura un progetto di riqualificazione e rigenerazione di Galleria Polidoro e Galleria Bassa dei Magnani. La possibilità di rivitalizzare un luogo abbandonato e l’occasione di poter contaminare i linguaggi dell’arte contemporanea con i luoghi storici nel circuito off sono due tematiche cuore del progetto. «Il festival vuole essere capillare – spiega Chiara Canali – e il ruolo dell’arte contemporanea è anche questo, portare l’arte in mezzo alle persone», non solo nei luoghi addetti. 

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