Il trauma dell’assassinio politico della sua famiglia adottiva, perpetrato dalle Ss per rivalsa contro Einstein ha segnato la vita di Paola e Lorenza Mazzetti, nate a Roma nel 1927 e affidate – dal padre Corrado, nell’agosto del 1944 – alla zia Nina e allo zio Robert Einstein. Quando i i tedeschi si presentarono alla villa degli Einstein, nei pressi di Firenze, cercando Robert, ebreo e cugino di Albert Einstein – che all’insorgere del nazismo aveva lasciato la Germania per gli Stati Uniti e che con la sua fama e prestigio era la smentita più evidente alle teorie razziste di Hitler – non trovandolo assassinarono la zia Nina e le sue due figlie, risparmiando solo Paola e Lorenza perché non ebree. Robert si suicidò nel 1945, devastato dal dolore, mentre Paola e Lorenza furono affidate a un tutore.
Con Alessandro Cassin e Davide Spagnoletto – rispettivamente giornalista freelance e vicedirettore del Centro Primo Levi di New York e dottorando di ricerca in Studi Storico-artistici presso l’Università Roma Tre con una ricerca incentrata sugli artisti ebrei in Italia dall’emancipazione alla nascita dello Stato d’Israele – Magazzino Italian Art commemora e non dimentica il Giorno della Memoria con un viaggio nell’eredità artistica di Paola e Lorenza Mazzetti.
Art After War: Paola and Lorenza Mazzetti, inserendosi in un progetto congiunto con altre istituzioni italiane a New York tra cui il Consolato Generale d’Italia a New York e l’Istituto Italiano di Cultura, vuole infatti offrire una prospettiva unica sulla resilienza, la memoria e la potenza della creatività di fronte alle avversità: i relatori Cassin e Spagnoletto analizzeranno i parallelismi tra le pratiche artistiche di Paola e Lorenza e approfondendo come l’arte sia diventata per loro un mezzo per navigare una società ancora influenzata dagli eventi traumatici della guerra e della persecuzione: entrambe le sorelle intrapresero, e condussero nell’intero arco delle loro vite, un percorso creativo, Lorenza nel mondo del cinema, della letteratura e dell’arte e Paola nell’arte e nella psicoanalisi.
Della sua infanzia nella famiglia degli zii, della quotidianità, della presenza ingombrante della propaganda fascista e di quella cattolica, dei pregiudizi sociali, delle formalità borghesi e del rapporto con la sorella (che in realtà era gemella) Lorenza Mazzetti scrisse nel libro Il cielo cade (1961) ricostruendo un momento tragico della sua e della nostra storia e insieme rivivendo la propria infanzia in modo vividissimo. Una frase del libro «Mi può prestare la sua pistola, per favore?» è diventata, negli anni, il titolo di un altro suo libro in cui i traumi, le angosce, le insoddisfazioni e i disagi coltivati fin dalla prima infanzia, alla fine, esplodono tutti insieme: «Sono fuggita di casa per trovare me stessa e per contribuire con le mie forze alla lotta di classe e invece mi perdo, mi sono persa, sono alla mercé del mondo, sono scossa dal mondo esterno fino alle fondamenta, sono un caseggiato che crolla, una torre che frana».
Nel mondo cinematografico invece Lorenza – che negli anni ’50 co-fondò il rivoluzionario movimento Free Cinema insieme a Lindsay Anderson, Tony Richardson e Karel Reisz – avviò il suo percorso con i cortometraggi, K (Metamorfosi) e Un medico di campagna, per esempio, ispirati ai racconti di Franz Kafka, e poi si estese al mediometraggio Together, che ottenne al Festival di Cannes la Mention au film de recherche. I suoi film hanno continuato a circolare nei circuiti d’avanguardia e sono stati presentati in varie mostre, tra cui Free Cinema a Porretta Terme (Bologna, 2010). Il British Film Institute ha recentemente restaurato i film realizzati a Londra e ha prodotto una raccolta DVD intitolata Lorenza Mazzetti Collection che include tre cortometraggi e un nuovo documentario sull’artista realizzato da Brighid Lowe.
Paola invece, nel 1953, co-fondò e diresse la Galleria d’Arte Contemporanea a Firenze, introducendo in Italia per la prima volta le opere di Cy Twombly e Robert Rauschenberg. Anche Lorenza sperimentò nell’arte (e nel teatro, prima fondando il Teatro delle Marionette a Roma e poi dedicandosi a interpretare i sogni dei bambini nelle scuole – fu un esperimento fu finanziato da Franco Enriquez, direttore del Teatro di Roma) mentre Paola – che fu anche un’attiva partecipante al movimento dell’Arte Concreta a Milano ed espose in sedi come la Galleria Acqua Art a Terracina (2018), il Museo del Louvre a Roma (2019) e il Palazzo Sartorio a Roma (2020) – portò le sue ricerche a una svolta interessante intrecciandole con la sua pratica di psicoterapeuta. Ispirandosi al lavoro pionieristico di Ernest Bernhard, Dora Kalff e Barrie Simmons, che sono stati i suoi mentori, Paola Mazzetti seppe sviluppare un approccio unico alla terapia di gruppo, combinando ingegnosamente tecniche della psicologia junghiana, dell’arte e della terapia della Gestalt.
Con immagini di dipinti, disegni e fotografie delle sorelle, estratti da film e interviste, la discussione indagherà il concetto dell’immagine doppia, predominante nell’arte del XX secolo, che nelle opere delle sorelle Mazzetti si fa chiave per esplorare l’interazione tra identità e differenza nell’ambito della memoria. A questo proposito Art After War video e immagini della toccante mostra di Eva Krampen Kosloski, figlia di Paola e nipote di Lorenza, al Memoriale della Shoah di Milano, con le suggestive fotografie che ritraggono il commovente ritorno delle sorelle ai luoghi della loro infanzia, catturando sottilmente il modo in cui la memoria è stata da loro trasmessa.
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