PERFORMANCE NIGHT

di - 2 Giugno 2007

Dopo l’assaggio di “live art” organizzato il 27 maggio scorso presso La Casa Verde di Foligno, a cui hanno preso parte quattro dei sette performer che si esibiranno alla British School domenica 3 giugno, le due curatrici del progetto, Myriam Laplante e Cristiana Perrella, si stanno preparando ad un evento di più ampie proporzioni. Come ci spiega Laplante, infatti, “si tratterà di qualcosa di molto diverso rispetto a Foligno perché anzitutto gli spazi sono diversi, e le performance sono molto spesso create in funzione dello spazio. Inoltre, in quel contesto avevo chiesto agli artisti di proporre delle operazioni più semplici perché si trattava di spazi più piccoli.”
Live/Life, come recita il titolo, si prospetta come una lunga maratona di “vita in tempo reale”, dove ciascun artista, secondo il proprio percorso linguistico, si troverà a dialogare con il luogo scelto per esibirsi incoraggiando la visione attiva e ri-cettiva del pubblico. Tra gli invitati all’evento si registra anche la presenza di un italiano, Giovanni Fontana (Frosinone, 1946; vive ad Alatri) che però, come afferma Cristiana Perrella “è molto noto nel circuito internazionale dei festival di performance”. A marzo ha infatti partecipato al New Territories festival of Live Art di Glasgow, uno degli appuntamenti internazionali di “live art” più importanti. In Italia è conosciuto piuttosto  nell’ambito della poesia e della parola scritta. Proprio a lui spetterà il compito di inaugurare la serata con un’azione che prenderà luogo sulle scalinate della neoclassica Accademia: in veste di oratore arringherà la folla con una voce amplificata e distorta e inviterà il pubblico appena arrivato a prendere parte dell’evento, assolvendo gli onori di casa.

Gli altri partecipanti costituiscono un gruppo piuttosto eterogeneo, composto di performer nati tra gli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta: tre microgenerazioni a confronto. “All’interno del lavoro c’è comunque una grossa continuità a livello di approccio e di temi”, afferma Cristiana Perrella. “Era quindi interessante portare tutti questi artisti qui per la prima volta insieme. Aaron Williamson, ad esempio, è stato anche borsista all’Accademia, e proprio una discussione con lui rispetto alla possibilità di rivedere il contesto in cui erano nate le sue cose, ha fatto scaturire l’idea di questo evento.”
Così Brian Catling (Londra, 1948) occuperà gli spazi del teatro con azioni di tipo situazionista; Sandra Johnston (Londra, 1968, vive a Belfast) si impadronirà dei corridoi della galleria alterandoli impercettibilmente per tutta la durata dell’evento; Alastair Maclennan (Blair Athol, Scozia, 1943; vive a Belfast), giocando con la dimensione temporale e rendendola elemento di riflessione, si esibirà all’aperto; André Stitt (Belfast, 1958, vive a Cardiff), con una scenografia costituita da un tavolo da tappezziere e una citazione di Pasolini, perfomerà in una delle sale espositive della British School per circa tre ore. Infine Aaron Williamson (Londra, 1962) investigherà i limiti del corpo, del linguaggio e delle sue convezioni all’interno del cortile.
A Myriam Laplante (Chittagong, Bangladesh 1954; vive tra Roma e Bevagna) spetterà invece il compito di chiudere la serata con una performance ricapitolativa che ingloberà fisicamente e idealmente tutte le altre: l’artista infatti si muoverà negli spazi agiti precedentemente dai suoi colleghi e raccoglierà tutti i resti delle performance appena avvenute, i materiali di rimanenza come talco, sale, oggetti rotti, e li ingloberà in grossi sacchi neri della spazzatura che mano a mano si legherà alla vita come una gonna enorme e pesante.

Poi, come un atipico dervisho, comincerà a girare su se stessa, mentre il peso la porterà a sbandare e sbattere finchè non perderà completamente l’equilibrio. Ancora Cristiana Perrella ci spiega: “mi piacevano questi due interventi di apertura e chiusura come una sorta di parentesi dentro cui mettere la piccola serie di azioni degli altri performer legate tutte al corpo e alla tematica sociale. Si tratta di operazioni molto diverse dalla performance intesa negli anni Novanta: se si pensa alla Beecroft o a Tino Segal si coglie l’approccio tutto anglosassone degli artisti presenti.”
Myriam Laplante conclude ricordando: “una cosa particolare è che spesso gli artisti, quando arrivano sul posto e sono attratti dallo spazio in cui dovranno agire, creano un’azione che duri nel tempo. Così la maggior parte delle cose che ci saranno dureranno in parallelo per tre, sei o dieci ore e verrà dunque a crearsi una specie di percorso che lo spettatore compirà da una performance all’altra.”

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marta silvi


3 giugno 2007 – Live/Life
Roma, The British School at Rome, Via A. Gramsci 61, 00197
Curatori: Myriam Laplante, Cristiana Perrella
Assistente curatore: Maria Cristina Giusti
Assistente: Fabio Campagna
Info: (+39) 06 32649381; cap@bsrome.it
Orario: domenica 3 maggio, h 6,00 pm – 2,00 am
Ingresso: libero
Ufficio Stampa:Rosanna Tripaldi (+39) 338 1965487
pressoffice@bsrome.itrostrip@hotmail.com


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