24 giugno 2024

L’appartamento Pianetabianco e Superfluo danno vita a un progetto espositivo su Airbnb

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Lo spazio fisico dell’appartamento Pianetabianco si fonde con quello digitale di Airbnb, dando vita a una mostra in divenire, senza principio né fine, in collaborazione con Superfluo

Installazione di Rafa Jacinto

L’appartamento Pianetabianco, sito a Milano, in via Privata Metauro 11, dal 14 aprile si è trasformato in uno spazio espositivo che ospita il progetto Fuori Luogo, nato dalla collaborazione tra lo spazio no profit Superfluo e l’appartamento Pianetabianco e nell’ambito del format espositivo Cattive Compagnie. L’iniziativa indaga la continua trasformazione di uno spazio privato reso pubblico, accessibile attraverso Airbnb, al fine di riflettere sull’ambiguità del concetto di luogo e della labilità dei suoi confini, fisici e non, determinata dalle azioni del soggetto che lo abita.

All’interno dell’appartamento è stata allestita una mostra che ospita opere di vari artisti, fruibile soggiornando nello spazio stesso o accedendo alla piattaforma Airbnb. Altra modalità di accesso e promozione all’iniziativa è consentita attraverso Superfluo, un progetto collettivo di ricerca, produzione e supporto a processi creativi, fondato a Milano nel 2020 e trasformatosi, per l’occasione, nella vetrina di un’agenzia immobiliare, uno spazio curato che affaccia su strada e che può essere visionato in qualsiasi momento da chiunque. Esso si propone di condurre il visitatore in un Supertour della casa, nei momenti in cui questa non è abitata, rendendo pubblico ed espositivo uno spazio privato ed intimo.

Vetrina agenzia immobiliare Superfluo

All’interno dell’appartamento sono state allestite alcune pubblicazioni di Gaia Squarci e Rafa Jacinto: la prima, fotografa e videomaker, si concentra su temi legati alle relazioni familiari e al rapporto tra esseri umani e ambiente, allontanandosi dalla dimensione narrativa descrittiva della fotografia documentaristica.

Installazione Gaia Squarci
Installazione di Gaia Squarci

Il secondo, fotoreporter, utilizza la fotografia come mezzo, restituendo il camminare come pratica artistica attraverso le immagini. All’interno della mostra, Jacinto rappresenta gli interventi apportati sul sottosuolo per la costruzione della nuova Linea Blu della M4, dimostrando quanto queste antropizzazioni modifichino il paesaggio.

Obiettivo del progetto è proprio quello di comprovare gli instabili ed effimeri confini di uno spazio, le percezioni mutevoli di un luogo e delle sue funzioni in base alle scelte, attive e passive, collettive ed individuali, compiute al suo interno. Spazi fisici e digitali si fondono per dimostrare quanto l’azione svolta all’interno di un luogo determini la sua identità, facendogli assumere sembianze e contorni diversi, tanto nell’aspetto oggettivo, quanto nella percezione soggettiva. Ogni spazio, dunque, può modificare repentinamente il suo status in base alle azioni compiute da chi lo occupa scardinando, probabilmente, il concetto di luogo come entità statica e immutabile.

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