Ogni progetto è un atto creativo per l’azienda De Castelli che, nata nel 2003 in provincia di Treviso dall’idea di Albino Celato (quarta generazione di una famiglia di fabbri), ha fatto del metallo – acciaio inox, alluminio, Cor-Ten, ferro, ottone e rame – il suo linguaggio, favorendone l’incontro con grandi progetti, anche di architettura.
Già nel 2014 De Castelli aveva realizzato e sponsorizzato un grande portale in Cor-ten Délabré disegnato da Cino Zucchi, curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Intitolato “Archimbuto”, quel portale rinnovava e sanciva la collaborazione tra l’Architetto e l’azienda veneta che, due anni prima, in occasione della 13^ Biennale di Architettura, lavorarono congiuntamente all’installazione Copycat. Empathy and Envy as form-makers – unico progetto italiano segnalato con Menzione d’Onore dalla giuria internazionale della mostra.
Quest’anno, sempre a Venezia, precisamente sull’Isola della Certosa, e in occasione della 18^ Biennale di Architettura, De Castelli ha collaborato con Studio Formafantasma ed Emanuele Coccia per trasformare un pioppo in un organismo vivente e narrante. Nella poetica installazione intitolata Populus Alba un disco bombato di oltre 1 mt di diametro abbraccia il tronco, un cono alto 1.6 mt spunta dalle radici e tre speaker scendono dai rami. Disegnati da Studio Formafantasma, e giocando sull’analogia degli ottoni strumenti musicali, De Castelli ha realizzato ognuno di questi tre grandi scultorei in ottone DeLabré attivando, attraverso l’accostamento del cellulare, la possibilità di ascoltare e amplificare la voce del pioppo con le parole di Emanuele Coccia.
«Questo progetto ci ha permesso di ampliare la nostra comprensione del complesso dialogo tra materialità e suono. I pezzi che abbiamo progettato hanno accentuato le peculiari qualità acustiche concentrate in un bioma forestale: consentono al visitatore di fermarsi e ascoltare ciò che l’albero ha da dire. La scelta della speciale finitura in ottone ci ha permesso di creare degli oggetti che si fondono sottilmente con il fogliame dell’albero, in continua evoluzione», sostengo Andrea Trimarchi e Simone Farresin, founder di Formafantasma.
Considerata da Albino Celato, CEO dell’azienda «l’occasione per proseguire il percorso sperimentale che contraddistingue il linguaggio di De Castelli, riconosciuta per affiancare al core business aziendale il costante interesse verso l’indagine artistica e l’impegno in progetti di elevato spessore culturale, portatori di valori ambientali, etici, sociali», la collaborazione di De Castelli con Studio Formafantasma si inserisce nel più ampio progetto BioGrounds curato da Domitilla Dardi, con cui il MAXXI di Roma si è trasferito a Venezia in concomitanza con la Biennale di Architettura (ne abbiamo parlato qui).
BioGrounds unisce, nel contesto unico nella già straordinaria Laguna di Venezia, il giardino Alcantara e tre installazioni naturalistiche frutto del dialogo inedito tra artisti, architetti, designer, filosofi e botanici: Andrea Anastasio con Angela Rui, Bêka&Lemoine con Stefano Mancuso e Studio Formafantasma con Emanuele Coccia. La realizzazione di queste opere, che prevedono tutte la partecipazione attiva del pubblico con l’obiettivo di stimolare una riflessione e un’azione collettiva, si accompagna a una nuova coscienza ambientale, che trova nell’Isola della Certosa, fatta di radure e boschi con una biodiversità ricchissima, il luogo perfetto dove la vegetazione spontanea, che convive con strutture storiche e architetture recenti, va ad assorbire le installazioni che diventeranno permanenti.
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