Il nuovo appuntamento di Sondare L’Altrove accoglie nello spazio pesarese di Michele Alberto Sereni l’artista marchigiano Renzo Marasca con la mostra personale “POSE”, una messa in posa di opere che si concedono la vanità di mostrarsi al pubblico per il tempo di una sola giornata. Domenica, 26 febbraio, il Pelicula Studio Fotografico inaugura così un’esperienza fugace curata da Milena Becci e visitabile dalle ore 18 alle ore 20, le cui protagoniste sono delicate e vivaci carte di riso accuratamente dipinte e allestite dall’artista.
Da anni residente all’estero e nato a Jesi, Renzo Marasca torna sulla scena artistica nazionale scegliendo la sua regione d’origine per un progetto che ha saputo sposarsi all’aspetto più metafisico e poetico delle Marche e, al tempo stesso, portare in sé la cultura effimera legata alla luce che l’artista ha potuto conoscere in Portogallo.
Opere come Janela, Fiore, Pavone, Coriandoli, ritmano lo spazio affacciandosi alle pareti al pari di ritratti, o finestre, con ispirazioni floreali che nascono istintive e rifuggono l’eccesso di narratività . Una sola di queste si erge in piedi, sul fondo dello spazio espositivo: la carta si fa scultura e si rivolge direttamente al visitatore. Tutti i lavori esposti sono accomunati da una trasparenza che non è sinonimo di semplicità ma di complessità . La formazione di Marasca come restauratore si rivela, infatti, nell’attenta scelta e sovrapposizione di cere e colori, un susseguirsi di gesti che rievoca la stratificazione pittorica delle grandi opere della tradizione.
Partendo sempre dai colori primari, l’artista lascia ogni segno del suo lavoro su quella che diventa una vera e propria pelle: sulle superfici opache resta leggibile ogni fase del processo di creazione che ha saputo trasformarla, a testimonianza di tutti i ripensamenti e i successivi interventi. L’aspetto materico e manuale riveste per l’artista un ruolo centrale nella creazione delle sue carte dipinte, a partire dall’uso di particolari pastelli, matite colorate e cere acquerellabili pensate per formare una vera e propria patina – la parte sensibile – fino ad arrivare ai dettagli della struttura in ferro, rame e calamite che supporta i fogli e, al contempo, entra visivamente a contrasto nella composizione. La sua è un’invisibilità che prende corpo e permette alle superfici retrostanti di diventare parte dell’opera, come avviene per il telaio sottostante.
La scelta della carta, resistente e fibrosa ma anche delicatissima, come materiale principale anticipa la grande sensibilità e lo sguardo intimista che permeano l’intera mostra e che riescono a regalare uno spiraglio sulla visione di Renzo Marasca.
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