PREMIATA FONDAZIONE

di - 3 Marzo 2009
Ormai è una tendenza nel nostro Paese, e speriamo non si arresti di fronte alla crisi economica. È sempre più amore infatti tra le aziende che si occupano di moda, orgoglio e vanto del made in Italy, e l’arte contemporanea. In comune, ovviamente, innovazione e creatività, comprensione delle mille visioni del mondo e tentativi di anticipazioni del futuro. Aperte al contesto sociale in cui operano, le imprese sembrano irrimediabilmente attratte dall’arte. È quello che ci racconta Giovanna Furlanetto, patron del marchio Furla.

Nel 2000 nasce il Premio Furla, in un contesto, quello italiano, in cui ancora poche aziende credevano nell’arte contemporanea.
Dieci anni fa non solo poche aziende credevano nell’arte contemporanea, ma in generale non vi erano ancora in Italia meccanismi validi che mettessero sistematicamente in movimento il fermento giovanile. Ho sempre creduto nel potere dell’arte di essere al di sopra delle barriere sociali, nella forza stessa dell’arte di creare testimonianze fondamentali nelle diverse epoche storiche. E poi era mio desiderio poter contribuire nel presente alla funzione che l’Italia ha sempre avuto internazionalmente: mi riferisco in particolare al ruolo chiave del nostro Paese dal punto di vista del patrimonio culturale e artistico.

Aveva alle spalle già qualche esperienza nella sponsorizzazione di eventi artistici?

L’attività di Furla in questo settore è più che altro frutto della mia personale passione per l’arte. Essenzialmente mi sembrava naturale incoraggiare i giovani che, in un mondo competitivo come quello di oggi, non sempre trovano le possibilità per emergere…

Come si è mossa?
Tutto ha preso forma grazie all’incontro con Chiara Bertola. Chiara aveva già in mente a grandi linee un progetto molto innovativo di sostegno dei giovani artisti italiani. La collaborazione con un istituto d’importanza storica come la Fondazione Querini Stampalia ha portato nel 2000 alla prima edizione del Premio Furla, a Venezia. L’idea era quindi quella di offrire sulla scena globale un importante spaccato della creatività italiana contemporanea. In pochi anni il Premio è diventato un punto di riferimento internazionale e ha coinvolto nel ruolo di tutor e mentori grandi artisti – Joseph Kosuth, Ilya Kabakov, Lothar Baumgarten, Michelangelo Pistoletto, Kiki Smith, Mona Hatoum e Marina Abramovic – che hanno creduto nel progetto e realizzato per ogni edizione del Premio l’immagine della campagna stampa. Oggi tanti fra gli artisti finalisti o vincitori del Premio Furla – come Massimo Grimaldi, Luca Trevisani, Adrian Paci, Paola Pivi, Lara Favaretto o Alice Cattaneo – lavorano ed espongono nell’ambito di istituzioni prestigiose in Italia e all’estero, e siamo molto orgogliosi di aver contribuito a dare visibilità al loro talento!

Perché vi siete trasformati in Fondazione?
La decisione di dar vita oggi alla Fondazione Furla deriva dalla volontà di garantire continuità alle iniziative culturali già messe in essere da Furla a partire dall’istituzione del Premio. Il nostro impegno è alimentare dei progetti innovativi di promozione di cultura contemporanea, a sostegno della creatività. Una fondazione è un contenitore più ampio per operare.

Nel frattempo il Premio si è evoluto. Quali i nuovi obiettivi che vi siete dati?
A noi si sono affiancati nuovi partner, come il Mambo e più di recente Unicredit, che ci ha dato un sostegno economico. Per questa edizione è stato adottato un nuovo format, mirato a rafforzare sia finanziariamente che progettualmente il sostegno alla creatività, puntando sui fattori della formazione e della produzione di nuovi lavori. Infatti, oltre ad avere la possibilità di studiare e lavorare all’estero in una residenza d’artista (novità già introdotta nella precedente edizione), il vincitore designato sarà invitato a realizzare un’opera finanziata dalla Fondazione Furla, destinata alla fruizione pubblica grazie alla concessione in deposito al Mambo. La possibilità per i giovani artisti di progettare e realizzare nuovi lavori in piena autonomia è un’esigenza particolarmente sentita nel nostro sistema.

Quest’anno vi siete legati ad Artefiera. Con quali vantaggi?
Ai cinque artisti finalisti dell’edizione 2009 (Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Giulia Piscitelli, Alberto Tadiello e Ian Tweedy) è stato chiesto di presentare il progetto originale di un’opera. I progetti sono stati presentati alla fiera di Bologna poiché abbiamo ritenuto quest’evento il contesto più idoneo per un confronto a più voci, anche dal punto di vista teorico e mediatico, vista l’enorme visibilità della manifestazione. La nostra vuole inoltre essere una riflessione sull’idea stessa di progetto e sul ruolo del curatore. Il Premio sarà così anche un’occasione di crescita per la generazione più recente di curatori – come Laura Barreca, Caroline Corbetta, Francesco Manacorda, Alessandro Rabottini e Andrea Viliani – che da anni svolgono una qualificata collaborazione con istituzioni estere.

Ci sono punti di contatto tra ricerca contemporanea e la realtà produttiva che dirige?

In generale sono convinta che la sensibilità artistica porti i talenti a saper anticipare i tempi e a prevedere cambiamenti e nuove tendenze: questo è il punto fondamentale che il mondo dell’arte e quello della moda hanno in comune. Furla ha quindi un occhio attento per tutto ciò che è innovazione, ed è per questo che i due ambiti si incontrano e si influenzano vicendevolmente. Fa parte del patrimonio del nostro marchio l’evoluzione stilistica e qualitativa, in un’ottica di energia, freschezza e spirito di eccellenza. Ritengo che incoraggiare l’arte e la cultura nelle sue varie forme significhi allargare gli orizzonti dell’impresa, ed è anche un esercizio importante per ogni azienda, non solo per quelle che si occupano di moda!

Progetti futuri?
Nell’immediato futuro stiamo procedendo alla nomina di un comitato scientifico internazionale che si occuperà delle iniziative promosse dalla nostra Fondazione. Il comitato prevederà il coinvolgimento di importanti esponenti del mondo della cultura e dell’arte. Quanto ai programmi, sono già in fase di studio e di definizione, ma forse è prematuro parlarne. In ogni caso l’attenzione della Fondazione si rivolgerà all’arte contemporanea, ma non solo. Di sicuro noi ce la metteremo tutta!

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a cura di daniele capra

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 55. Te l’eri perso? Abbonati!


Fondazione Furla
Via Bellaria, 3/5 – 40068 San Lazzaro di Savena (BO)
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