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Premio Caputo, a Napoli un nuovo riconoscimento al dialogo tra impresa e arte emergente
Progetti e iniziative
di redazione
Il legame tra arte e impresa si rinnova attraverso il Premio Caputo, un’iniziativa nata in occasione dei 100 anni del Mulino Caputo, storica azienda napoletana nota per la qualità delle sue farine e la profonda connessione con il territorio. Attraverso il Premio, Mulino Caputo, insieme a Valore Italia, Cassa Depositi e Prestiti, Fondazione Banco di Napoli e Accademia di Belle Arti di Napoli, intende aprire nuove opportunità per giovani artisti, incentivando l’interazione tra il mondo imprenditoriale e la creatività emergente.
La proposta si fonda su un concetto di mecenatismo aggiornato, che va oltre il sostegno economico per coinvolgere le imprese nel supporto attivo e costante alla crescita artistica e alla valorizzazione del territorio. «La nostra famiglia ha deciso di istituire questo Premio perché la gastronomia rappresenta una componente essenziale del nostro patrimonio storico e culturale. I giovani artisti hanno compiuto qualcosa di straordinario: Napoli è e deve rimanere un vulcano di idee, cultura ed emozioni, espressioni di vera qualità», ha spiegato Antimo Caputo, Amministratore Delegato dell’azienda.
I partecipanti del Premio Caputo, studenti e neodiplomati dell’Accademia, sono stati invitati a esplorare il tema Arte e Cibo attraverso una varietà di linguaggi artistici, dalla scultura alla pittura, dai video alla fotografia, fino alle installazioni. Le opere attingono sia dall’immaginario aziendale che dalla vita quotidiana napoletana, partendo da elementi iconici come i “vasci”, gli spazi sociali dei bassi napoletani, e celebrando la tradizione della cucina di strada. Questa estetica collettiva, profondamente radicata nella cultura locale, incontra i valori del Mulino Caputo, che mira a reinterpretare la tradizione “dell’arte bianca” come espressione della storia e dell’identità del territorio.
Le opere in concorso sono ora esposte presso la Fondazione Banco di Napoli, con la curatela di Olga Scotto di Vettimo, docente dell’Accademia di Belle Arti. La mostra, aperta fino al 25 novembre 2024, presenta i lavori dei 28 giovani artisti selezionati, tra i quali spiccano i tre vincitori di questa prima edizione. Il collettivo Error 207, con l’opera Eco, si è distinto per l’approccio alle tematiche di sostenibilità ambientale in sintonia con la visione di Mulino Caputo. Biagio Salvati, con Sacro Caputo, eleva la spiga a simbolo sacro dell’identità aziendale, mentre Luyao Wang, con La pizza della mamma, traduce il cibo in un ponte tra affetti familiari e valori universali. Infine, Ylenia Rongo ha ricevuto una menzione speciale per Scannerizzami, opera che affronta criticamente le aberrazioni contemporanee con un linguaggio che combina ironia e riflessione sociale.
«Esiste un’affinità fondamentale tra l’opera d’arte e l’atto di resistenza, affermava il filosofo francese Gilles Deleuze. Pertanto l’investimento nell’arte e nella formazione artistica rappresenta un’occasione per opporre resistenza all’effimero, producendo ricerca e contribuendo a costruire etici e sostenibili scenari futuri», ha dichiarato Olga Scotto di Vettimo, docente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e curatrice della mostra. «Tali finalità emergono con evidenza nelle motivazioni che sottendono la scelta del Mulino Caputo di dare avvio, in occasione delle celebrazioni dei 100 anni dell’azienda, a una collezione d’arte attraverso l’istituzione del Premio. I 28 partecipanti, dopo un percorso di approfondimento sul tema Arte e Cibo e sostenuti da un co-finanziamento del Mulino Caputo, hanno realizzato opere che restituiscono storie personali e vissuti collettivi, espressione di passione, affetti, memorie e cultura delle tradizioni».
Attraverso il Premio Caputo, Mulino Caputo intende anche accrescere il proprio patrimonio con un nuovo nucleo di opere che saranno esposte nel futuro stabilimento in Molise, a Ripalimosani. Qui, la collezione Caputo-Art diventerà parte del circuito di Museimpresa, l’associazione che riunisce i musei e archivi aziendali italiani, rafforzando il dialogo tra arte, industria e territorio.