Una collezione di opere di alcuni dei più grandi maestri dell’arte italiana del secondo Novecento, interamente dedicata al tema del lavoro in tutte le sue sfaccettature, dai campi arati alle industrie. Si tratta della Collezione Verzocchi e a raccontarla online, a partire dal primo maggio, giornata in cui si celebrano i lavoratori di tutto il mondo, saranno le voci, gli sguardi e le suggestioni degli autori contemporanei. A promuovere il progetto di valorizzazione e di diffusione della importante collezione e dei contenuti culturali e sociali da esse veicolati, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Forlì, in partnership con Città di Ebla.
Lo spazio digitale dedicato alla Collezione Verzocchi nasce da un’idea di Claudio Angelini, Presidente di Città di Ebla e Direttore Artistico di Ipercorpo – Festival Internazionale delle Arti dal Vivo, e di Davide Ferri, curatore indipendente. Sono stati coinvolti Marco Valerio Amico che ha progettato lo spazio digitale e Gianluca Camporesi con Davide Adamo per le riprese video e il montaggio.
Si partirà quindi proprio il primo maggio, data che celebra anche i 60 anni della donazione della Collezione al Comune di Forlì da parte dell’imprenditore Giuseppe Verzocchi. Primi ospiti coinvolti, Cesare Pietroiusti, che proporrà un’azione performativa, e poi Claudio Verna, Gregorio Botta, Cecilia Canziani e Claudio Zambianchi, che commenteranno le pitture di Mario Mafai, Giulio Turcato, Massimo Campigli e Afro. Nelle prossime settimane seguiranno gli interventi di altri autori, in un grande viaggio nella pittura italiana del secondo dopoguerra e nella storia del nostro Paese.
«Fin da quando la frequentavo nel luogo della sua prima collocazione in Pinacoteca a Forlì, per me era chiaro che la collezione meritasse un lavoro vivo e continuativo e si offrisse a una narrazione pressoché infinita e di massimo interesse», ha dichiarato Claudio Angelini. «Lavoro, figurazione, imprenditoria e arte. Questi temi sono stati l’ossatura del nostro operare in EXATR al punto che la Collezione continua a rimanerne il nume tutelare».
«Il racconto attraverso il progetto digitale della Collezione Verzocchi procederà idealmente lungo due fili conduttori», spiegano gli organizzatori. Il primo è la messa a fuoco dello stato della pittura italiana del secondo dopoguerra, un momento di grande vivacità e di dibattito, tra figurazione e l’astrazione. Il secondo sarà, invece «La messa in evidenza del valore di “documento storico” della Collezione stessa, con il racconto, attraverso le opere, di un’Italia che non c’è più».
«C’è poi una ulteriore suggestione alla base di un’altra tipologia di interventi che il progetto digitale ospiterà», ha commentato il curatore Davide Ferri. «Abbiamo immaginato spesso come si comporrebbe oggi, a distanza di circa settant’anni, una collezione di opere di artisti trenta-quarantenni-cinquantenni che parlano di lavoro. Sarebbe possibile ipotizzare uno sviluppo della Collezione Verzocchi facendo i conti con uno scarto temporale così ampio? E sarebbe possibile tradurre le immagini del lavoro di oggi in una galleria di semplici figure? Abbiamo per tanto invitato alcuni artisti visivi a intervenire sul blog attraverso un contributo che va interpretato come una piccola opera “site-specific” che rilanci la sollecitazione di dare forma e vita a immagini e parole che rappresentano il lavoro del presente e le urgenze che sostengono il lavoro dell’artista».
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