Quando si parla di mecenatismo ormai è noto a tutti che, rapportato allo scenario contemporaneo storico e culturale, questo non vede più solamente l’intervento di un privato nel finanziare la produzione di un artista o tutelare un patrimonio culturale, ma diventa esso stesso moltiplicatore culturale ed economico. È chiaro che, ad oggi, l’effetto del mecenatismo porta a generare un processo dinamico e sistemico di interrelazioni fra più parti che non solo generano denaro, ma anche una visione d’insieme, la stessa che diventa musa ispiratrice per una progettualità ampliata.
Una galleria del calibro di Spirale Milano, che vede al timone Massimo Ferrarotti, è uscita da tempo dalla logica canonica dello spazio come contenitore di opere d’arte e come luogo puramente mercantile. Questa, invece, ha un approccio all’avanguardia, proprio grazie alla sua visione, ripensando le logiche della ricerca e dell’investimento proponendo una progettualità interconnessa non solo fra istituzioni dell’arte contemporanea ma anche aziende private di alto profilo. Con il progetto “Private View Art Finance and Business” e il progetto “Artista per un giorno”, di cui l’artista Alessandro Valeri è cofondatore, insieme a Ferrarotti, al Presidente e CEO Bricofer Group SpA, Massimo Pulcinelli, e al direttore di Wealth Advisor Banca Mediolanum, Stefano Pirrone, non solo si ripensano le logiche del collezionismo d’arte moderna e contemporanea, non solo si tratta di corporate finanziarie che investono in arte, bensì si discute anche sulla rifunzionalizzazione e riattivazione di luoghi – antichi palazzi signorili – in grado di generare nuove strategie di investimento creando così economia circolare.
Fino al 30 gennaio, Spirale Milano ha aperto le porte di Palazzo Morgagni con la collettiva “Gli Archetipi dell’Arte Povera ed il primitivismo di Mimmo Paladino”. Alcune monumentali opere scultoree del maestro spagnolo del Surrealismo, Salvador Dalì, sono inserite all’interno dell’edificio dei primi anni del Novecento, dallo stile architettonico elegante e classicheggiante, in contrasto, non solo concettualmente ma anche nella scelta del medium, con la prestigiosa collezione di opere su carta (fotografia, litografia, serigrafia) della storica Galleria Christian Stein e un nucleo di opere di Valeri.
Il fruitore viene accolto dal tempo dell’immagine, delle arti visive e della grafica d’arte. Ogni sala vede come protagonisti artisti internazionali che dagli anni ’60 fino ad oggi hanno reso Roma, ma anche l’intero scenario artistico del tempo, un palcoscenico intellettuale e creativo estremamente raffinato. La scelta di raccogliere una collezione di opere su carta rimanda, però, non tanto alla loro presunta riproducibilità, quanto piuttosto all’esaltazione del processo, della manualità e del pensiero, aspetti – questi – che ne sottolineano invece il carattere di unicità. Le opere su carta “Acqua forte e Acquatinta” (1993) di Mario Merz, nel loro movimento spiralifome, testimoniano l’energia autoalimentante dell’organico che ne informa il suo processo. Allo stesso modo l’armonioso meccanismo del pensiero tautologico che trova lusinghe nell’epifania dell’immagine viene espresso nelle litografie a colori di Giulio Paolini (“Trionfo della rappresentazione”, “L’artista è assente”, 1986), come il ridisegnare lo spazio dell’arte di cui ciascuna sua opera è progetto.
E ancora, con le opere di Mimmo Paladino, l’arte diventa «un combattimento: un corpo a corpo con la materia da forgiare, plasmare, modellare». Svincolati dalle logiche confinanti del medium, che spaziano dalla natura plastica della pasta pittorica alla peculiarità dell’incisione, «I suoi quadri […] sono colmi dell’iconografia dei riti» (Norman Rosenthal, 1984). Alle opere poliedriche di Paladino, infine, vengono affiancate – salendo al terzo piano del Palazzo – quelle dell’artista Alessandro Valeri. In mostra, Valeri raccoglie parte della sua produzione artistica fotografica e installativa (“parlami di te”), tratte dalla personale”An Iron Ring”, esposte precedentemente nel 2020 al MAXXI, come testimonianza diretta dell’esperienza vissuta presso l’orfanotrofio di Tzippori a Nazareth. È da tale esperienza, che, come musa ispiratrice, Valeri, Ferrarotti e Pulcinelli ideeranno “Artista per un giorno”, progetto che vedrà l’introduzione all’interno di punti Bricofer in tutta la nazione, di opere su carta realizzate durante attività laboratoriali e selezionate da un comitato scientifico il cui ricavato dell’acquisizione verrà poi successivamente donato all’orfanotrofio.
Curata da Stefano Raimondi, MOCKUPAINT di Oscar Giaconia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone rimarrà aperta fino al 26 gennaio…
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…
Aperte fino al 2 febbraio 2025 le iscrizioni per la sesta edizione di TMN, la scuola di performance diretta dall’artista…
Fino al 2 giugno 2025 il Forte di Bard dedica una mostra a Emilio Vedova, maestro indiscusso della pittura italiana…