Di ritorno dalle ferie agostane, bisogna sperimentare, ascoltare e vivere
dictat fatti di
contaminazioni,
multimedialità e
interattività. Ecco le parole d’ordine dominatrici, in concomitanza, di due manifestazioni di primo piano: l’istituzionale
MiTo Festival e il più
avant-gardeMusic Across Festival. Spetterà a quest’ultimo dare la nota d’abbrivio più alternativa alla scena sonoro-culturale di Milano.
Da domani al 14 settembre, infatti, per tre lunghi giorni al Rolling Stone, ai Magazzini Generali, alla Casa 139 e alla Salumeria della Musica suonano 35 artisti provenienti da 14 Paesi diversi, passando dal pop-rock allo ska/reggae, dalla techno all’heavy metal, dal country-folk all’elettronica sperimentale, dal cantautorato all’alternative rock.
Contemporaneamente a questi appuntamenti,
Music Across, per la sua anteprima al pubblico, si propone anche negli spazi dell’Arena Civica attraverso la commissione, produzione ed esecuzione di
Indeepandance. Titolo dal timbro curioso, che anticipa la grandezza di un’opera audiovisiva realizzata in tredici capitoli; struttura composta dalle immagini, dalle esperienze e dalle
interferenze disciplinari di un insolito gruppo di creativi. Un’équipe che per cinque mesi ha reso il compositore
Vittorio Cosma, il duo artistico dei
Masbedo e lo scrittore
Aldo Nove un ricettacolo narrativo di vissuti e sensibilità.
“
Abbiamo creato, grazie alla supervisione di Caterina Caselli Sugar, un contenitore visivo”, spiega Niccolò Massazza dei Masbedo.
“
Una struttura che supporterà quattro megaschermi di sedici metri di lunghezza e nove di altezza. Su di essi scorreranno le immagini del viaggio musicale e iconografico [un’ora e dieci minuti di filmato, N.d.R.] che abbiamo interpretato come allegoria dell’Uomo e dell’Universo in cui egli abita”. A cosa può essere paragonata allora
Indeepandance? “
È una sorta di cattedrale, realizzata da una struttura ossea metallica, reticolare. Parlo di cattedrale per due motivi. Il primo è perché all’interno di questa impalcatura suoneranno dal vivo Howie B, i Marlene Kunz e il violoncellista Morelenbaum; personalità degne di risiedere in un vero tempio della musica e delle arti. Mentre il secondo motivo è dato dalla relazione di sacralità dell’esperienza che vorremmo instaurare con lo spettatore-visitatore. Chi starà all’interno di Indeepandance dovrà necessariamente alzare gli occhi per poter contemplare a 360 gradi i tredici capitoli che abbiamo tradotto in immagini attraverso la scrittura della nostra sceneggiatura visiva”.
“
Durante cinque mesi di progetti, incontri, richieste di partecipazione e riprese”, racconta Iacopo Bedogni, il secondo membro dei Masbedo gruppo che -“Exibart” è in grado di anticiparlo- è tra gli artisti che hanno già aderito al Premio Terna organizzato dalla multinazionale elettrica italiana, “
abbiamo capito che volevamo riproporre all’interno del Festival un ambiente a sé stante. Una dimensione visiva che creasse riflessioni sulle individualità dell’Uomo e sulla sua singolare volontà che lo spinge alla solitudine. Quel particolare istinto creativo votato, usando un’espressione di Gillo Dorfles, votato al raccoglimento interiore e al recupero di tutti i propri ‘intervalli perduti’”.
E il ruolo dell’arte visiva in tutto ciò?
“
Questo contenitore deve veicolare la pluralità delle singole identità artistiche che hanno collaborato al progetto, seguendo un preciso compito da realizzare a due livelli”, prosegue Bedogni. “
Bisogna innanzitutto dare risalto al fatto che l’arte contemporanea è ormai diventata un movimento di sincronizzazione fra le varie discipline. Letteratura, musica, danza, teatro e arte, grazie alla multitecnologie devono fondersi e cambiarsi di posto più spesso, senza pietrificarsi all’interno di nicchie autoreferenziali. In secondo luogo è necessario che il nucleo narrativo, come nel caso di Indeependance, resti centrato sull’unicità del sentire e sull’individualità del vivere, trasmettendo quella volontà di sapere e di meraviglia che porta l’uomo a trovare nei contenuti del suono un’armonia per arrivare al silenzio”.
Le immagini e le musiche di
Indeepandance provengono infatti anche dagli studi di registrazione della Real World di Peter Gabriel in Inghilterra, con Richard Evans e David Rhodes; dall’Islanda di Björk e dei Sigur Rós, nei cui studi e con l’aiuto del suo staff sono state realizzate parte delle composizioni; poi da Londra, dove ha dato il suo contributo Stewart Copeland dei Police, da Zagabria con l’Orchestra della Radio di Stato e dalla sapienza di Borgar Magnason. Senza contare infine la partecipazione di Elisa, delle letture poetiche di Michel Houellebecq, dei Múm e di Gianni Maroccolo.
Al termine di
Indeepandance, Howie B, Dorfmeister e Boosta proporranno, nel corso delle tre serate di festival, un’installazione sonora dal titolo
Silent Disco, un’innovativa dj session nella quale ogni spettatore verrà dotato di una cuffia auricolare per poter ballare con la musica dentro, immerso nel silenzio.