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04
luglio 2008
PUBLIC ART AL TELEFONO
Progetti e iniziative
Sei artisti internazionali, altrettante opere monumentali e site specific. E un’azienda che individua l’arte contemporanea come metafora della qualità della vita. Nella cornice di un paesaggio affascinante, prende vita il progetto Tiscali Arte. Fra tradizione e innovazione...
di Santa Nastro
A Sa Illeta, in provincia di Cagliari, ha recentemente inaugurato un progetto che coniuga il tema della responsabilità sociale d’impresa all’arte contemporanea. Si tratta di una di quelle fortunatamente non più rare occasioni in cui i valori aziendali vanno a identificarsi e convogliarsi nei circuiti virtuosi prodotti dall’arte contemporanea, che ne diventa, con le sue opere, i suoi messaggi, i suoi operatori, immagine, testimonial, strategia o semplice indice di un arricchimento di squadra e di uno spirito illuminato.
Numerosi sono oggi, in Italia, in un panorama in cui l’arte deve per forza di cose guardare sia al pubblico che al privato, gli esempi di questa relazione amorosa, studiata, osservata, ambita, talvolta guardata a vista dagli operatori del settore, ma che ha dato inequivocabilmente frutti fecondi, in grado di concretizzarsi nelle forme più disparate: dalle fondazioni, come le famosissime Prada, Teseco, Trussardi e la neonata Furla di Bologna, già patron di un riconosciuto Premio dedicato ai giovani, alle gallerie d’arte, vedasi Byblos, alle collezioni come la Maramotti di Max Mara, anch’essa sostenitrice di un prestigioso Premio, fino ai festival, come suggerisce l’esperienza calabrese del Lanificio Leo.
A queste esperienze, ma con caratteristiche differenti, si aggiunge il progetto Tiscali Arte, che la curatrice Gail Cochrane definisce un unicum in Italia, ideato dal fondatore dell’azienda, l’attuale presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, nel 2003. Di olivettiana memoria, il progetto, work in progress realizzatosi nell’arco di cinque anni di visiting, brainstorming, confronti tra i soggetti coinvolti, ha dato alla luce opere di artisti come Olafur Eliasson, Alberto Garutti, Pinuccio Sciola, Maria Lai, Grazia Toderi e Michelangelo Pistoletto, che ha concluso il percorso con un’opera datata 2008.
L’originalità del progetto, afferma la curatrice, “sta nella sua natura site specific. Le opere, inalienabili, nascono e sono vincolate al Tiscali Campus che ha scelto l’arte contemporanea come linguaggio in grado di semplificare i concetti di eticità e responsabilità sociale dell’azienda, attraverso i valori di tradizione, innovazione, sostenibilità naturale e culturale”. All’interno della cornice formata da queste parole chiave s’inserisce, insomma, un discorso articolato che ha come principale obiettivo la fidelizzazione della comunità che vive, si confronta, lavora al Campus attraverso un codice universale che riassuma l’identità dell’azienda.
Una identità fatta di un legame profondo con il genius loci, testimoniato dall’utilizzo di materiali e dalla proposta di un lirismo che prende vita dal territorio -si pensi alla Pietra Sonora di Pinuccio Sciola o più specificamente a Quanti mari navigare di Maria Lai-, ma di un inevitabile attaccamento al progresso, strettamente legato alla sua mission, testimoniato dagli inserti multimediali e tecnologici offerti dagli artisti e dalla complessità dei temi affrontati, in cui Ipertesto di Michelangelo Pistoletto o la straordinaria creazione di Olafur Eliasson, Fog Doughnut, si rendono esempi emblematici.
Opere monumentali, talvolta interattive, che si stagliano sul landscape aspro ma generoso della natura sarda, o che vanno a interloquire con le architetture dell’edificio aziendale, connotandolo di input contestuali alle tematiche della comunicazione e della rete. Il messaggio che vuole passare attraverso quest’operazione di public art è che l’arte contemporanea, rapportata con uno spazio e un ambiente circostante consoni, possa costituire da valore aggiunto all’esperienza lavorativa, aumentare la qualità della vita, nutrire la mente di chi vi si approccia, essere fonte di ispirazione con la propria “bellezza intelligente”, per dirla ancora con Cochrane. Ma non solo.
Il progetto, infatti, rincara Mario Mariani, amministratore delegato di Tiscali, “è diventato un asset importante per l’azienda. Avendolo recentemente lanciato grazie al completamento dell’installazione di Michelangelo Pistoletto, da oggi in avanti è nella sua piena maturità per essere goduto anche da chi, appassionato o neofita di temi legati all’arte, abbia voglia di conoscerlo o semplicemente vedere. Le nostre porte sono aperte a chiunque lo volesse visitare”.
L’idea, invece, di incrementare il percorso con nuove installazioni appare lontana dall’orizzonte di Mariani: “Il progetto”, aggiunge, “è già molto ricco. Più che implementarlo ci preme valorizzarlo”.
Numerosi sono oggi, in Italia, in un panorama in cui l’arte deve per forza di cose guardare sia al pubblico che al privato, gli esempi di questa relazione amorosa, studiata, osservata, ambita, talvolta guardata a vista dagli operatori del settore, ma che ha dato inequivocabilmente frutti fecondi, in grado di concretizzarsi nelle forme più disparate: dalle fondazioni, come le famosissime Prada, Teseco, Trussardi e la neonata Furla di Bologna, già patron di un riconosciuto Premio dedicato ai giovani, alle gallerie d’arte, vedasi Byblos, alle collezioni come la Maramotti di Max Mara, anch’essa sostenitrice di un prestigioso Premio, fino ai festival, come suggerisce l’esperienza calabrese del Lanificio Leo.
A queste esperienze, ma con caratteristiche differenti, si aggiunge il progetto Tiscali Arte, che la curatrice Gail Cochrane definisce un unicum in Italia, ideato dal fondatore dell’azienda, l’attuale presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, nel 2003. Di olivettiana memoria, il progetto, work in progress realizzatosi nell’arco di cinque anni di visiting, brainstorming, confronti tra i soggetti coinvolti, ha dato alla luce opere di artisti come Olafur Eliasson, Alberto Garutti, Pinuccio Sciola, Maria Lai, Grazia Toderi e Michelangelo Pistoletto, che ha concluso il percorso con un’opera datata 2008.
L’originalità del progetto, afferma la curatrice, “sta nella sua natura site specific. Le opere, inalienabili, nascono e sono vincolate al Tiscali Campus che ha scelto l’arte contemporanea come linguaggio in grado di semplificare i concetti di eticità e responsabilità sociale dell’azienda, attraverso i valori di tradizione, innovazione, sostenibilità naturale e culturale”. All’interno della cornice formata da queste parole chiave s’inserisce, insomma, un discorso articolato che ha come principale obiettivo la fidelizzazione della comunità che vive, si confronta, lavora al Campus attraverso un codice universale che riassuma l’identità dell’azienda.
Una identità fatta di un legame profondo con il genius loci, testimoniato dall’utilizzo di materiali e dalla proposta di un lirismo che prende vita dal territorio -si pensi alla Pietra Sonora di Pinuccio Sciola o più specificamente a Quanti mari navigare di Maria Lai-, ma di un inevitabile attaccamento al progresso, strettamente legato alla sua mission, testimoniato dagli inserti multimediali e tecnologici offerti dagli artisti e dalla complessità dei temi affrontati, in cui Ipertesto di Michelangelo Pistoletto o la straordinaria creazione di Olafur Eliasson, Fog Doughnut, si rendono esempi emblematici.
Opere monumentali, talvolta interattive, che si stagliano sul landscape aspro ma generoso della natura sarda, o che vanno a interloquire con le architetture dell’edificio aziendale, connotandolo di input contestuali alle tematiche della comunicazione e della rete. Il messaggio che vuole passare attraverso quest’operazione di public art è che l’arte contemporanea, rapportata con uno spazio e un ambiente circostante consoni, possa costituire da valore aggiunto all’esperienza lavorativa, aumentare la qualità della vita, nutrire la mente di chi vi si approccia, essere fonte di ispirazione con la propria “bellezza intelligente”, per dirla ancora con Cochrane. Ma non solo.
Il progetto, infatti, rincara Mario Mariani, amministratore delegato di Tiscali, “è diventato un asset importante per l’azienda. Avendolo recentemente lanciato grazie al completamento dell’installazione di Michelangelo Pistoletto, da oggi in avanti è nella sua piena maturità per essere goduto anche da chi, appassionato o neofita di temi legati all’arte, abbia voglia di conoscerlo o semplicemente vedere. Le nostre porte sono aperte a chiunque lo volesse visitare”.
L’idea, invece, di incrementare il percorso con nuove installazioni appare lontana dall’orizzonte di Mariani: “Il progetto”, aggiunge, “è già molto ricco. Più che implementarlo ci preme valorizzarlo”.
santa nastro
Progetto Arte del Tiscali Campus – Collezione permanente
S.S. 195 Km 2.300 (zona Sa Illetta) – 09122 Cagliari
Info: www.tiscali.com
[exibart]