Seminari, mostre, incontri, azioni partecipative e diffuse sul territorio, perché la memoria storica del 25 aprile restituisce un’occasione preziosissima per avviare una riflessione collettiva sul nostro tempo, da sviluppare anche attraverso i linguaggi dell’arte. Da questi presupporti prende le mosse Quando un posto diventa un luogo, progetto di Annalisa Cattani incentrato sui valori della Resistenza e che, da dieci anni, coinvolge gli Istituti scolastici di Imola, città che, il 12 giugno 1984, fu insignita della Medaglia d’oro al valor militare «Per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua partecipazione alla lotta partigiana durante la Seconda guerra mondiale».
Iniziato nel 2009 in diverse città italiane (Bolzano, Trieste, Cremona, Siena), il progetto portato avanti dall’artista, che insegna anche alle Accademie di Belle Arti di Ravenna e di Bologna, si è sviluppato attorno ai concetti di memoria e di monumento, diventando, negli ultimi due anni, un laboratorio in progress di scambio tra otto Paesi europei sull’idea di Arte Pubblica Partecipata e Community based. Il concept è risultato tra i migliori progetti vincitori del programma CERV – Citizens, Equality, Rights and Values Programme della Comunità Europea, in collaborazione con Sern, per gli aspetti innovativi inerenti il tema dell’Arte Pubblica.
Con la collaborazione di Marco Orazi del Cidra e dei Musei di San Domenico e con il supporto dell’ANPI e del Comune di Imola, Quando un posto diventa un luogo ha trovato una sua sede a Imola nel 2014 per celebrare il 75mo anniversario della Liberazione. «Questo programma è continuato negli anni con lo scopo di sviluppare consapevolezza dei valori condivisi e affezione al proprio territorio e alla propria identità», spiegano gli organizzatori. «Monumenti, targhe, cippi, che sono sempre sotto i nostri occhi, vengono guardati dai ragazzi in maniera diversa e “reinaugurati” ogni anno.
Gli studenti hanno adottato i diversi monumenti, li hanno ricreati storicamente e idealmente dando vita e memoria a spazi dimenticati, tramite performance, percorsi attraverso la città, installazioni e altri interventi di arte contemporanea, per rendere la memoria viva e condivisa».
Quest’edizione, oltre a scandire dieci anni di attività, segna la chiusura del progetto europeo Art4 Rights When a Space becomes a Place, durato due anni e vinto all’interno del programma CERV, in collaborazione con Sern e otto stati europei. Italia, Croazia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Svezia, hanno promosso a livello internazionale lavori artistici dedicati alla memoria e ai diritti europei, trasformando posti anonimi o dimenticati in luoghi familiari rivitalizzati e ricondivisi, promuovendo diritti e valori. Le città e località europee coinvolte dal programma sono state: Daugavpils City (Lettonia), Amadora (Portogallo), Buzet (Croazia), Kassel (Germania), EcoFellows (Finlandia), Linkoping (Swezia), Rural Hub (Irlanda). Città capofila è Imola dove si conclude il progetto.
Ogni tappa ha visto la presenza di tutti i partner coinvolgendo artisti, curatori, critici d’arte e mediatori: per l’Italia l’artista Claudia Losi, Annalisa Cattani, artista e ideatrice del progetto, Susanna Ravelli, curatrice, artista e tra gli animatori della casa degli Artisti di Milano, e il critico e curatore indipendente Pietro Gaglianò. La fase di progettazione internazionale ha visto il coinvolgimento di Università e Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale della Regione: Accademia di Belle Arti di Bologna, Accademia di Belle Arti di Ravenna, Fondazione Accademia Internazionale di Imola “Incontri con il Maestro”, Isia di Faenza, Conservatorio Statale “Giuseppe Verdi” di Ravenna e Università degli Studi di Ferrara. Nel corso degli anni hanno partecipato al progetto, tra gli altri, Alessandra Pioselli, Francesca Guerisoli, Serena Carbone, a.titolo Francesca Comisso, Luisa Perlo, Lisa Parola, Anna Detheridge, Pier Luigi Sacco, Emanuela De Cecco, Roberto Pinto, Marco Scotini, Letizia Ragaglia, Alexandra Pan.
Nell’ultima tappa a Imola, il 24 e 25 aprile 2024, prenderanno vita numerose iniziative, tra dibattiti, esposizioni, letture, momenti musicali e performativi e l’inaugurazione di un’opera site-specific e permanente di Annalisa Cattani che, nel corso della sua ricerca, ha ideato numerosi progetti di arte pubblica ed è stata, nel 1997, tra i promotori di Oreste, considerato oggi tra i principali progetti di arte relazionale in Italia. Gli eventi di questi due giorni sono inseriti in un calendario che ha preso avvio il 13 aprile scorso, con un progetto didattico intorno alla lapide per le vittime dell’eccidio di Pozzo Becca – una strage atroce perpetrata dai fascisti locali contro partigiani delle Brigate Garibaldi e Matteotti pochi giorni prima della liberazione di Imola nel 1945 – e terminerà il 13 maggio.
In apertura della due giorni imolese, il 24 aprile, si terrà un seminario dedicato all’intero progetto, dal titolo When a place becomes heritage, ospitato nelle sale dello splendido Palazzo Tozzoni, con gli interventi di Gabi Scardi, critica e curatrice, e di Susanna Ravelli. Il 25 aprile sarà inaugurata, presso l’Ex Caffè Bacchilega, la mostra When a Space Becomes a Place / ART4Rights dove saranno esposti tutti i progetti realizzati durante le tappe europee. Ogni lavoro, scaturito nel corso di questo lungo viaggio per l’Europa, è il frutto di una ricerca intorno a luoghi da reinventare, costruire, curare, restaurare e riportare alla memoria delle comunità: scuole, alberi, boschi, vecchi mulini, biblioteche performative e nuovi archivi popolari sono andati a costruire, nell’arco di due anni, una rete di gesti, di voci, di volti e di segni in cui il comune denominatore sono i diritti dei singoli e delle comunità.
Nel segno del progetto originario, Imola continuerà l’opera di rivitalizzazione dei memoriali della Resistenza dando corpo a una riflessione sui monumenti al partigiano e alle staffette – e più in generale su ogni tipo di opera monumentale – che si traduce nella creazione dell’installazione permanente e site-specific di Annalisa Cattani, Il Piedistallo Vuoto, una base in marmo rosa, «Materializzazione dell’assenza di monumenti dedicati alle donne e della necessità di realizzare un palco di marmo, un piedistallo, per celebrare soggetti vivi a cui dare voce», che sarà presentata in Piazza Matteotti, il 25 aprile.
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