04 maggio 2020

Quattro progetti fotografici su Instagram, per raccontare i tempi del Coronavirus

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Durante il confinamento, sono nate varie iniziative di condivisione visiva su Instagram: ecco quattro progetti fotografici che raccontano questo tempo sospeso

In risposta al coronavirus che ci trattiene in casa da mesi, la comunità di Instagram ha reagito proponendo diverse iniziative fotografiche che continueranno anche durante la Fase 2. Se gli unici assembramenti che ci sono consentiti sono negli spazi virtuali, allora la condivisione di immagini è il nostro unico mezzo per unirci. Così, la fotografia è diventata un canale strategico per nuove soluzioni e forme di espressione. Ecco quattro progetti fotografici su Instagram che raccontano i tempi del Coronavirus da vari punti di vista.

Puoi Respirare

Il 10 marzo è iniziato il lockdown e un gruppo di giovani fotografi dell’ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia di Roma ha creato quello che è diventato il primo diario visivo online di questa esperienza.  Puoi respirare così si intitola la pagina Instagram che scandisce il tempo di queste giornate attraverso la fotografia. Ispirato alla modalità narrativa di Nan Goldin, il progetto ha preso avvio con le foto degli studenti e ha poi coinvolto l’intera comunità social. Il titolo si riferisce alla serenità e il sollievo generati dalla condivisione virtuale di sensazioni personali. Per partecipare all’iniziativa basta inviare alla pagina la propria foto scrivendo luogo, data e orario dello scatto. Tutto quello che non appare sul feed della pagina, viene condiviso nelle stories. Terminato il confinamento, l’idea dei fondatori è di lanciare una campagna crowfounding per riuscire a pubblicare un libro fotografico che racconti questo diario visivo.

Officinefotografiche

Oltre alle lezioni gratuite offerte online, Officinefotografiche ha lanciato su Instagram il progetto #theviraldiaries, I diari della (r)esistenza. L’iniziativa, aperta a tutti, è un modo per “resistere” a questa reclusione forzata attraverso il racconto fotografico. Alcuni degli scatti saranno selezionati dallo staff di Officine Fotografiche per realizzare un’esposizione nelle sedi di Roma e Milano. Le immagini possono essere condivise con l’hashtag #theviraldiaries #officinefotografiche.

Quarantaine Vestimenataire

L’artista e designer francese Jeanne Vicerial, in occasione della sua residenza all’Accademia di Francia a Roma, ha lanciato il progetto Quarantaine Vestimenataire sul suo profilo Instagram. Lo scopo è di costituire una sorta di diario visivo del tempo passato in isolamento, unendo i vestiti da lei realizzati con un immaginario visivo più o meno direttamente legato alla quarantena. Il progetto si avvale della collaborazione di Leslie Moquin, fotografa borsista, che ha immortalato l’artista mentre indossava le sue creazioni. L’iniziativa è durata 40 giorni e si è conclusa il 20 aprile, diventando, per tutta la sua durata, un simbolo di positività ed empatia.

 

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__ QUARANTAINE VESTIMENTAIRE __ jour n°35 : ” bocca di rosa ” Vogliamo anche le rose 🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺 As we come marching, marching in the beauty of the day, A million darkened kitchens, a thousand mill lofts gray, Are touched with all the radiance that a sudden sun discloses, For the people hear us singing: “Bread and roses! Bread and roses!” 🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺🌺 As we come marching, marching, we battle too for men, For they are women’s children, and we mother them again. Our lives shall not be sweated from birth until life closes; Hearts starve as well as bodies; give us bread, but give us roses! As we come marching, marching, unnumbered women dead Go crying through our singing their ancient cry for bread. Small art and love and beauty their drudging spirits knew. Yes, it is bread we fight for — but we fight for roses, too! As we come marching, marching, we bring the greater days. The rising of the women means the rising of the race. No more the drudge and idler — ten that toil where one reposes, But a sharing of life’s glories: Bread and roses! Bread and roses! Bread and Roses poeme de James Oppenheim repris comme slogan lors de la manifestation des ouvrières textiles de Lawrence, Massachusetts en janvier-mars 1912, aujourd’hui connue aux états-Unis sous le nom de « Bread and Roses strike » day n°35 : ” bocca di rosa ” Vogliamo reeds the pink Bread and Roses poem by James Oppenheim used as a slogan at the January-March 1912 protest of women textile workers in Lawrence, Massachusetts, now known in the United States as the “Bread and Roses strike”. ______ Photographie selfie 🤳 merci à @esse.vith ❤️❤️❤️#coronavirus #covid #covid19italia #coronavirusitalianews #cliniquevestimentaire #jeannevicerial #fashion #fashionrevolution #couture #textile #textiledesign #masque #masquevisage #mask #research #fleurs

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fotoriVOLTAilvirus

Il liceo Volta di Milano ha invitato i propri studenti a condividere delle foto per descrivere la quarantena e l’impatto che ha avuto su di loro la chiusura delle scuole. Le foto pubblicate ci mostrano scorci di una quotidianità insolita che va dalla solitudine dei parchi e degli interni dei supermercati a scatti più intimi e riflessivi. Ognuno di questi è accompagnato da una didascalia dell’autore ed è stato condiviso sulla pagina Instagram del liceo.

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