Andrea Viliani direttore della
Galleria Civica di Trento. Com’è nata la tua nomina?Da un concorso pubblico, che ho
vinto.
Una delle novità della nuova
Civica è la forma giuridica. Quali i vantaggi di essere Fondazione? Quali gli
oneri e gli onori nell’essere una delle prime fondazioni pubblico-private nel
settore?Ci aggiorniamo al prossimo anno?
Tutto è relativamente nuovo, in effetti, ma la Fondazione può contare sullo
straordinario appoggio del Servizio Cultura del Comune di Trento e
sull’entusiasmo di tutti i soggetti coinvolti in questo progetto,
necessariamente in evoluzione. Le istituzioni ci mettono tempo per
strutturarsi, quindi… all’anno prossimo!
La prima mostra che curerai
punta a ripercorrere i vent’anni di vita della Galleria e il suo rapporto con
la città…La mostra è la storia di
un’istituzione. La Civica è stata del resto uno dei pochi “non-musei” che in
questi vent’anni ha tenuto vivo il dibattito sul ruolo delle istituzioni
culturali, sia in relazione al sistema dell’arte nazionale sia in relazione ai
grandi cambiamenti politici, sociali, economici in corso. La mostra dedicatele
non adotta quindi parametri esclusivamente scientifici, ma li incrocia con una
visione obliqua, traccia la potenzialità e non solo la realtà dei programmi e
dell’agenda istituzionale, presenta le ipotesi accanto ai fatti, i progetti
realizzati e quelli solo pensati, guarda al passato e si rivolge al futuro.
La Galleria ha un nuovo
indirizzo e un nuovo ingresso. Cos’è cambiato in realtà negli spazi? Sono stati
effettuati dei lavori?Sì, molti. Abbiamo affidato la
“riconcezione”, più che il restauro, della Galleria a Massimo Bartolini, che
l’ha trasformata nell’Archivio del Futuro – Fondazione Galleria Civica di
Trento.
Il programma è stato rivelato
fino al gennaio 2010. Cos’hai in programma per l’anno prossimo? Quali nomi,
strategie e linee di condotta seguirai?Vorrei concepire la Fondazione
come una forma narrativa. Questo è solo l’incipit, e se ho messo voglia di
saperne di più è un buon incipit…
La voglia di saperne di più
c’è, eccome. E non è che Andrea Viliani sia stato così “abbottonato”.
Tutt’altro. Ma per saperne di più non vi resta che aspettare il prossimo numero
di “Exibart.onpaper”, sul quale verrà pubblicata la versione integrale di
quest’intervista. Dove il neodirettore della Galleria Civica di Trento illustra
più dettagliatamente il proprio progetto curatoriale, la rinnovata articolazione
degli spazi e le linee guida per interagire col territorio. Il suo asso nella
manica si chiama collaborazione. Del resto, nella città del Concilio non poteva
essere altrimenti…
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Andrea Viliani è un raccomandato. Il papà collezionista che sostiene i musei in cui va il figlio. Ed i musei ovviamente lo nominano prima curatore poi, in questo caso, direttore.
A loro conviene, si mette in moto una macchinina economica.
Concorso pubblico che ha vinto... ma come? Fatevelo raccontare dagli altri protagonisti della vicenda. Forse a questo punto meglio l'incarico diretto, meno ipocrita. Sulle competenze di Viliani come curatore non si discute ma il ruolo che riveste è una pagliacciata (Eccher ndr.), basta vedere come non sta gestendo l'affaire Favaretto
la fonazione, oggi e ieri, fa parte del meglio nel panorama italiano. Propio per questo va concetrata su queste realtà una maggiore attenzione "critica". Vorrei chiedere a Viliani su quali basi sono state fatte le scelte su i supergiovani: andreotta calò e meris angioletti (con una personale a 60km da treno 3 mesi fà). Per Rosa Barba e Rossella Biscotti posso capire, per quanto la Barba sia molto conforme ad uno streotipo di video arte.
interessante
ma con quale faccia tosta uno che è conosciuto come raccomandato e leccapiedi dice di aver avuto il posto grazie a "un concorso pubblico, che ho vinto", ad agosto magari...
Dev'essere il nuovo che avanza. Un raccomandato che invita artisti raccomandati... ragazzi mi raccomando!
Se concorso c'è stato non è stato minimamente promosso. Ormai fanno quello che vogliono la deriva sta asuumendo aspetti inquietanti, a Maraniello, stessa nidiata, hanno anticipato la conferma del mandato di mesi per imedire che qualcuno, legittimamente, proponesse la sua candidatura a Bologna
I musei sono diventate delle strutture obsolete, svolgono una funzione totalmente inutile. Chi ne sia il direttore fa poca diferenza. L'unica cosa che li distingue sono le diverse frequentazioni.
In bocca al lupo a Villani. Ma lasciamolo lavorare! Non ho ancora visto la mostra, ma suppongo sia consistente.
Per quanto riguarda la selezione di certo non si può dire che il concorso sia stato gestito con trasparenza. A partire dal bando che non è stato diffuso con come ci si sarebbe aspettato per un'istituzione di questa tradizione di questo budget...