Rinascere con GemellArte: a Terni, presentate le opere di Caroline Derveaux

di - 10 Novembre 2020

Se i musei sono chiusi, l’arte non si ferma ed esce all’aria aperta, tra le strade e sui muri, per comunicare un messaggio di fiducia verso il presente e il futuro. Succede a Terni, dove GemellArte, il festival internazionale di arte contemporanea diretto da Chiara Ronchini e dedicato alla riattivazione dei gemellaggi tra città, ha appena inaugurato i due murales realizzati da Caroline Derveaux. Le opere, incentrate sul tema della rinascita, rientrano nell’ambito del progetto di uno scambio di residenze tra Terni e Saint-Ouen, gemellate dal 1962, che ha portato l’artista francese in Italia, mentre Ozmo, uno degli street artist italiani più noti, andrà in Francia.

«Renaissance è il tema di quest’anno, e la nostra rinascita risiede – molto più che simbolicamente – nella nascita del muro di via Giotto, in un luogo che, finalmente dopo anni, torna oggi a vivere grazie all’arte, e a incontrare sguardi, accogliere pensieri e desideri. Con GemellArte volevamo donare alla città e ai suoi abitanti una rinascita dei luoghi, ma soprattutto degli animi: posso dire, con immenso orgoglio e soddisfazione, che ci siamo riusciti», ha commentato Ronchini.

GemellArte 2020, Fabrizio Borelli

GemellArte: l’esperienza di Caroline Derveaux a Terni

Invitata da GemellArte, Caroline Derveaux ha risieduto a Terni dal 26 ottobre al 6 novembre 2020, entrando in dialogo con le suggestioni e le storie della città umbra. Così sono “nati” Naissance à Terni, in via Giotto, e Renaissance à Terni, in via dei Castelli, angolo via del Tribunale.

«I tempi sono difficili, ma dobbiamo concentrarci e attingere al nostro ottimismo collettivo, ai valori culturali che ci permettono di resistere, di fuggire e di sognare. Quando sono arrivata a Terni, una decina di giorni fa, ho conosciuto una moltitudine di persone incredibili, che si battono per una città più interessante, colorata e stimolante», ha spiegato Dervaux, che oltre a essere laureata in Belle Arti al Chelsea College of Art and Design, ha conseguito due master in marketing sostenibile e in sviluppo sostenibile.

GemellArte 2020, Fabrizio Borelli

«Ho deciso, con il prezioso aiuto e le interviste di alcuni di loro, di realizzare un affresco che trasmetta positività, conforto e amore, nel quale troviamo elementi carismatici di Terni: come la chiesa di San Francesco, le architetture circostanti e alcune caratteristiche del torchio metallico, che ho scoperto con meraviglia durante i miei primi passi nella città. È stata una sorpresa molto piacevole sentire così tanta benevolenza intorno al progetto. Ogni persona si ferma, si complimenta con me, mi offre del cibo, creando uno scambio umano così vitale in questo mondo di oggi», ha continuato l’artista.

GemellArte 2020, Fabrizio Borelli

«Sono venuta a conoscenza della call e dello scambio offerto da Saint-Ouen con la città di Terni per caso, mentre camminavo, imboccando una strada che non avevo programmato di percorrere. Le cose belle accadono quando ti lasci sorprendere. Spero che anche lungo questa strada ci siano delle belle sorprese».

GemellArte 2020, Fabrizio Borelli

Ozmo a Saint-Ouen

Ora toccherà quindi a Ozmo realizzare il suo murales, nel corso della residenza in programma a Saint-Ouen nei prossimi giorni. Nella città francese, l’artista italiano relizzerà un’opera ispirata al Cortegiano, il ritratto, dipinto da Raffaello Sanzio, di Baldassare Castiglione, intellettuale di spicco del Rinascimento italiano, tra i principali animatori della corte di Elisabetta Gonzaga a Urbino e autore del famoso trattato su usi e costumi ideali del perfetto cortigiano.

«Inaugurando il Festival, lo scorso anno, abbiamo detto di aver realizzato un sogno. Ed è proprio così che è stata vissuta quella straordinaria esperienza, a Terni come a Saint-Ouen. Per questo, il fatto di potersi ritrovare oggi, diciotto mesi dopo, a celebrare una nuova edizione di GemellArte, è ancora più straordinario», ha dichiarato Alessio Crisantemi, Presidente di Gn Media, organizzatore del festival.

«Non solo per via del momento storico reso ancora più difficile dalla pandemia globale, ma anche perché il fatto stesso di riproporre questa esperienza significa che quel sogno continua e si ripete ancora. Sviluppandosi in una nuova e ulteriore declinazione, sublimata dalla potenza espressiva della Street art, il cui valore sociale, oltre che artistico, è oggi evidente a tutti. Lo abbiamo visto durante i dieci giorni di residenza caratterizzati da una straordinaria partecipazione del pubblico, dei residenti, dei commercianti, della città. Per una “renaissance” che assume oggi un significato ancora più importante: di rinascita, ricostruzione e rigenerazione di una comunità. Questo è il sogno che vogliamo continuare a vivere e condividere, oggi e nel tempo», ha concluso Crisantemi.

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