È la “cosa” più vicina che abbiamo e la più preziosa, da difendere e curare, in effetti interna a noi ma anche esterna e, infatti, molte delle sue declinazioni ci sfuggono: è il corpo, oggetto ma anche soggetto del potere, ampliato, iper esteso tra comunità reali e virtuali oppure ridotto alla dimensione di isolamento, tra stereotipi, normatività tanto ipotetiche quanto imposte, medicalizzazioni forzate, stigma sociali, canoni estetici oppure artistici. Assolutamente centrale in tutte le discussioni, è proprio a partire dal corpo che si deve immaginare un nuovo pensiero sociale e culturale, individuale e collettivo, alternativo, sostenibile, adattabile. E “Ripensare il Corpo: oltre i cavalieri” è il titolo del progetto presentato a Pistoia dall’Associazione Onlus Spalti e dal collettivo CRiB, vincitore del bando Sviluppo e Cultura indetto da Fondazione Caript, che mette in dialogo l’arte contemporanea e la solidarietà. Infatti, l’associazione Spalti si occupa di assistenza e accompagnamento alle famiglie e ai pazienti affetti da SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica, mentre il Collettivo artistico CRiB, fondato nel 2017 da Beatrice Fedi, performer e attrice, Roberto Di Maio, regista, e Carolina Ciuti, storica dell’arte e curatrice, si occupa di teatro, arti visive e performance in generale.
«Se è vero che esistono un “corpo biologico” e un “corpo culturale”, le espressioni del corpo “innaturale”, cioè reso diverso dalla sua apparenza originale, ammettono declinazioni infinite», spiegano dall’organizzazione, citando l’antropologo Marco Aime: «Il corpo è un biglietto da visita. È una pagina bianca su cui ogni cultura imprime il proprio marchio e su cui scriviamo la nostra identità». Punto di partenza del progetto, un esempio illustre di rappresentazione: il lavoro dell’artista pistoiese Marino Marini e il suo studio delle figure maschili e femminili, i cavalieri e le pomone. «Dunque di quali corpi e di quali culture ci parlano gli iconici cavalieri e pomone di Marini? Cosa ci raccontano del tempo in cui furono concepiti? E in cosa differirebbero dai cavalieri e dalle pomone di oggi?», continuano.
Con la partecipazione attiva dei cittadini e degli studenti del Liceo Artistico “P.Petrocchi”, Indirizzo Audiovisivo e Multimediale, in collaborazione con il Comune di Pistoia, il progetto crea sinergie tra entità attive nel contesto sociale, didattico e artistico della città. Interrotto bruscamente dall’arrivo della pandemia lo scorso marzo 2020, “RIPENSARE IL CORPO: Oltre i cavalieri” viene presentato oggi in un formato adattato alle circostanze, con un calendario di nuove attività.
Il 29 giugno 2021, nella Sala Maggiore del Palazzo Comunale, si terrà “Il corpo nomade del Novecento: storie di scultura e oltre”, lezione tenuta da Carolina Ciuti e da Eliana Princi, docente di storia dell’arte. Nel corso della lezione, saranno raccontati i diversi approcci alla rappresentazione del corpo nel Novecento, attraverso un’ampia carrellata di immagini, dalla scultura di Auguste Rodin, che tra ‘800 e ‘900 sconvolse i canoni tradizionali della modellazione della figura umana, alla video arte contemporanea, il cui medium ha scomposto, frammentato, traslato i parametri della fisicità.
Si proseguirà quindi il 30 giugno, nell’Atrio del Palazzo Comunale, con “I corpi nuovi,” performance di CRiB con la contorsionista Silvia Grossi e l’amichevole partecipazione delle cittadine pistoiesi Beatrice Agostiniani, Elisa Mariotti, Marina Nives, Valentina Pisaneschi, Donata Scarpa, Simona Turco. L’azione si svolgerà nei pressi de Il Miracolo (1953-1954), scultura di Marino Marino che l’artista volle donare alla città di Pistoia nel 1975, installata proprio nell’Atrio del Palazzo Comunale. Silvia Grossi e il coro di donne pistoiesi proporranno un dialogo dinamico con l’opera, giocato su un doppio livello coreografico e parlato. Gli spettatori saranno invitati a un viaggio intimo attraverso una linea del tempo che dal secondo dopoguerra arriva fino ai giorni nostri, ricalcando non sono le tappe fondamentali dell’emancipazione femminile e, in generale, quelle del genere umano verso un «Orizzonte tentacolare e più inclusivo», nelle parole di Donna Haraway.
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