Recentemente però sono partiti due nuovi progetti di particolare
rilevanza. Concentrati al Nord – in Piemonte e in Lombardia -, abbracciano
l’estero e in un caso tutta l’Italia.
RES.Ò, trascrizione fonetica francese di ‘reseau’, ‘rete’ in francese, nasce dalla
collaborazione tra le diverse istituzioni per l’arte contemporanea in Piemonte
che si occupano di formazione, e precisamente l’Accademia Albertina delle Belle
Arti, il Castello di Rivoli, il CeSAC di Caraglio, il Gai locale, la Fondazione
Pistoletto di Biella, la Fondazione Spinola Banna per l’Arte, la Fondazione
Sandretto, il Pav, l’Eco e Narciso nella Provincia di Torino; in partenariato
ci sono il Craa di Verbania e la Pinacoteca Agnelli; lo sponsor è la Fondazione
CRT per l’Arte.
Si tratta di un nuovo programma di residenze
internazionali, realizzato in rete, con l’intento di intervenire sul e col territorio: la presenza degli
artisti in un determinato luogo diventa un momento formativo di interscambio
fra soggetti e ambiente. Si innescano relazioni basate su valori che vanno
anche al di là di quelli tipici dell’arte spaziando nel sociale, “nonché un
senso dell’abitare inteso come partecipazione civile”. Il programma RES.Ò vuole
inserirsi appieno in una comunità “nel solco dello sviluppo sostenibile
territoriale”,
favorendo una nuova e più compenetrata lettura del territorio.
RES.Ò1, la prima edizione del programma 2010/2011,
consiste nell’attivazione in Piemonte di tre specifiche residenze in Italia
secondo le caratteristiche di ogni istituzione partecipante (Unidee
Cittadellarte, Fondazione Spinola Banna per l’Arte e PAV-Parco Arte Vivente), e
tre all’estero (Townhouse del Cairo, Platform Garanti a
Istanbul, Capacete a Rio de Janeiro-San Paolo). Ogni residenza, di sei
settimane ciascuna, prevede che l’artista selezionato da una commissione
costituita dalle istituzioni coinvolte e dai direttori di residenze straniere
partecipi a incontri, seminari, laboratori e studio visit in connessione con le
esperienze di residenza già avviate nel sistema dell’arte contemporanea in
Piemonte. La finalità ultima delle future residenze sarà la produzione di opere
d’arte, con modalità e percorsi diversi, stabiliti in base a un’analisi che
faccia un compendio tra la conoscenza e il “mondo del fare”.
A Milano invece è partito il progetto ArtInResidence.it
di Fare, con il contributo del GAI – Associazione Circuito Giovani Artisti
Italiani.Partner dell’iniziativa è Open Care ed è realizzata grazie al
contributo della Fondazione Cariplo e dell’Accademia di Brera.
Sono stati creati una rete delle residenze italiane, un report
con l’analisi della situazione e un sito web, una piattaforma bilingue
(inglese-italiano), rintracciabile all’indirizzo www.artinresidence.it e al portale www.giovaniartisti.it, strumento utile agli artisti e
alle residenze italiane per “raccogliere e diffondere le informazioni sui
programmi italiani di residenza per giovani artisti e curatori, favorire il
dialogo internazionale e l’accesso ai bandi di concorso. La piattaforma è
dotata di un blog utile per poter monitorare il lavoro delle residenze, le
eventuali problematiche da affrontare e incrementare i contatti”.
Sul sito inoltre verranno pubblicati i rapporti che
saranno redatti ogni anno al termine delle riunioni tra le residenze, oltre al
numero degli artisti che avranno potuto usufruire del programma.
Nasce anche ResidenzaItalia per dare un contributo alle
residenze italiane in rete e dare la possibilità ad artisti e/o curatori
stranieri di compiere un’esperienza in più residenze attive nel territorio
italiano e ad artisti e/o curatori italiani di soggiornare all’estero.
L’artista e architetto indiano Asim Waqif, ad esempio, ha usufruito di ResidenzaItalia
durante la sua
permanenza di tre mesi nel nostro paese, ospitato da Open Care (Milano),
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (Biella), Qwatz (Roma) e Fondazione
Brodbeck (Catania). Lo scorso 24 maggio ha presentato presso Open Care Consumption=Exhaustion, una grande installazione
composta da materiali naturali e una performance che sono il frutto del suo
programma di residenza in Italia. Realizza progetti pubblici che riflettono
sulla eco-sostenibilità della società contemporanea, installazioni, il più
delle volte site specific, anche video.
Qwatz a Roma è una residenza fondata da Valeria
Borrelli. Questa iniziativa, promossa da un’associazione culturale non profit,
ènata, come per tutte le altre iniziative similari, nell’intento di
creare un programma per artisti, registi, curatori e teorici, offrendo loro la
possibilità di soggiornare nella capitale, in spazi che offrono anche un sostegno
tecnico.
Roma è da sempre sensibile all’artista straniero: basti
ricordare il caso di Goethe, che veniva sempre ospitato dalla stessa famiglia,
per favorirlo nei suoi studi e nelle sue ricerche. Va inoltre ricordato il
famosissimo e ambito Prix de Rome, una forma antesignana di residenza,
istituito ai tempi di Luigi XIV, erogato dall’Accademia delle Belle Arti di
Francia per gli artisti più meritevoli, non soltanto francesi ma provenienti da
tutta Europa.
Un’altra realtà che interessa i giovani
talenti
italiani dai 21 ai 30 anni ch
e
abbia
n
o studiato presso un istituto d’arte in Italia è il
progetto 6artista, arrivato alla seconda edizione. Promoss
o
da
Fondazio
n
e Pastific
i
o Cerere e dall
’Associazione Civita, con il contributo di
Allianz
,
permette ai ragazzi di soggiornare per sei mesi a
Parigi presso la Cité Internationale des Arts e per tre mesi al Pastificio
Cerere di Roma. Per chi vuole è previsto anche uno stage di una settimana al
Museo Madre di Napoli. L’obiettivo della residenza è puntare sull’internazionalità
e offrire la possibilità di studiare e confrontarsi organizzando incontri
mirati.
Gli elabo
r
ati realizzati dai vincitori della prima edizione
saranno esposti al Macro.
La giuria che seleziona gli artisti è francese
;
tutte le candidature vengono inserite in un
archivio
che offrirà uno spa
ccato della giovane arte contemporanea italiana.
E il Sud? Il Meridione, come
spesso accade, soffre della scarsità di fondi da investire che impediscono la
programmazione e le attività. Tra le diverse realtà spicca la già menzionata Fondazione
Brodbeck di Catania, che mette a disposizione degli artisti spazi
espositivi per mostrare le opere realizzate durante il soggiorno. La fondazione
appoggia progetti pubblici, divenendo un polo culturale e artistico per la zona.
In Italia poi assistiamo allo stranissimo fenomeno dei galleristi che creano
residenze ad hoc per i propri artisti, un po’ grazie alla loro sensibilità “illuminata”
e un po’ per propria convenienza. Tra questi la Galleria Soffiantino di
Torino, che opera in questo modo già da dieci anni, e più recentemente a Milano
la Galleria Riccardo Crespi. Quest’ultimo ci ha raccontato di come “l’occasione
di convivere per un lungo periodo in galleria con l’artista rappresenta forse
una declinazione moderna del modello di mecenatismo inaugurato durante il
Rinascimento, ma, al contempo, anche quello della bottega medievale. Lo scambio
di idee che si raggiunge tramite il confronto quotidiano è, a mio avviso, lo
strumento più potente per interagire in profondità con il pensiero di un
artista”. E così,
dopo la prima esperienza con l’americana Lisi Raskin, la residenza “è diventata una
prassi alla quale non rinunciamo”.
E se quasi unanime si leva un coro
generale di protesta contro lo scarso appoggio delle istituzioni, ci si augura
che i progetti recenti appena partiti, se portatori di successo, siano presto
imitati da numerose altre iniziative. Poiché non si tratta soltanto di
sostenere la ricerca artistica, ma pure di incrementare lo sviluppo del
territorio e il turismo culturale, facendo confluire nuove risorse ed energie
verso il nostro paese.
vera agosti
Info: www.reso-network.net
[exibart]
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