Significa “immagine primordiale” la parola tedesca “Urbild”, titolo con cui si presenta la prima edizione di Red Lab Artist in Residence, progetto di residenza artistica promosso dall’omonima galleria milanese, attualmente in corso nel Salento e curato da Carmelo Cipriani. Obiettivo dichiarato del progetto è quello di porre in dialogo un’artista che si esprima prioritariamente (ma non esclusivamente) con la fotografia, medium fino a oggi privilegiato nelle attività espositive della galleria, e un altro che, invece, prediliga mezzi espressivi differenti. La fotografa scelta in questa prima edizione è Francesca Loprieno (Trani 1985, vive e lavora a Parigi), artista che con la galleria ha già una consolidata collaborazione, mentre l’artista in dialogo è Gianfranco Basso (Lecce 1978, vive e lavora a Roma), pittore che da tempo ha scelto il ricamo come linguaggio prioritario, adattandolo come viatico memoriale e possibilità spaziale.
Concepita come attività partecipativa alla quale il pubblico è invitato a prendere parte seguendone le singole fasi di sviluppo, la residenza è raccontata dal curatore in un diario di bordo pubblicato sul sito della galleria. Dalle prime battute di questo diario è possibile apprendere le linee di ricerca dei due artisti: «Per Francesca Loprieno la fotografia è accumulo e catalogazione, ma anche relazione tra uomo e paesaggio. L’artista punta a lavorare sull’antica arte del ricamo, in particolare sull’immagine delle ricamatrici, dando origine ad un memoriale. Incipit della riflessione, che in corso d’opera si aprirà al paesaggio, al mare in particolare, sarà il patrimonio conservato dalle donne nei bauli (quelle che nel Salento si chiamano casce), il famoso “corredo”, vera e propria dote per la donna, testimonianza di storia familiare, fatta di sforzi collettivi e di aspirazioni sociali. Un lavoro di accumulazione d’immagini di warburghiana memoria, attraverso cui Loprieno proietterà nel presente un sapere antico, raccontando storie personali che hanno però carattere universale, attraverso le quali potrà rintracciare à rebours le immagini primordiali, gli archetipi. Per Gianfranco Basso il ricamo è il mezzo espressivo prediletto, valido tanto sulla tela quanto nello spazio. L’artista, partendo dal cerchietto delle ricamatrici, ma anche dai tamburelli e dai setacci (denominati nel Salento farnari), risalirà al cerchio come forma archetipa, struttura primaria e generativa. Anche per lui il ricamo, dunque, costituirà il viatico per l’Urbild».
Base della residenza, pensata come attività di esplorazione del territorio, è la sede leccese della Red Lab Gallery, in via Bonaventura Mazzarella, nel centralissimo quartiere San Lazzaro, a pochi passi dal centro storico e dai luoghi della movida estiva. Focus della residenza è la memoria. I due artisti hanno esplorato luoghi entrando in contatto con le realtà attive sul territorio, risalendo alle origini della cultura salentina, tra folklore e letteratura, tradizioni manuali e miti ancestrali.
Partita lo scorso 16 agosto, la residenza terminerà il 26 agosto. Stasera, 24 agosto, a partire dalle 19, curatore e artisti incontreranno il pubblico in un open studio che costituirà la prima fase di restituzione al territorio della residenza. Tale restituzione si completerà a fine ottobre, quando le opere nate dalle suggestioni e dalle relazioni generate saranno raccolte in una mostra da allestirsi in Salento, in un luogo istituzionale ancora non rivelato. «Questo progetto di residenza – ha dichiarato la gallerista Lucia Pezzulla, originaria del Salento – vuole essere un ulteriore, fertile strumento per approfondire il fulcro tematico della ricerca artistica di Red Lab Gallery: il delicato e spesso conflittuale rapporto fra Uomo e Natura, oggi messo duramente alla prova». Con questa residenza il Salento si conferma territorio stabile di esplorazione e sperimentazione artistica, luogo in cui gli archetipi sono materia viva e pulsante, tutta da (ri)scoprire e raccontare.
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