Giunge al quarto anno la manifestazione padovana dedicata alla fotografia e ideata da Enrico Gusella e Alessandra De Lucia. E quattro sono pure le mostre personali che, insieme a una corposa collettiva, sono disseminate per la città, in luoghi prestigiosi e ben collegati fra loro.
Si comincia con i Musei Civici agli Eremitani, dove dalla serata inaugurale di venerdì fino al 4 maggio è allestita
Buby Durini for Joseph Beuys. In una insolita e particolarissima mostra, il protagonista è l’artista tedesco, e in particolare l’attività performativa volta alla difesa della natura. Un impegno che ha percorso l’intero arco della sua vita. Si tratta di una testimonianza fotografica importante, ma l’occasione per ricordare una profonda amicizia, una vera “simbiosi d’intenti” fra il ricercatore e biologo
Buby Durini e lo stesso
Beuys.
Presso il Museo Civico di Piazza del Santo (dal 29 marzo al 18 maggio) è di scena
Del paesaggio sublime, mostra dedicata al fotografo svizzero
Albert Steiner, fra i primi a riconoscere al linguaggio fotografico autonomia espressiva e valore artistico. Sempre in cerca dell’armonia dell’immagine, Steiner la trova nei paesaggi alpini, a lui così familiari, nelle formazioni di ghiacci e neve, negli alberi, nei cespugli. In una parola, nella natura, le cui leggi misteriose e i cui fenomeni sono per Steiner spunto e pretesto per una ricerca estetico-formale di grande rilievo.
Le altre due personali sono dedicate ad altrettanti giovani fotografi, già affermati e ricchi di esperienze internazionali. Il lavoro di
Davide Bramante sarà esposto alla Galleria Sottopasso della Stua (dal 7 aprile al 31 maggio), mentre
Alexandre Marchi occuperà le Scuderie di Palazzo Moroni (dal 6 al 30 aprile). Il primo, con
Diagonale d’Oriente, mette in mostra “immagini sovrapposte”, frutto delle doppie e multiple esposizioni fotografiche, il cui effetto dinamico che ne sortisce, inverosimile eppure reale, rimanda alle stratificazioni materiali e concettuali delle metropoli odierne. Il solo show di Marchi,
Paesaggi Urbani: transiti e differenze, è costituito da una selezione di circa cinquanta fotografie, attraverso le quali s’indaga suggestivamente la “dimensione urbana” della città, senza trascurare il rapporto che l’individuo instaura con essa. Di professione foto-giornalista, abituato pertanto a viaggiare continuamente, Alexandre Marchi riesce a cogliere in maniera profonda le molteplici
nuance metropolitane e umane che incontra lungo il suo cammino.
A chiudere la rassegna, la promettente collettiva che verrà presentata alla Galleria Cavour.
Passaggi a Nord Est (dal 6 aprile al 18 maggio) suona sicuramente come un omaggio sia ai tanti maestri della fotografia di provenienza nordestina, ma ormai noti ovunque, che ai loro allievi, divenuti a loro volta artisti affermati. Una mostra assai eterogenea dal punto di vista generazionale e per gli intenti sottesi al lavoro dei singoli fotografi; ma dove il protagonista è ancora lui, il paesaggio, fonte d’ispirazione e oggetto di riflessione. Sono 25 i partecipanti, e fra di essi gli intramontabili
Gianni Berengo Gardin,
Elio Ciol,
Fulvio Roiter e
Paolo Monti, affiancati da
Guido Guidi,
Mario Sillani Djerrahian e
Roberto Salbitani. E, ancora, assestatisi ormai su ottimi livelli, sfilano i più giovani
Gianantonio Battistella,
Luca Campigotto,
Orsenigo_Chemollo e
Marco Zanta.
E se è un piacere veder riconosciuto il valore, finora rimasto nascosto, di un
Sergio Del Pero, le foto di
Italo Zannier, curatore scientifico della mostra insieme a Enrico Gusella, riserveranno sicuramente una bella sorpresa. Sia che si tratti del lavoro, ormai storico, sulle coste italiane, che di quello un po’ più bizzarro e meno ortodosso appartenente alla sua produzione recente.