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Sculture in Campo 2024, ecco le nuove opere nel parco di Bassano in Teverina
Progetti e iniziative
A Bassano in Teverina, il 21 settembre 2024, si è svolta l’ottava edizione di Sculture in Campo, con la presentazione della nuova opera Fucinafuoco di Mirta Carroli, che va a inaugurare lo spazio di nuova acquisizione Il Bosco, la prosecuzione della mostra omaggio a Giacinto Cerone negli spazi restaurati de Il Rudere e l’inaugurazione della bipersonale di fotografia Corpo e Anima di Maurizio Di Giovancarlo e Claudio Polvanesi nello Spazio Progetti.
Un’edizione ricca che nella complessità degli eventi e dei luoghi che ha abbracciato testimonia la crescita negli ultimi otto anni di questa realtà dell’arte contemporanea. Ma andiamo in ordine.
L’artista protagonista dell’inaugurazione di quest’anno è stata Mirta Carroli, scultrice di lungo corso, che vive e lavora tra Bologna e Milano. Attiva già dalla metà degli anni Ottanta in ambito nazionale e internazionale, ha realizzato per SIC la scultura monumentale Fucinafuoco. Quest’opera in acciaio corten di più di quattro metri di altezza inaugura Il Bosco, la nuova area acquisita da Sculture in Campo nella sua politica di ampliamento di spazi per la scultura. Negli intenti dell’artista, Fucinafuoco è un omaggio al metodo della fusione come tecnica di realizzazione plastica e come mondo di persone e competenze che realizzano opere colossali. È il potere di una trasformazione fisica, che da secoli si attua nella sapienza e anche nella fatica di chi ne conosce i segreti.
Nelle parole dell’artista, è lo spazio a ossessionare ogni volta la sua ricerca come anche in questo caso, dove i filari di ulivi paiono creare una pianta basilicale aperta verso il paesaggio circostante. Incastonata tra gli alberi e lo scenario cittadino di sfondo, Fucinafuoco rappresenta una soglia da attraversare, su ispirazione anche della raccolta di poesie Nell’inganno della soglia dell’autore francese caro all’artista, Yves Bonnefoy. E proprio questo stretto passaggio consente di “sentire la scultura” su di sé, in un abbraccio che dà corpo a quei vuoti che determinano le forme. Perché sebbene quest’opera sia definita da sintesi e solidità, è la leggerezza il fine ultimo della sua scultura, quella leggerezza che si determina nelle grandi aperture o in quei più esigui vuoti che aprono i volumi e ne determinano i movimenti.
La giornata è stata anche l’occasione per ricordare la mostra in corso presso lo spazio – galleria Il Rudere, già inaugurata lo scorso 29 giugno. In questo spazio restaurato e riservato ad esposizioni temporanee al chiuso, è attualmente in svolgimento l’omaggio a Giacinto Cerone, realizzato in collaborazione con l’Archivio Cerone, che vede l’esposizione di due opere in gesso Vocazione del 1999 e Costa D’Avorio del 1993. A ricordo dell’artista prematuramente scomparso nel 2004, è intervenuto il gallerista e poeta Matteo Boetti, a cui Cerone era intensamente legato da una profonda amicizia e collaborazione. Boetti ha voluto ricordare l’amico artista con la lettura di una sua poesia e di due suoi scritti, elaborati in occasione di mostre personali di Giacinto Cerone organizzate da lui stesso.
Nel pomeriggio la giornata è proseguita al borgo antico per l’inaugurazione della bipersonale di fotografia Corpo e Anima di Maurizio Di Giovancarlo e Claudio Polvanesi nello Spazio Progetti. I due fotografi si sono incontrati in un’esposizione che mette a confronto le specifiche visioni di ciascuno. Mentre Di Giovancarlo fissa momenti nascosti di vita quotidiana in particolari che nello scorrere delle attività ripetute si amalgamano perdendosi nel tempo, Polvanesi cattura espressioni e attimi fuggenti in un reportage che consente la visione di quel che l’occhio umano potrebbe perdere.
Due ricerche ben distinte: mentre nel primo i volti ma soprattutto le mani divengono nobile e coinvolgente testimonianza della durezza e spesso della fatica di quei lavori alla base e fondamento del nostro vivere quotidiano, nel secondo un gruppo di artisti circensi consente l’espressione di quella fascinazione per il momento che resta incastonato nell’immagine colta dalla macchina, per lasciar traccia di un’espressione o di un movimento che si fonde nel tutto del tempo che scorre.
In conclusione, la giornata del 21 settembre è stata l’occasione per ribadire come la realtà di Sculture in Campo, pur continuando a riguardare precipuamente la scultura, stia sempre più crescendo negli spazi e nelle occasioni di incontro. Dove l’area de Il Bosco consentirà il posizionamento di nuove opere stabili all’aperto, Il Rudere è l’occasione per l’esposizione di opere che necessitano di un luogo al coperto a diretto contatto con la collezione del Parco, mentre lo Spazio Progetti consente nell’alternarsi di mostre già in corso da mesi di creare un filo diretto con il borgo di Bassano e le altre realtà associative che caratterizzano questa cittadina. Come sottolineato ieri dalla Presidente Lucilla Catania, Sculture in Campo è in tal senso parte integrante di un sistema per l’arte contemporanea che si sta attuando e crescendo nell’intera zona della Tuscia.