Se eccellenza e bellezza salvano il mondo

di - 19 Febbraio 2017
Era il 1 luglio della scorsa estate, a Genova, quando al 15esimo Incontro nazionale di Emergency Gino Strada incontra Renzo Piano per raccontare pubblicamente della loro futura impresa: costruire un centro di eccellenza di chirurgia pediatrica in Uganda.
Il progetto fa parte di un’iniziativa più ampia, intrapresa da Emergency a partire dal 2009 con lo scopo di creare una rete d’eccellenza in Africa. L’ANME (African Network of Medical Exellence) ha già visto nascere un centro di cardiochirurgia in Sudan, il centro Salam.
Il nuovo ospedale, primissimo progetto di Renzo Piano in Africa, nascerà a Enterebbe, poco distante dalla capitale Kampala, sulle sponde del lago Vittoria. 3 sale operatorie, 78 posti letto per una superficie di circa 9mila metri quadri, 2600 pannelli fotovoltaici per il fabbisogno energetico.
Una struttura semplice, creata intorno ad cortile e circondato da alberi – per l’architetto genovese elementi significativi come metafora di crescita, trasformazione e guarigione.
«Milioni di bambini muoiono ogni anno semplicemente perché non hanno accesso alle cure mediche. Carenza di risorse? Scarso interesse per le sofferenze di una parte della popolazione? Mancanza di responsabilità dei governi? Qualunque sia il motivo, la domanda è sempre la stessa: dovremmo continuare a tollerare questo scandalo o dovremmo compiere ogni sforzo possibile per salvare o migliorare la vita di milioni di esseri umani?», spiega Gino Strada.
In Uganda e nei Paesi limitrofi la mortalità infantile colpisce 138 bambini su mille. Il centro di eccellenza chirurgica offrirà cure gratuite ai bambini provenienti da tutta l’Africa seguendo i principi di una medicina basata sui diritti umani, secondo il manifesto redatto da Emergency. Equità e qualità, in Africa come nei Paesi stremati dalla guerra: gli ospedali di Gino Strada non contemplano strutture e cure di serie b. A cosa serve, allora, l’intervento di uno degli architetti più celebri del nostro tempo? Si dice che Renoir avesse detto una volta: “Il dolore passa, la bellezza resta”, ed il contributo di Renzo Piano e TAM Associati è, nelle parole dell’architetto genovese, una promessa di “bellezza buona”.
Queste sono le premesse per arrivare infine alla più recente data del 10 febbraio, giorno in cui, insieme al Presidente Museveni e al ministro della Sanità Jane Ruth Aceng, Strada e Piano hanno partecipato alla cerimonia di posa della prima pietra.
La nascita del centro di eccellenza di Enterebbe è anche la storia di un felice incontro, quello tra il medico Gino Strada e l’architetto Renzo Piano. Il primo racconta di una conoscenza avvenuta per telefono, poco dopo il triste evento della scomparsa di Teresa Sarti Strada. Un biglietto di condoglianze, una telefonata di ringraziamento aprono la strada alla nascita di una visione condivisa. Nella versione di Renzo Piano, invece, si tratta semplicemente di affinità elettive, quella rara vicinanza tra persone al di là della distanza fisica.
Personalità virtuose, lontani per professione e felicemente vicine per attitudine. Come fossero due esperienze parallele, le strade di Gino Strada e Renzo Piano si incontrano nella loro personale spinta visionaria, ma soprattutto nella capacità di rendere concretissima realtà tale visione.
Ed è nella parola eccellenza che, probabilmente, avviene e si rivela questo incontro. Se il motto di Gino Strada è sempre stato quello di offrire cure mediche uguali per tutti, evitando l’esistenza di ospedali di serie b, l’architetto genovese definisce l’eccellenza come un contagio positivo. Nella sua visione, l’eccellenza medica ha bisogno di eccellenza condivisa nell’architettura e nell’ambiente.
«Sono convinto che e non c’era persona migliore per interpretare lo spirito che Emergency voleva portare nei suoi ospedali di eccellenza: dimostrare nella pratica, non affermarlo ideologicamente, che noi consideriamo gli ugandesi e tutti quelli che si faranno curare nell’ospedale esattamente uguali a noi», spiega il fondatore di Emergency.
L’edificio progettato da Renzo Piano Building Workshop in collaborazione con TAMassociati nasce dalla terra rossa del luogo, studiata in maniera specifica «con la stessa precisione chirurgica con cui si fa medicina», spiega l’architetto. La terra rossa e locale, la terra pisè, assicura l’inerzia termica dell’edificio attraverso una tecnica di costruzione che la utilizza cruda, mentre il sistema di pannelli solari fotovoltaici installati sul tetto garantirà il fabbisogno energetico.
«La tecnologia avanzata, la scienza – racconta Renzo Piano – non ci fa affatto paura:  è uno strumento che, usato in maniera giusta, ci porta lontano». Ma non è solo la competenza eccellente a guidare il progetto di Enterebbe. Il valore aggiunto dalla visione dell’archistar è quello della bellezza, la stessa di cui, in questi contesti, ci risulta difficile parlare, come a peccare di una certa frivolezza.
Eppure, spiega Renzo Piano all’incontro internazionale di Emergency, non esiste in nessuna lingua africana un concetto di bellezza che non sia legato al buono, perché riappropriarsi di questa parola vuol dire scoprirne la valenza profonda. «Perché questa bellezza di cui parliamo noi, di cui parlate voi, di cui vivete voi, è una bellezza che salverà il mondo, ne sono perfettamente convinto. Salverà una persona alla volta, come fate voi».
Roberta Palma

Nata ad Aversa nel 1988 si è specializzata in arte contemporanea all’Università La Sapienza di Roma. Ha collaborato con diverse realtà di Roma e Milano, dalle gallerie al no-profit. Dal 2013 al 2015 fa parte del collettivo internazionale 7x8curators. Attualmente parte di un progetto di ricerca didattica presso il Mart di Rovereto, collabora con Exibart dal 2014.

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