Siena sembra vivere nuove provocazioni che, attraverso l’arte, ci traghettano dal mondo bancario a nuove pratiche di resilienza attiva. Non si tratta di mostre blockbuster o eventi grandi numeri, ma di ricerche che si relazionano al passato e al presente con qualità e sperimentazione. A partire dalla bellissima mostra curata da Alessandro Bagnoli, Roberto Bartalini e Max Seidel dedicata ad Ambrogio Lorenzetti, allestita in Santa Maria della Scala e felicemente prorogata sino ad aprile 2018. Occasione per conoscere uno dei massimi pittori del XIV secolo – innovatore dei linguaggi stilistici e iconografici del suo tempo e artista di elevate qualità intellettuali – attraverso il quale entriamo in un capitolo fondamentale dell’arte medioevale internazionale. Esposizione e catalogo che restituiscono gli esiti positivi del progetto “Dentro il restauro” iniziato nel 2015 e gran parte della straordinaria attività di Ambrogio Lorenzetti a Siena, città che conserva il 70 per cento delle sue opere, implementate per la mostra da prestiti internazionali (Musée du Louvre, National Gallery di Londra, Gallerie degli Uffizi, Musei Vaticani, Städel Museum di Francoforte, Yale University Art Gallery). Visitare la mostra di Ambrogio Lorenzetti offre anche il privilegio di calarsi negli immensi spazi di Santa Maria della Scala, opera d’arte totale, patrimonio straordinario capace di “capottare” anche il più agguerrito e globetrotter tra gli storici e appassionati d’arte. Istituzione che, sotto la direzione di Daniele Pitteri, sta verificando gestioni e ristrutturazioni funzionali, nuovi sistemi di visita e gemellaggi con altri enti della città, ma anche progetti di ricerca nel contemporaneo come è stato Caveau, il progetto di Serena Fineschi.
Il paradigma di Kuhn visione d’insieme, Galleria FuoriCampo
Accanto alla mostra dedicata a Lorenzetti la città ha visto negli ultimi mesi del 2017 l’apertura di spaziosiena, un nuovo spazio culturale a pochi passi da Piazza del Campo che, sulle energie di Pierluigi Piccini, ex sindaco della Città, si offre come “zona libera in cui dare vita a idee, visioni, alla voglia di futuro della città, per ospitare mostre, dibattiti e concerti …”.
Ma nella contemporaneità più stretta il 2018 si è aperto a Siena con due progetti, rigorosamente made by artists, che reagiscono con intraprendenza al recente riflusso di Siena (palio escluso, s’intende!). Si tratta della mostra della collezione dell’artista Luigi Presicce nel Museo d’Inverno situato sopra il bacino idrico trecentesco di Fonte Nuova, nella Contrada della Lupa, uno dei 17 rioni di Siena. Progetto coraggioso ed efficace, al suo terzo anno d’attività, ideato e diretto dagli artisti Francesco Carone ed Eugenia Vanni, Museo d’Inverno, con programmazione stagionale, invita artisti italiani e internazionali a presentare opere altrui dalle proprie collezioni, affidando loro anche la progettazione di dettagli funzionali al suo interno con l’ambizione di trasformarsi da museo a collezione.
La mostra che apre l’anno è quasi un ritratto della personalità di Presicce e si presenta con un titolo lungo quanto una pagina, indice visionario di un archivio anarchico composto dalla sintetica descrizione delle tantissime opere scelte. Le opere, di artisti italiani e stranieri*, allestite una sull’altra con un sistema giocato sulle relazioni pittoriche, narrative e spaziali, sono inoltre accompagnate da un piccolo pamphlet di didascalie che a sua volta è la personale raccolta della vita che le opere hanno “iniziato” dal momento in cui sono entrate nella collezione di Presicce. Ottima occasione per assistere alla dissoluzione di ordine e distinguo, valore, cronologia e mercato a favore un “possesso” che sostituisce la pratica visionaria al concetto di proprietà.
Museo d’Inverno, opere dalla collezione di Luigi Presicce, photo Cinzia Jovine
La seconda mostra che segna il 2018, in controtendenza al mood confortevole del “vediquellochetiaspetti” è “Il paradigma di Kuhn”, un progetto di Ettore Favini, Esther Biancotti e Jacopo Figura supportato e allestito nella Galleria FuoriCampo e, in secondo sviluppo, nello spazio O2 a Cremona. Il progetto prende a prestito le teorie del libro La struttura delle rivoluzioni scientifiche dell’epistemologo Thomas S. Kuhn per le quali esiste un legame tra scienza e rivoluzione che nasce dall’analisi della scoperta come osservazione di un’anomalia rispetto alle aspettative. Anomalia esplorata sino al riadattamento della teoria paradigmatica che la restituirà alla normalità. Questo è l’interessante punto di partenza per la scelta di 19 artisti** la cui pratica riflette il mutamento e la trasformazione come indice di un cambiamento che appartiene alla quotidianità e che, nel fluire delle esperienze, registra il passaggio continuo tra normalità e anormalità. Non sembra quindi casuale che il motore instancabile di questo progetto sia Ettore Favini artista la cui pratica si muove tra complessità e complicità, tra poetica oggettuale e pratica partecipativa.
Piccole rivoluzioni a Siena, fra le venture e le sventure che hanno caratterizzato la storia recente di questa importante città.
Paola Tognon
* Artisti della collezione di Luigi Presicce nel Museo d’Inverno a Siena
Helena Andreeff, Paola Angelini, Thierry Alet, Francesco Arena, Liz Arnold, Francesco Barocco, Michele Bazzana, C. B., Arnold Böcklin , Sergio Breviario, Fioravante Caputo, Dario Carratta , Emilio Cattolico, Alessandro Ceresoli, Gianluca Concialdi, Andrea Contin , Aleister Crowley, Giovanni De Francesco, Francesco De Grandi, Danilo De Renzis Guarini, Eugene Delacroiz, Anna Dissabo, Pierpaolo Ferrari , Kyle Field, Luca Francesconi , Greta Frau, Tommaso Gorla, Stefano Graziani, Keith Haring, Timothy Hull, Invernomuto, Joan Jonas, Kim Jones/Luigi Presicce, Andrea Kvas , Francesco Lauretta , Ezechiele Leandro, H.H. Lim, Jonatah Manno, MD, Jonathan Meese, Samuel Mello, Giovanni Meluso, Valentino Menghi, Hidetoshi Nagasawa, Luigi Ontani, Cesare Pietroiusti, Fabrizio Prevedello, Pierluigio Pusole, Antonio Rovaldi, Laboratorio Saccardi, Leo Savoldelli, Davide Savorani, Luca Scarabelli, Ryan Siegan Smith, Giovanna Silva, Nico Vascellari Maurizio Vierucci
**Artisti nella mostra Il paradigma di Kuhn, galleria FuoriCampo a Siena
Marco Basta, Thomas Berra, Alessandro Biggio, Andrea Bocca, Pamela Diamante, Antonio Fiorentino, Mafalda Galessi, Corinna Gosmaro, Helena Hladilovà, Vincenzo Napolitano, Dario Pecoraro, Alessandro Polo, Gianni Politi, Agne Raceviciute, Stefano Serretta, Namsal Siedlecki, Luca Trevisani, Serena Vestrucci, Mauro Vignando.