Da oggi, 15 febbraio, alle 21.15, Sky Arte presenta per le prime due puntate del suo primo progetto podcast: In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe, la nuova produzione originale del canale realizzata da TIWI e condotta da Carlo Lucarelli.
La messa in onda sarà preceduta alle 19, su Clubhouse, da una conversazione con Carlo Lucarelli, il Direttore di Sky Arte Roberto Pisoni e il giornalista Francesco Musolino, insieme a numerosi ospiti che hanno contribuito alla rcreazione della serie, realizzata con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
«Per otto appuntamenti, in ogni puntata Lucarelli conduce il pubblico alla riscoperta delle fiabe del “c’era una volta”, svelando – con l’accompagnamento di illustrazioni animate – i risvolti insoliti, avventurosi, talvolta terribili e spaventosi che si celano al loro interno, nella vita dei loro autori, nei fatti di cronaca che le hanno ispirate, nei costumi delle epoche in cui sono nate», ha spiegato il canale.
In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe è il primo podcast di Sky Arte e i contenuti originali sono disponibili dal 12 febbraio sul sito di Sky Arte e sulle principali piattaforme gratuite di streaming. I podcast sono distribuiti da Spreaker, prima piattaforma in Italia per la creazione, distribuzione e monetizzazione di podcast.
«Nella prima puntata, Cappuccetto rosso e i lupi mannari, Lucarelli ci svela che dietro il racconto della bambina con il mantello rosso si nasconde l’ossessione per la licantropia che ha condotto al rogo numerose persone nella Francia del sedicesimo secolo».
«Il secondo episodio, Il piccolo principe, una misteriosa scomparsa, ci porta a scoprire come la storia del Piccolo Principe sia fortemente ispirata e connessa alla vita (e alla misteriosa scomparsa) del suo autore, Antoine de Saint-Exupéry».
Qui sotto dopo l’intervista potete trovare maggiori dettagli su queste due puntate.
Come è nato questo progetto con Carlo Lucarelli e come si inserisce, in generale, nella programmazione di Sky Arte?
«In compagnia del lupo nasce come ulteriore evoluzione della lunga collaborazione tra Sky Arte e Carlo Lucarelli, iniziata con Muse Inquietanti, programma che indagava i misteri dell’arte, e proseguita felicemente con Inseparabili, biografie di personaggi che, vissuti all’ombra di artisti geniali, ne hanno influenzato il talento in modo determinante.
Quando Carlo ci ha proposto l’idea di raccontare il lato oscuro delle fiabe, ne siamo rimasti immediatamente “stregati”, ma ci siamo subito chiesti cosa avremmo mostrato sullo schermo, visto che le fiabe non hanno un “archivio” visivo. Da qui è nato lo sviluppo delle animazioni, realizzate dal gruppo di illustratori e creativi di Studio Tiwi, la casa di produzione che ha realizzato la serie. Animazioni che si sono integrate perfettamente con il teatro anatomico di Palazzo Bo a Padova e il Teatro Valli di Reggio Emilia, le splendide location scelte da Antonio Monti, il regista. Il risultato è una forma ibrida molto interessante, dove non si capisce se la parte più visionaria sia l’animazione o il live action. La qualità narrativa e visiva, anche in programmi dalla struttura apparentemente lineare come In compagnia del lupo, è la cifra che più caratterizza la ricerca editoriale di Sky Arte. Carlo è un narratore perfetto per la bontà dei testi, per la precisione e il ritmo del racconto: senza essere un attore, controlla magnificamente il respiro della storia e l’attenzione dello spettatore. Dal punto di vista visivo, credo che il programma sia abbastanza unico nel panorama televisivo per il coraggio espressivo, l’illuminazione noir e le inquadrature estreme».
Questo progetto segna l’inizio di una produzione (e diffusione) di podcast realizzati interamente da Sky Arte. Come è nata questa scelta e come si svilupperà nei prossimi mesi?
«Viviamo nell’età dell’oro dei podcast ma per noi non era un necessità impellente, dettata soltanto dall’entusiasmo del volerci essere. Fa parte invece di una strategia editoriale e di comunicazione che abbiamo sviluppato nel corso del tempo, per far vivere Sky Arte anche fuori dalla piattaforma e trovare declinazioni nuove ai contenuti delle produzioni originali. Ho sempre diffidato delle semplici trasposizioni audio di programmi televisivi travestite da podcast. Ogni forma espressiva ha le sue peculiarità linguistiche e non sono sufficienti degli aggiustamenti per avere la stessa efficacia su altri mezzi. Per questo, dopo aver a lungo tentennato, mi sono finalmente persuaso con In compagnia del lupo: Carlo era la voce perfetta, le fiabe “horror” un contenuto potente ed evocativo, il progetto finalmente convincente. Il podcast racconta le stesse storie del programma televisivo ma con testi alternativi e soprattutto con una costruzione della drammaturgia sonora completamente originale, suoni, musiche, pause, ritmi sono realizzati per questa versione. L’intenzione è di proseguire decisi su questa strada, produrre e distribuire podcast come strumenti di comunicazione ma con un autonomia e una forza creativa indipendente».
Quali altri progetti presenterà Sky Arte nei prossimi mesi?
«Siamo in impaziente attesa della riapertura delle sale cinematografiche perché abbiamo tre film d’arte pronti ma congelati dall’emergenza sanitaria: Raffaello – Il giovane prodigio di Massimo Ferrari, Pompei – Eros e Mito di Pappi Corsicato e Botticelli e Firenze – La nascita della bellezza di Marco Pianigiani. Siamo in produzione con un programma dedicato all’arte sacra per la primavera, un altro dedicato ai maestri dell’arte italiana e due serie internazionali sui furti e i traffici d’arte per l’autunno. Sull’arte contemporanea abbiamo acquisito uno splendido documentario su Joseph Beuys, Pino di Walter Fasano, su Pascali, che ha vinto il Torino Film Festival, e stiamo sviluppando un documentario per celebrare il lavoro insostituibile di Germano Celant».
«È la primavera del 1598, in un bosco della regione francese della Jura c’è una bambina che sta raccogliendo fragole selvatiche insieme al fratellino di quattro anni. L’aria è tiepida, c’è il sole, ci sono fiori tutto attorno a loro. I due bambini si sentono al sicuro anche se sono soli e forse non si sono accorti di essersi allontanati così tanto da casa.
Poco lontano da loro però, nascosto in mezzo ai cespugli, c’è qualcosa che li sta osservando.
La bambina si gira di scatto perché sente un rumore tra le foglie, ma prima di capire di cosa si tratta viene travolta da quello che sembra un lupo. Il fratellino cerca di difenderla, mostra il coltello che ha con sé, allora la creatura si alza in piedi, si scaglia contro di lui, afferra il coltello e gli taglia la gola.
La creatura che ha aggredito i bambini non è un’animale, ma una ragazza che si chiama Pernette Gandillon e crede di essere un lupo mannaro.
A crederci è anche il giudice che la processa e la condanna. Pernette viene impiccata e poi messa al rogo. L’accusa è di licantropia».
© Sky Arte
«È il 31 luglio 1944 e un uomo sta scrivendo qualcosa su un foglietto che abbandona sulla sua scrivania; esce, e parte per una ricognizione aerea. Quell’uomo è un pilota ma anche uno scrittore, e quel giorno lui e il suo aereo scompaiono nel nulla. Per moltissimi anni si è parlato della sua misteriosa scomparsa, perché quell’uomo, Antoine de Saint-Exupéry, aveva fatto esattamente la stessa fine del suo personaggio più amato, il Piccolo Principe. E su quel foglietto abbandonato sulla sua scrivania aveva tracciato parole che sembravano un presagio, oppure una decisione estrema: “Sotto la minaccia della guerra, sono più nudo e spoglio che mai. Se verrò abbattuto, non avrò nulla da rimpiangere. Ero nato per essere un giardiniere”.
Molti anni prima aveva avuto un altro grave incidente aereo, era precipitato nel deserto libico ed era rimasto in mezzo alle dune stremato finché non era stato salvato da una carovana di nomadi. E forse era proprio in mezzo alle dune che aveva incontrato per la prima volta il Piccolo Principe. “Si è soli nel deserto, disse il piccolo principe. Si è soli anche con gli uomini, rispose il serpente.”
Le teorie sulla sua morte si sono susseguite nel tempo, la verità però verrà fuori solo molti anni dopo la sua scomparsa. Nell’aprile del 2008 Horst Rippert, un ex pilota della Luftwaffe, dichiarerà di essere lui l’uomo che ha ucciso Antoine de Saint-Exupéry, il Piccolo Principe».
© Sky Arte
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