Il borgo
Ha una malinconica bellezza che dilata a Est verso il mare Adriatico e a Ovest verso il massiccio del Gran Sasso. È Mosciano Sant’Angelo: borgo di origine medioevale nella provincia di Teramo, la cui storia proietta un tempo fatto di lentezza, di attenzione per i dettagli, quelli che si incidono nel legno che profuma di pino e castagno. Si capisce dal momento in cui si percorre il lungo viale che introduce nel centro storico. A suggerirlo non è soltanto l’imponente torre campanaria che si vede da lontano e in cui si impone lo stemma dei Duca Acquaviva, ma sono i portoni antichi erosi dal sole che affacciano sulla piazza principale, le voci di chi racconta di preesistenti botteghe in cui si lavorava il legno, le persone, i soprannomi che resistono alla grammatica ufficiale. Ma soprattutto sono i luoghi che, come in una matrioska, si aprono – uno dietro l’altro – per dire in quale posto si è finiti. Come Piazza dei Falegnami che, lungo una direttrice opposta al Belvedere, spinge a interrogarsi sul perché di quel nome. Gli abitanti lo raccontano, così pure i libri e i documenti d’archivio: Mosciano Sant’Angelo fu paese di artigiani e di maestri dell’arte del legno ed era la vita artistica di quel tempo, la scienza di un’epoca lontana.
Una geografia che cambia
L’occhio curioso si spinge oltre e nota che diverse sono le torri che definiscono il perimetro dell’antica cinta muraria. La curiosità aumenta e allora percorri i vicoli, vai alla ricerca del nuovo: «Guarda bene! Ci sono anche i murales nel nostro paese!». Ti sorprendi per quanto suggerito, trovi spettacolare che in un paese di circa 10mila abitanti del centro Italia – lontano dai battiti di Roma, Bologna e Milano – possa giungere proprio la Street Art a dire la sua. E invece a Mosciano, da tre anni, è il linguaggio artistico più controverso e insieme più popolare a donare una nuova possibilità: cucire un incontro fra passato e presente, donare al paese un respiro nuovo, contemporaneo, sebbene c’è chi si rivolge ancora agli street artists come se fossero vandali. Ma i fatti parlano e lo testimoniano le pareti delle case: la Proloco Musiano e l’Associazione Dimensioni Bastarde hanno dato vita ad un vero e proprio Festival di Urban Art che gode del patrocinio del Comune. E il titolo piace: “Visione Periferica”. Quasi a voler suggerire che l’arte non percorre sempre vie preferenziali e spesso ama accogliere sfide di senso, come abitare nelle periferie, sostare nei luoghi non tradizionalmente predisposti ad accogliere opere d’arte. Musei per primi. E allora l’occhio torna a guardare ancora più contento: i muri delle abitazioni parlano e finalmente li vedi. Sono ovunque: nella piazza del centro storico, vicino alla scuola elementare, nell’area dell’antico mercato del pesce, fra i ricordi dimessi di abitazioni fatiscenti, nelle zone meno vissute dagli abitanti, le più buie. Ed è proprio lì che la Street Art regna con il suo linguaggio fatto di pieces, stickers, tags, murales, stencil. E, volente o nolente, colpisce il tuo sguardo, ti cattura, si impone. Così Mosciano Sant’Angelo cambia faccia, si predispone ad accogliere una nuova geografia urbana firmata da nomi di fama internazionale. Mosciano Sant’Angelo sceglie l’arte.
La Street Arte il festival Visione Periferica
Un festival desiderato, dunque, quello di Visione Periferica che, con l’anno 2015, è giunto alla terza edizione (21-23 agosto) per ricordare agli abitanti del borgo (e non solo) che la Street Art è pubblica, ha una sua etica, una sua legalità. Una grande forza. Soprattutto quando è un Comune a scegliere interventi di questo genere per rivalutare l’aspetto urbano. È il contemporaneo che avanza nel rispetto della tradizione, un microcosmo fatto di rappresentazioni figurative e sperimentazioni grafiche impattanti: realtà che vive in un macrocosmo e in un’archeologia urbana d’altri tempi. Un luogo dell’arte in cui a decidere di abitarvi sono street artists molto noti. Così, nella già citata Piazza dei Falegnami, si trovano numerosi lavori: i personaggi stupiti e attoniti, quasi assenti, di Sea Creative, un mondo colorato in cui il grottesco si unisce alla fantasia; le figure in bianco e nero di Millo, i cui lavori è già possibile ammirarli nelle più importanti città del mondo, quali Torino, Roma, Milano, Londra, Parigi, Rio de Janeiro. Originale il suo modo di presentarsi: «Mi chiamano Millo, che in Ruanda vuol dire “ciao”. Disegno sempre, anche quando non disegno». Il progetto artistico di End Meid in cui la figura di un anziano gioca sul senso della saggezza acquisita con l’età: «I detti rimangono detti e noi siamo rovinati!». Il tratto deciso di Dissenso Cognitivo che indaga le alterazioni degli esseri viventi e dell’ambiente, in un futuro remoto e disumanizzato. Ed è davvero bello vedere un paese che rinasce a nuova forma. Pochi passi ed eccolo: un intervento di arte urbana di grande sensibilità sulla parete di una casa obsoleta. Le persiane cadono a pezzi e il balcone non ha più fiori da esporre. In un inconsueto effetto a specchio, il grande artista spagnolo Borondo rievoca i volti degli ultimi proprietari del palazzo. Inconfondibile il suo tratto che mette in contatto – in un gioco di contrapposizioni – i ritratti ben definiti ricavati da un’antica fotografia e le evanescenti forme di ciò che resta al di là della polvere e del tempo. Proseguendo verso la Chiesa di San Michele Arcangelo, in una piazzetta dimenticata da Dio, si apre la riflessione sui tempi moderni di MP5 con il lavoro La radice del male – The Root of evil: la figura di Pandora si impone su tutta la parete di una casa non abitata, dalle cui finestre si libra in volo una serie di uccelli. Lo stile è riconoscibile nell’influenza illustrativa, mentre il bianco e nero confermano la scelta cromatica dei suoi lavori. Verso Piazza Aurelio Saliceti, se si alza lo sguardo, ecco un’imponente pittura murale, realizzata da Axel Void, che sorge su quella che una volta era la Chiesa dell’Annunziata, demolita nel 1962. Una figura enorme e impattante evoca l’antico volto di Gesù bambino che si staglia imponente sullo sfondo del mare in lontananza. Sembra sospeso. Nessuna aura spirituale nella figura che appare divisa a metà. Soltanto la voglia di rendere omaggio al pensiero, alla creatività nascente che sposa la storia di un paese – come Mosciano Sant’Angelo – che custodisce la tradizione guardando al futuro, senza temerlo.
Tutti gli artisti delle tre edizioni di “Visione Periferica”, Festival di Street Art:
2013: Dissenso Cognitivo, End Meid, Millo, Sea Creative, Borondo.
2014: MP5, Giulio Vesprini, Gio Pistone e Alleg, Opiemme.
2015: Axel Void, Alberonero, Andreco, 108, Federica Costa.