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Sfogliando il sud del mondo, sulle pagine della Moleskine: workshop e mostra online
Progetti e iniziative
di gaia bobò
«No matter where we are in the world, there is always a south. Therefore, we hold the power to define its meaning. South begins with us», Simon Njami. Where is South?, Dove è il Sud, è il titolo programmatico di un progetto espositivo virtuale curato dalla Moleskine Foundation, risultato dell’edizione del 2019 del format educativo non convenzionale Atwork, un progetto itinerante nato nel 2012 e ideato dalla fondazione in sinergia con il curatore Simon Njami. La mostra online si sviluppa sul profilo Instagram @moleskinefoundation e resterà visibile fino al 30 ottobre.
Il progetto si è sviluppato in un workshop internazionale strutturato in cinque tappe che ha coinvolto oltre 90 partecipanti provenienti da tutto il mondo, con un’attenzione particolare alle comunità underserved. L’obiettivo è quello di stimolare una riflessione sulla necessaria ridefinizione del concetto di Sud, chiedendo ai partecipanti di concepire un’opera che avesse come strumento principale un taccuino Moleskine.
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Il workshop, diretto da Simon Njami, è stato realizzato grazie a una rete di partnership internazionali, come UNHCR – United Nations High Commissioner for Refugees nel contesto della mostra “Rothko in Lampedusa”, Young People’s Programme alla Tate Modern di Londra, Pfwura Ndzilo e ANIMA di Maputo, Mozambico, la ONG Mukasa, l’Institut Français Gabon, il Musée National des Arts et Traditions du Gabon di Libreville, Gabon e l’Africa Center di New York.
Rovesciando il sud, sfogliando una Moleskine
Il concept grafico della mostra, ideato e sviluppato da Eugenia de Francesco, si articola in un mosaico di immagini, video, link e approfondimenti per esplorare non solo le opere realizzate nei workshop di Venezia, Londra, Libreville, Maputo e New York, ma anche i pensieri e le testimonianze degli autori e dei partner.
Ognuna delle opere originate dal workshop si fa portatrice di diverse identità e punti di vista nel complesso tentativo di ridefinire una geografia culturale mobile, quella del Sud, rovesciandone lo stigma negativo e trasformandolo in strumento critico per discutere e negoziare uno spazio orizzontale di coappartenenza.
A questi stimoli hanno risposto giovani artisti, coreografi, curatori, fashion designers, registi, fotografi, poeti e art directors, manipolando il corpo dei taccuini Moleskine approcciando il Sud come spazio ubiquo e instabile. Si vuole così indagare il “Global South”, concetto messo in gioco dai curatori del progetto, al fine di recuperare una geopolitica fluida come condizione inevitabile e fertile, capace di unire in sé una molteplicità di prospettive.