La marginalità come un dispositivo da innescare, anzi, come uno strumento in grado di produrre un suono, cioè un attraversamento. Marginal Carillon è l’installazione polimaterica e multisensoriale di Eugenio Tibaldi, in collaborazione con il sound designer Taketo Gohara, presentata da Collezione Ramo negli spazi di BASE Milano, in occasione della Milano Art Week. Su un rotolo di tre metri di carta – una citazione della storica Collezione Ramo, che raccoglie 700 opere su carta dai primi del Novecento a oggi – Tibaldi ha disegnato un lungo e nodoso ramo, popolato da oggetti urbani, come cestini della spesa e parrucche, e da volatili di ogni specie. Avvolta su due rulli, la carta ruota su se stessa, facendo come da partitura a dei contrappunti sonori, composti da Gohara, che si diffondono nella Ground Hall dello spazio culturale in via Borgognone. Dalla scultura, il cui corpo inferiore è un mobiletto vintage, emergono miriadi di altri elementi estranianti, pezzi di un grammofono e di un giradischi, calici di vino rosso e bianco, un uccello, lampadine, luci, un display con un mixer, un valigia di pelle, tutti segni di presenze, di transiti. E infatti il disegno si attiva, come un carillon, grazie all’intervento dello spettatore: chi si avvicina all’opera innesca una videocamera che rileva la quantità di inchiostro presente sulla carta trasformandosi in nota.
«Così sul cuore si innestano un clavicembalo, un pianoforte, delle percussioni, dei campanellini, un vibrafono per omaggiare lo stupore di suoni nuovi, il piacere dello stato di sospensione, in cui ogni melodia può coesistere o vivere autonoma. Marginale è ciò che sta in posizione defilata come una nota a piè di pagina. Marginale è ciò che non ha immediata visibilità, ma da qualche parte esiste», spiegano gli organizzatori.
Da sempre interessato alle dinamiche e alle estetiche delle aree periferiche delle città e delle società, degli individui e del pensiero, l’artista nato ad Alba nel 2000 e da anni a Napoli fa coincidere la marginalità con il tempo che dedichiamo alle attività in solitudine, assumendo modalità diverse di comportamento. «La marginalità in questo senso è una forma di difesa e una ricerca di libertà, uno spogliarsi da vesti e modi che ci distinguono davanti agli altri».
Il progetto “Marginal Carillon” si inserisce all’interno della programmazione di BASE per Art Week che prevede la mostra SIGNS 2, inaugurata durante Milano Graphic Days, nello spazio adiacente Room 1400. Inoltre, il 31 marzo si terrà in Ground Hall il talk Performing Arts in Public Space con Emke Idema (artista), Kees Lesuis (Direttore Oerol Festival), Sara Leghissa (artista, attivista), Leonardo Delogu (artista), Elisabetta Consonni (artista associata BASE), Valentina Kastlunger (Direttrice ZONA K).
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…
10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…