Per favorire l’umanizzazione dei luoghi di cura attraverso le arti, l’Ospedale Sant’Anna di Torino ha inaugurato una nuova iniziativa di “Cultura e Salute”, il programma ideato e condotto a partire dal 2011 da Catterina Seia, Vice Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna, grazie alla quale negli ultimi dieci anni è stata resa possibile la conversione di un intero blocco ospedaliero nel cosiddetto “giardino”, un luogo più accogliente e confortevole, in cui l’arte e la cultura sono protagoniste al fianco delle pazienti e del personale ospedaliero.
Con il mese di aprile, in concomitanza dell’allentamento delle restrizioni per il contenimento della diffusione del Covid-19, sono riprese le attività volte alla cura delle pazienti anche attraverso l’allestimento: nei reparti di terapia intensiva, di scenari artistici e culturali, come l’esposizione delle fotografie del maestro Franco Fontana, uno degli esponenti più noti della fotografia di paesaggio, promosse con “Terapia di intensa bellezza”; mentre nel reparto maternità vengono presentate le poesie selezionate per il progetto “Poesie in forma di rosa”.
Il personale dell’ospedale Sant’Anna è sceso in campo per allestire un ambiente più ameno e ad alta sensibilità che, con il progetto “Terapia di intensa bellezza”, curato da Guido Curto, direttore della Reggia di Venaria, ha dato vita a nuovi paesaggi visivi e relazionali. «Una terapia integrata a base di poesia e delle fotografie di Franco Fontana», dichiara Giovanni La Valle, Direttore Generale della Città della Salute di Torino, «Per migliorare la qualità della vita delle nostre pazienti dell’ospedale Sant’Anna in un momento cruciale della loro vita. Il tutto nell’ottica della presa in carico delle pazienti stesse, non solo dal punto di vista medico sanitario, ma soprattutto dal punto di vista della persona a 360°».
In affinità con il rapporto del 2019 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – secondo cui la visione di paesaggi e opere d’arte ha un impatto psicologico positivo e degli effetti concreti sulle cure – «Lo splendido allestimento coccola gli occhi», afferma Simona Quaglia, Direttore di Anestesia e di Rianimazione del Presidio Ospedaliero Sant’Anna, «Nutre l’anima e permette di viaggiare con la mente oltre i confini della Terapia Intensiva».
Negli ambienti del nosocomio, infatti, le riproduzioni delle immagini di Fontana (realizzate grazie alle generose donazioni di privati) ripercorrono tutta la produzione del maestro modenese, modificando completamente l’atmosfera dei corridoi che le accolgono: dai loro letti di degenza, le pazienti possono osservare le fotografie e ritrovare attimi di serenità e divagazione con i messaggi del curatore e del maestro, scaricabili con un QR code affisso sulle pareti.
A partire dal 14 febbraio 2019, nel reparto maternità della Struttura Complessa Universitaria di Ginecologia e Ostetricia 1 dell’Ospedale Sant’Anna, con la partecipazione dell’artista Chen Li, è stata data forma alle parole. «Le frasi poetiche composte sulle pareti del reparto parlano di speranza, del regalo dell’incontro, di rinascita», commenta Chiara Benedetto, Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna, «Sono un modo di dire alle donne ricoverate che il nostro desiderio è prenderci cura di loro in un percorso di salute intesa come stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come assenza di malattie».
Con questa iniziativa, sulle pareti delle camere di degenza e della sala visita sono comparse frasi di benvenuto e strofe d’amore estrapolate da poesie e canzoni, ancor più apprezzabili grazie alle tracce recitate dall’attrice Elena Ruzza, anch’esse scaricabili tramite QR Code.
La pandemia non ha fermato le attività della Fondazione Medicina a Misura di Donna. Durante gli ultimi due anni ma, soprattutto, durante il periodo di lockdown, la Fondazione ha continuato a interessarsi concretamente ai reparti dell’ospedale Sant’Anna impegnandosi nel potenziamento degli strumenti tecnologici di nuova generazione impiegati a servizio dei percorsi di cura e di ricerca. Inoltre, lo scorso aprile, l’artista Ferruccio Dotta è intervenuto creando, con una tecnica ispirata a quella orientale del kintsugi, un metaforico “giardino d’acqua” sui pavimenti del piano terra.
Questo è solo uno tra i numerosi interventi realizzati in dieci anni di progettualità e tra quelli che la Fondazione Medicina a Misura di Donna intraprenderà prossimamente, tutti con l’intento di attivare un meccanismo di lavoro partecipato, in cui lavorano a stretto contatto gli enti e le istituzioni culturali a beneficio delle pazienti dell’ospedale torinese.
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