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05
aprile 2014
Toh, c’è un poeta nel bosco. E anche un artista
Progetti e iniziative
Già il nome del luogo, Dolcè, promette bene. Ma la storia che ospita è ancora più invitante. Nella vasta area verde intorno è nato, anni fa il Bosco dei Poeti. Realizzato grazie al sogno e alla tenacia dell’artista Lome. Che via via ha invitato poeti, altri artisti e scrittori. Ora, in occasione della XV giornata Mondiale della Poesia, il Mart di Rovereto ne ha presentato la raccolta, entrata in deposito al museo
Giorni fa millecentrocinquantratrè lavori dal Bosco dei Poeti a Dolcè, in provincia di Verona, si sono spostati nei depositi del Mart per essere conservati, studiati e soprattutto valorizzati. Ma andiamo con ordine.
Lorenzo Menguzzato, classe 1967, si preparava già alla sfida nel 1996: confrontarsi con un terreno di 70 ettari (ora 135) sito nella Valle dell’Adige al confine tra Trentino e Veneto. L’artista, conosciuto come Lome, studia l’ambiente, fa esperienza quotidiana del tentativo umano di dominare, controllare, estirpare, ma anche quello di coltivare e sostenere.
Il bosco è vissuto da subito come un inno alla vita, la varietà degli esseri viventi rende palese come la diversità sia importante. Lome ci racconta del susseguirsi dei pensieri in merito al destino del terreno, pensieri accomunati dalla volontà di voler lasciare un segno del passare del tempo. «Un giorno nacque l’idea di fare nel bosco qualcosa con l’arte. L’Italia è piena di parchi con sculture, come quello di Daniel Spoerri a Saggiano o quello dei tarocchi di Niki de Saint Phalle. Il mondo è fatto di coincidenze, una delle mie prime mostre è stata alla Traklhaus di Salisburgo, casa natale del poeta Georg Trakl e poi partecipai a una mostra in omaggio a Ezra Pound al Museion di Bolzano curata da Vanni Scheiwiller, la poesia senza saperlo si era già infiltrata nel mio DNA; perché non fare un bosco dedicato alla poesia? Che cosa è la poesia?».
Si invitano artisti, ma anche scrittori, poeti e intellettuali a contribuire con delle opere alla crescita del bosco. Le scelte riflettono gli interessi e le passioni dell’artista, affiancato in diversi momenti da Luigi Serravalli. Il logo del bosco, disegnato da Luigi Ontani, accoglie così centinaia di artisti. A questi lavori si affiancano anche preziose pubblicazioni, realizzate con Alberto Casiraghi, fondatore nel 1982 della casa editrice Pulcinoelefante. Queste, stampate in pochissime copie, diventano opere stesse, per ciò che trasmettono e per la fine veste grafica che le contraddistingue.
Proprio Casiraghi facilita l’incontro tra Alda Merini e Lome. Questa conoscenza darà vita a cinque libri oggetto ed a una presenza ancora più importante in un piccolo parco all’interno del Bosco. Qui sono piantati dei ciliegi: un luogo omaggio alla poetessa scomparsa nel 2009.
Moltissimi sono gli intellettuali che si mobilitano per arricchire il bosco e riflettere la sua varietà. I contatti crescono grazie alla disponibilità di molti artisti, come ad esempio Nicola De Maria che presenta al Bosco dei Poeti Patrizia Cavalli, Giovanni Giudici, Francesca Genti e molti altri. Difficile rintracciare i criteri e le circostanze che hanno permesso la presenza di un artista o di un poeta piuttosto di un altro, spiega Lome: «Gli artisti crescevano e anche il bosco cresceva. Non ho mai pensato di competere con i festival più blasonati per avere nomi di risonanza internazionale. Così come in un bosco ci sono grandi piante, c’è spazio però anche per piccoli arbusti. Entrambi hanno in comune l’amore per la natura».
Nessuna commissione scientifica, bensì una sintonia tra artisti e poeti, senza autolimitazioni. Indagare la natura dell’uomo attraverso un bosco, sondandone l’assenza di limiti e la natura della sua materia. Nel 2004 Lome è nella Santa Sede per presentare il suo progetto. Dopo pochi giorni arriva a Dolcè una lettera con il sigillo del Vaticano ed un testo da apporre ad una stele. Nel 2005 il Bosco dei Poeti vince il Premio Telecom Italia “Contagiare Bellezza” per la miglior idea culturale in Italia, presidente Umberto Eco e in giuria nomi come Philippe Daverio, Umberto Veronesi, Alessandro Baricco, Vittorio Sermonti.
Nel 2007 Lome incontra il Dalai Lama ed ottiene un suo pensiero da incidere su una pietra collocata in apertura del percorso. Tuttavia non si tratta solo di poesia, profetiche sono a questo proposito le parole di Alda Merini quando afferma che il bosco è la Lingua sconosciuta di Dio. Quasi come se la spiritualità del bosco varcasse i confini tra una religione e l’altra.
Importantissime alcune collaborazioni con artisti di fama internazionale: nel 2011 Lome realizza un progetto con l’artista Fluxus Ben Vautier. Si tratta di due lavori collocati su pietra, che rendono in maniera straordinaria il genio francese, il quale nel suo sito internet scrive: «Ho voglia di essere un albero».
Il Bosco dei Poeti ottiene negli ultimi anni vari riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale; per esempio nel 2011, Anno delle Foreste, è chiamato dal Corpo Forestale dello Stato a realizzare la mostra “Pensieri al Vento” a Roma, e poco dopo è invitato a curare la mostra per la FAO Food and Agriculture Organization of the United Nations per la Giornata della Montagna a Roma, esposizione che coinvolge 365 artisti.
Il patrimonio del Bosco dei Poeti consiste soprattutto in testi poetici, libri/oggetto disegni e dipinti su carta raccolti in cassette disseminate lungo il percorso. I lavori sono copie o scansioni di originali, che, per ragioni conservative, non sono stati esposti.
Una parte consistente delle opere consiste in una cinquantina di stendardi, donati da decine di artisti a partire dal 2011. Tra questi Lome ricorda il contributo di Lawrence Ferlinghetti, Alessandro Mendini, Luigi Ontani, Arrigo Lora Totino, Jack Hirschman, Herman Nitsch e molti altri. Queste opere cercano di portare il Bosco altrove, facendosi testimoni e interpreti di centinaia di altri lavori.
Il lavoro di quasi due decenni ha permesso dunque la formazione di un nucleo vastissimo di opere che, da ora fino al 2025, sono in deposito al MART, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, che fin dalla sua nascita ha costruito parte della sua forza nel ricco archivio e nei consistenti depositi. Questa scelta nasce dall’incontro tra l’esigenza di conservare il materiale originale e allo stesso tempo valorizzare l’intero progetto, rendendo viva la raccolta. Lo studio delle opere indicherà naturalmente le possibilità per delineare incontri con la poesia, presentazioni degli artisti, conferenze, ed anche l’inclusione degli stessi lavori in esposizioni.
Il dialogo tra il Museo e il Bosco dei Poeti si è fatto denso in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, il 21 marzo, quando il Mart ha esposto nella grande Piazza alcuni stendardi, “Pensieri al Vento”, e ha ospitato l’incontro tra l’artista e poeta Sergio Dangelo e Lome. Per rendere omaggio alla vita iniziata nel 1996.
Grazie per questo luogo e per la speranza concreta di realizzare arte e poesia.
Rosa Borroni