12 dicembre 2024

Torino, il programma di Campo24 riflette sui confini dell’utopia

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Il programma curatoriale Campo24, promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, chiude i lavori con una mostra e un talk: il tema è l’utopia, tra desiderio e impossibilità

Jonathas de Andrade, Olho da Rua (Out Loud), 2022, video, 25 minutes, HD. Commissioned and produced by Fondazione in Between Art Film

Immaginare nuovi mondi, con gli strumenti oggi a disposizione e così diffusi, non dovrebbe essere troppo difficile, eppure l’utopia, svilita della sua capacità di azione sul reale, assume orizzonti sempre più sfumati. A questa tensione tra il desiderio e l’impossibilità, risponde, a Torino, il progetto Thinking About the Future: At the Edge of Utopia, evento conclusivo del corso di studi e pratiche curatoriali CAMPO24, promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con il supporto della Fondazione CRT.

In mostra dal 13 al 15 dicembre 2024 presso la sede torinese della Fondazione, il progetto, curato dai partecipanti di CAMPO24 – Eva Adduci, Matheew Carrillo Marentes, Martino De Vincenti, Edoardo Durante, Francesca Franzone, Marta Ferrara, Gabriele Logiudice, Silvia Muffolini e Daniela Viesti – riunisce opere di Melanie Bonajo, Jonathas de Andrade, Nina Fischer & Maroan El Sani, Mapa Teatro, Superflex e Young-jun Tak, affiancate dalla performance del collettivo Falive e da un talk in collaborazione con l’associazione Acmos.

Utopie fragili, comunità possibili

Al centro della mostra di CAMPO24 a Torino, l’installazione 10 sec. Thinking About the Future (1998-2005) di Nina Fischer e Maroan El Sani, che presta il titolo all’intero progetto. L’opera, che cattura frammenti di attese e immaginazioni sul futuro, dialoga con altri lavori video. Dalle sperimentazioni corporee di Melanie Bonajo in When the Body Says Yes (2022) alle dinamiche di violenza e resistenza esplorate da Mapa Teatro in Los Incontados (2014-2021), ogni contributo interroga le possibilità di creare comunità e spazi di micro-resistenza.

Nina Fischer & Maroan el Sani, Berlin [sunrise] – 10 sec. thinking about the future, film-loop, 16mm, colour, 5 minutes, 2001.
Le opere affrontano scenari di conflitto e incertezza, ma anche gesti di solidarietà e speranza. Così, l’ironia critica di Superflex in Working Life (2013) si intreccia con il racconto visivo di Jonathas de Andrade in Olho da Rua (2022), mentre Young-jun Tak riflette sulla memoria collettiva e sulle dinamiche sociali in Wish You a Lovely Sunday (2021).

Melanie Bonajo, When the body says Yes, 2022. Commissioned by the Mondriaan Fund, Dutch Pavilion Venice. Courtesy the artist & AKINCI

Pensare e abitare futuri alternativi

I temi affrontati dalle opere in mostra saranno ampliati da un programma pubblico pensato per stimolare il dialogo tra artisti, curatori e pubblico. Venerdì, 13 dicembre, si terrà infatti il talk La fine dell’utopia? Azioni e prospettive per abitare la città, che vedrà la partecipazione di esperti di urbanistica e trasformazione sociale, esplorando strumenti per costruire città più inclusive e partecipative. Il giorno successivo, il collettivo Falive presenterà Improvvisazioni somatiche ed elettroacustiche, una performance che fonde sperimentazione musicale e dimensione corporea, invitando il pubblico a una riflessione attiva.

Il cuore di Thinking About the Future è un interrogativo universale: come possiamo ripensare il futuro in una società che sembra intrappolata in un eterno presente? L’utopia diventa, qui, non tanto una meta irraggiungibile quanto un esercizio di immaginazione collettiva. Attraverso linguaggi artistici e performativi, il progetto stimola nuove prospettive, ridefinendo il concetto stesso di possibilità.

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