Torino, nuova vita per la Casa Museo di Carol Rama, che riapre al pubblico

di - 28 Novembre 2024

Dopo nove mesi di chiusura, riaprire le porte al pubblico, dal 30 novembre 2024, la Casa Museo di Carol Rama a Torino, in via Napione 15, zona Vanchiglia. La dimora dove l’artista torinese visse e lavorò dal 1942 fino alla sua scomparsa nel settembre 2015, a 97 anni, torna accessibile grazie alla Fondazione Sardi per l’Arte che nel 2019 acquisì l’appartamento, già precedentemente vincolato dalla Soprintendenza come studio d’artista, insieme a tutto ciò che conteneva, affindandolo all’Archivio Carol Rama.

Casa Museo Carol Rama, Torino, 2024

La Casa Museo come specchio dell’anima

La casa di Carol Rama rappresenta una vera opera d’arte totale, uno spazio privato e universale insieme, caratterizzato da una fervida ricerca intellettuale personale e denso di riferimenti culturali di ogni genere. Tra le sue pareti convivono disegni e tele di Rama, manufatti di arte primitiva, fotografie di vita quotidiana ma anche la celebre copertina dell’album Sticky Fingers dei Rolling Stones, realizzata da Andy Warhol, e opere di Man Ray, testimonianza delle connessioni internazionali di Rama negli anni Settanta.

Casa Museo Carol Rama, Torino, 2024

La casa, che l’artista definiva il suo “magazzino dell’anima”, racconta70 anni di creatività e incontri con intellettuali del calibro di Cesare Pavese, Italo Calvino e Gillo Dorfles. È qui che Nico Orengo ricordava Rama vivere come una sacerdotessa sopra il suo letto-altare, in una Torino grigia e austera, mentre lei sfidava le convenzioni con la sua carica erotica e verbale.

Casa Museo Carol Rama, Torino, 2024

Ogni dettaglio dell’appartamento, dalle tende nere alle pareti trattate con lucido da scarpe, riflette il desiderio di Carol Rama di concentrarsi sulla creazione artistica. Addentrarsi tra le stanze sortisce l’effetti di immergersi in un’installazione composita, che racconta il dialogo incessante tra vita e arte, trasformando lo spazio domestico in un’opera autobiografica.

Casa Museo Carol Rama, Torino, 2024

Un nuovo capitolo per la Casa Museo di Carol Rama

La riapertura è accompagnata da un restyling visivo e una nuova identità grafica firmati da Paolo Cagliero e Alex Steiner. Il rinnovato sito web dedicato permette di prenotare visite per piccoli gruppi, garantendo un’esperienza intima e rispettosa degli ambienti. Le visite guidate, in italiano e inglese, si tengono dal martedì al sabato con diversi turni, per un massimo di cinque persone a gruppo. L’ingresso ha un costo di 40 euro, ridotto a 20 euro per studenti.

Carol Rama: una vita fuori dagli schemi

Nata a Torino nel 1918, Carol Rama ha attraversato il Novecento in modo indipendente e controcorrente. Figura fuori dagli schemi, è stata capace di attraversare epoche e movimenti artistici senza mai essere pienamente incasellata.

Segnata da una giovinezza complessa, da una situazione di iniziale agiatezza al tracollo finanziario della famiglia dovuto alla crisi degli anni Trenta, dall’internamento della madre al suicidio del padre, Rama sviluppò una poetica potente e personale, intrecciando erotismo ed inquietudini, frammenti biografici e tensioni politiche.

Casa Museo Carol Rama, Torino, 2024

Gli anni Quaranta rappresentano una fase di grande turbolenza e cambiamenti decisivi. Dopo il suicidio del padre nel 1942 e i bombardamenti che costrinsero la famiglia a sfollare, l’artista si stabilì in un piccolo appartamento in via Napione, che sarebbe rimasto il suo studio per tutta la vita. Fu durante questo periodo che venne notata da Felice Casorati, che ne intuì il talento senza mai influenzarne troppo il percorso creativo. Fu anche grazie alla vicinanza a Casorati che entrò in contatto con figure di spicco della cultura torinese, come Paola Levi Montalcini e Italo Cremona, dando avvio a una carriera espositiva promettente.

Nel Dopoguerra, la sua ricerca si aprì a nuove influenze e si avvicinò al Movimento Arte Concreta. Negli anni Cinquanta, l’opera di Rama si orientò verso l’astrattismo, prima di evolvere, nella decade successiva, in una sperimentazione informale in cui integrava materiali di recupero, come siringhe, occhi di bambola e scarti metallici. Questa fase, definita Bricolage dal poeta Edoardo Sanguineti, segna uno dei momenti più iconici della sua produzione.

A partire dagli anni Settanta, l’artista sperimenta ulteriormente, riducendo i suoi lavori a composizioni essenziali realizzate con camere d’aria, esprimendo un linguaggio più minimalista ma non meno potente. Parallelamente, grazie al gallerista Luciano Anselmino, entra in contatto con figure internazionali come Man Ray e Andy Warhol, ampliando il suo orizzonte artistico.

Casa Museo Carol Rama, Torino, 2024

La consacrazione definitiva, pur tardiva, arrivò negli anni ’90. Nel 1993 Achille Bonito Oliva le dedicò una personale alla XLV Biennale di Venezia, con un allestimento di Corrado Levi. E a distanza di dieci anni, nel 2003, l’artista fu insignita del Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia, diretta quell’anno da Francesco Bonami.

La Fondazione Sardi per l’Arte, istituita nel 2014 da Pinuccia Sardi, si è impegnata a tutelare e promuovere il lascito di Rama. Tra i progetti di rilievo, la pubblicazione del catalogo ragionato dell’artista e del volume Il magazzino dell’anima, che documenta il patrimonio unico della sua casa. A gennaio 2024, Carol Rama è stata la protagonista di un progetto ideato da Fondazione Fendi a Palazzo Rhinoceros di Roma, per il quale sono state riproposte le atmosfere evocative della sua casa museo di Torino.

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