08 novembre 2022

Tra le icone di TIME: la prima personale nel Metaverso di Giulio Marchetti

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Dalla scultura classica ai modelli globalizzati, lungo la linea del TIME: dopo le collaborazioni con Achille Lauro, l'artista romano Giulio Marchetti presenta la sua prima mostra nel metaverso

Da martedì, 8 novembre, apre virtualmente le porte al pubblico “Time”, la prima personale nel Metaverso dell’artista romano Giulio Marchetti. A cura di Erika Gaetani, l’esposizione sarà visitabile attraverso la piattaforma online spatial.io, articolandosi in un percorso immersivo a 360° tra le opere dell’artista. Dopo i componimenti poetici, elaborati anche in formato visuale, e le collaborazioni con cantanti del calibro di Achille Lauro, Marchetti, avvalendosi del supporto curatoriale di Gaetani, ci fa esplorare una modalità nuova di fruizione dell’opera digitale, in soluzione di continuità con gli ambienti virtuali che, da sempre, hanno interessato le tematiche affrontate nelle varie produzioni artistiche, come nel caso dello opere visuali diffuse su Instagram e dedicate ai temi della contemporaneità, dall’incomunicabilità dei sentimenti nell’epoca delle relazioni digitali, all’ecosistema potenzialmente tossico che vede sovrapporsi vita e web.

«Con il titolo “Time”, ossia tempo, si vuole ripercorrere, attraverso una linea del tempo immaginaria, una storia che parte dalle sculture classiche, passando per i grandi omaggi ai maestri che hanno caratterizzato la storia dell’arte e terminando nelle suggestioni che prefigurano un futuro fatto di modelli globalizzati», spiegano. «Le opere nascono dall’insieme di due parole “profondo” e “superficiale”, due parole che ritroviamo in particolare nella digital art dell’artista che racconta il mondo che ci appartiene».

A essere messa in evidenza è la realtà, «Che può essere espressa attraverso segni tangibili dei giorni d’oggi ma anche attraverso simboli e modelli già celebrati dalla società, riproposti e accostandoli ai miti classici quasi in dissolvenza dall’artista per dare impulso ad un nuovo posizionamento dell’opera come in particolare nelle ultime opere, realizzate dopo il periodo pandemico, dove si focalizza tutto sull’ambivalenza che caratterizza la comunicazione ai tempi dei social disvelando il dominio della tecnologia sulla società».

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