Pagine aperte, trasversali, ibride, da scorrere sulla superfice liscia dello schermo, per addentrarsi tra i meandri dei pensieri e dei processi creativi. È online sulla piattaforma Medium il diario di Prender-si cura, programma di residenze dedicate ai linguaggi delle arti performative, ideato da Ilaria Mancia e co-curato con Paola Granato, svoltosi negli spazi della Pelanda del Mattatoio di Roma. «Un luogo composito e generativo, principalmente dedicato all’arte contemporanea, sede del Master PACS che trova il suo focus nell’incontro tra le arti visive, performative e l’architettura», spiegano le curatrici. «Un luogo dove le arti performative nella loro forma spettacolare hanno sempre trovato spazio e dove, in questo momento, si è aggiunto un ulteriore tassello: la fase produttiva e di ricerca delle creazioni artistiche ha iniziato ad abitare le sale, nell’ascolto delle diverse necessità di chi temporaneamente le attraversa», continuano.
Dopo le residenze di Giuseppe Vincent Giampino, Jacopo Jenna, Michele Rizzo, Luigi Presicce, Sara Leghissa, Annamaria Ajmone, Cristina Kristal Rizzo, Marina Donatone, Alexia Sarantopoulou, il programma proseguirà anche nel 2021, sempre alla Pelanda, a fianco delle attività formative del Master PACS – Arti Performative e Spazi Comunitari. Tra i prossimi protagonisti di Prender-si cura, Roberto Fassone, Valentina Furian, Silvia Calderoni, Jacopo Benassi con Lady Maru. Alcuni artisti, poi, ritorneranno a calcare quegli spazi, tra gli altri Leghissa e Rizzo, per portare avanti la loro ricerca.
Il lavoro, infatti, continua anche al di là degli spazi della Pelanda: alcune opere sono già state presentate in importanti festival, come Alcune Coreografie di Jenna, che ha debuttato a Fies Festival XL, e TOCCARE. The white dance di Rizzo, presentato a Torino Danza e MilanoOltre Festival. È stato inoltre prodotto il video di Presicce, In Hoc signo vinces, ultimo dei dieci episodi de Le Storie della Vera Croce, ciclo che l’artista presenterà nella mostra in programma nei prossimi mesi al Mattatoio negli spazi del Padiglione 9B.
Nel diario sono raccolte le impressioni, le riflessioni e le azioni dei protagonisti, tra dialoghi e immagini di documentazione, per attraversare le varie fasi dei lavori svolti in sala e approfondire i concetti emersi, Dall’essenza del “fare arte”, al rapporto con l’archivio, dal significato della ricerca alle possibilità delle residenze artistiche, fino alla centralità del corpo in questo momento di assenza e sospensione. A questo materiale si aggiungono sezioni bibliografiche e videografiche di approfondimento, ognuna dedicata alle singole ricerche.
«Questi appunti e queste immagini vogliono essere una chiave d’accesso a una fase che normalmente non è attraversata dallo sguardo degli spettatori, il racconto della costruzione di un lavoro artistico prima dello spettacolo», hanno spiegato Mancia e Granato.
Il diario di Prender-si cura si arricchirà dei contributi degli artisti che parteciperanno alle residenze dei prossimi mesi, a partire da Alessandro Sciarroni, artista Leone d’Oro alla carriera per la Danza nel 2019. Sciarroni torna in questi giorni negli spazi del Mattatoio dopo la performance Save the last dance for me, svoltasi la scorsa estate nel programma di Gaia, e il laboratorio che ha condotto nel mese di dicembre all’interno del programma del Master PACS. La sua residenza è rivolta alla fase iniziale di ricerca di un nuovo progetto, immaginato per spazi museali, non teatrali, per creare, in un’esperienza di lunga durata, una relazione di prossimità del pubblico con i performer, percepiti e osservati come opere d’arte visiva.
Michele Rizzo ha realizzato le opere scultoree che compongono il suo ultimo lavoro, performativo e installativo, Rest, in mostra alla Quadriennale d’arte 2020.
Sara Leghissa ha iniziato la ricerca per un nuovo lavoro con la collaborazione di Manuela Schinina, sound designer, compositrice cinematografica e rumorista.
Alexia Sarantopoulou ha lavorato con la performer e attrice Ondina Quadri per sviluppare la ricerca su Emilio, primo spettacolo di cui cura la regia.
Marina Donatone ha lavorato con la danzatrice Ilaria Quaglia per continuare la ricerca su LOOK MA, NO HANDS_a way to go (working title), primo suo spettacolo da coreografa.
Annamaria Ajmone ha proseguito la ricerca relativa a NO RAMA – suo ultimo spettacolo che ha debuttato nel 2019 – e iniziare la ricerca per un nuovo lavoro.
Cristina Kristal Rizzo ha iniziato la ricerca per il suo ultimo lavoro TOCCARE the White Dance.
Luigi Presicce ha girato un video dal titolo In Hoc signo vinces, ultimo dei dieci episodi de Le Storie della Vera Croce, ciclo che l’artista ha iniziato nel 2012 e che sarà in mostra al Padiglione 9B del Mattatoio nell’ambito del programma Dispositivi Sensibili.
Jacopo Jenna ha lavorato alla creazione dello spettacolo Alcune Coreografie, con la collaborazione artistica di Roberto Fassone e la partecipazione della danzatrice Ramona Caia.
Giuseppe Vincent Giampino ha sviluppato due lavori: Virtual², che lo vede in scena con la dance maker Cristina Kristal Rizzo, e FF, in cui collabora con il danzatore e coreografo Riccardo Guratti.
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