Presente, cioè immediato, attuale, l’accadimento nel suo svolgersi in uno spazio e in un tempo delimitati, qui e ora. E poi, trascendente, al di là dell’esperienza intuitivamente percepibile, in qualche modo indipendente dalle categorie della realtà. Come in un viaggio tra queste due condizioni, l’artista tedesca Anna Witt, seguita dalla curatrice Maria Teresa Annarumma, sta attraversando Napoli, nel corso di una residenza in più fasi, con l’obbiettivo di realizzare un’opera video e performativa, insieme alle donne e ai ragazzi del quartiere di Forcella, con il prezioso supporto dell’associazione culturale Amici di Carlo Fulvio Velardi ONLUS. Cambiamento oltre il visibile è il titolo del progetto, promosso dal Goethe-Institut che, così, sceglie di riprendere le attività in sede a partire dal luogo stesso e dalla sua riattivazione. L’iniziativa si avvale anche del supporto del Forum Austriaco di Cultura a Roma.
«Durante il primo periodo di confinamento dovuto al Covid, tutti abbiamo avvertito la mancanza delle relazioni, della condivisione e dello scambio di esperienze. Il Cambiamento oltre il visibile vuol mettere in luce come la rete delle relazioni interpersonali – anche tra Napoli, Germania e Austria – possa avviare un miglioramento decisivo della nostra società», così la direttrice del Goethe-Institut, Maria Carmen Morese, ha raccontato come è nata l’idea del progetto.
«La scelta del Goethe-Institut è caduta su Anna Witt in quanto l’artista, nelle sue opere, analizza criticamente gli stereotipi culturali così come la condizione del singolo all’interno dei sistemi sociali. In particolar modo Witt affronta nei suoi video e nelle performance il tema della formazione dell’identità politica collettiva o le lotte e le limitazioni dei diritti civili», hanno dichiarato dal Goethe Institut.
«Cambiamento oltre il visibile è incentrato sul tema della “cura” e delle “care-givers”, visto da due prospettive e due dimensioni diverse: il presente e il trascendente», ha spiegato Maria Teresa Annarumma, introducendo il progetto che è scandito in due fasi, “la cura del presente” e “la cura del trascendente”.
Nel corso della prima fase, Anna Witt studierà il tessuto sociale di Forcella, concentrandosi in modo particolare sulle le attività culturali che l’associazione Amici di Carlo Fulvio Velardi ONLUS offre ai giovanissimi del quartiere, attraverso la sua sede presso la Casa di Vetro, una ex fabbrica abbandonata e trasformata in struttura polifunzionale.
Per la seconda fase, Witt incontrerà l’Associazione Progetto Museo, diretta dalla professoressa Francesca Amirante, promotrice di molte iniziative di inclusione sociale attraverso l’arte e la cultura e responsabile del Complesso Monumentale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. Qui, sotto le volte del famoso ipogeo in via dei Tribunali, si terranno la seconda e terza parte del progetto, nei mesi di aprile e maggio.
Nel volume Museum Seed pubblicato da electa, lo studio di architettura Migliore+Servetto ha raccolto le proprie esperienze nel campo della…
Ci sono linguaggi artistici che stanno diventando laboratori permanenti preposti a raccontare nuove forme dell’essere e del desiderare. Ne ripercorriamo…
Sfide e innovazioni nel sistema dell'arte. Una ricognizione sul ruolo crescente dei mercati online peer-to-peer e sulle differenze rispetto alle…
Nella suggestiva cornice della tenuta Bonotto Delle Tezze, fino al 21 luglio la terza edizione di “Officina Malanotte” promuove una…
L’undicesima edizione di Kappa FuturFestival, uno dei festival di musica elettronica più famosi al mondo si conclude oggi al Parco…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Visualizza commenti