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Tra trap e sbarre: il progetto del collettivo plurale arriva a Verona
Progetti e iniziative
di redazione
Un argomento tanto complesso quanto delicato, quello della detenzione, che coinvolge ambiti diversi, dall’architettura delle carceri alla filosofia della pena, dalla burocrazia alla politica. Da questo tema di strettissima attualità prende le mosse SNITCH Vol.2, mostra di plurale, a cura di Alessio Vigni, in apertura il 24 febbraio presso il polo culturale Habitat Ottantatre, a Verona. Si tratta di una nuova tappa del progetto portato avanti dal collettivo artistico, dopo la precedente personale tenutasi a Bologna nel 2023, negli spazi di Adiacenze.
A Verona, SNITCH Vol.2 inaugura in occasione della giornata di anteprima della quarta Edizione del Festival del Giornalismo di Verona, che presenterà un incontro intitolato Fra le sbarre, dedicato al tema delle carceri dal punto di vista di coloro che le vivono, le animano e le raccontano. Il progetto espositivo amplierà la prospettiva di analisi del tema, anche grazie alla collaborazione che gli artisti e il curatore hanno sviluppato con il Centro di prima accoglienza dell’IPM di Bologna e con il progetto sociale tra musica e contesti di detenzione, SNITCH (outside), in partenza dalla prossima primavera.
Nasce nel 2020, plurale si presenta come «collettivo artistico osmotico», cui attivatori di base sono Leonardo Avesani (Verona, 1997) e Chiara Ventura (Verona, 1997). Esplorando, attraverso la pratica artistica, una forma empatica d’esistenza, plurale lavora sulle falle che riscontra nel quotidiano, con particolare attenzione al linguaggio, alle forme di violenza e a come le ultime generazioni si pongono nel mondo. Nel 2022 pubblica Gesto empatico, una dichiarazione poetica che afferma il suo esserci nel mondo, dove si sostiene l’azione empatica come l’unico mezzo oggi praticabile per restituire agli esseri e alle cose pari diritti e dignità. plurale ha attivato una pratica transfemminista nel tentativo di sgretolare una visione eteronormativa del corpo e decolonizzare il desiderio, osservando la sessualità e il piacere come spazi politici.
«Questo secondo progetto espositivo diventa una nuova occasione per continuare ad approfondire e diffondere l’evoluzione della cultura giovanile contemporanea considerando l’influenza delle circostanze sociali, ambienti e politiche che coinvolgono le nuove generazioni: dall’appartenenza, all’autodefinizione, passando dal loro vissuto nella società contemporanea, sino alle attitudini di consumo culturale e alla propensione alla produzione creativa», spiegano gli organizzatori. SNITCH Vol.2 differirà dal primo capitolo principalmente per l’impostazione del progetto espositivo, che in questo caso proverà a osservare, attraverso i lavori del collettivo plurale, il legame tra trap e i media nazionali. Il percorso espositivo, composto da installazioni, video e fotografie del collettivo plurale, sarà un “itinerario empatico” necessario per costruire un’analisi profonda sulle problematiche sociali che riguardano la cultura giovanile.
«Quando si parla di giovani e di questo genere musicale siamo abituati a storcere il naso, a valutazioni superficiali e a una serie infinita di luoghi comuni – dichiara Alessio Vigni – Quello che manca è considerare questo nuovo fenomeno culturale come una forma di espressione e in certi casi come una vera spia di allarme per quello che accade nelle nostre città. Portare avanti un progetto di questo tipo significa osservare l’evoluzione delle nuove generazioni nel contesto italiano e porre l’attenzione su situazioni specifiche del nostro presente che spesso finiscono per essere ignorate».
SNITCH Vol.2 nasce per provare a risolvere la superficialità con la quale si affrontano le questioni riguardanti la cultura popolare giovanile, in particolare il fenomeno della trap, un atteggiamento che rispecchia l’atteggiamento di chiusura con il quale ci si pone nei riguardi anche di altre problematiche che affliggono la nostra contemporaneità. «SNITCH Vol.2 diventa l’occasione per un’analisi approfondita del fenomeno trap in Italia, dove il genere musicale è un pretesto per parlare di altro; l’estetica in questione funge da “rivelatore sociale”, è uno strumento d’accesso alla complessità del nostro presente», spiega plurale.