Dal 3 al 5 giugno sull’isola di San Pietro, Sud Sardegna, il festival TUNÈA, curato dalla Associazione U-BOOT Lab: negli spazi abbandonati delle tonnare torna la vita, come un’onda del mare, calma e pervasiva, carica di nuova energia. L’obiettivo è immaginare il futuro e dal respiro al presente delle grandi fabbriche dismesse legate alla pesca stagionale del tonno, attività di lavoro tipica della comunità di Carloforte e di tutto il mediterraneo. Le tre giornate sono l’evento finale di una riflessione lunga e partecipata nel tempo, esito dell’attività di riconnessione del paese con il suo passato tradizionale, promossa da Direzione Generale Creatività Contemporanea. L’apertura stessa dei luoghi abbandonati riporta il popolo del paese nel suo motore storico, usato per secoli e ora campo di sviluppo per azioni di progettazione poetiche, artistiche e culturali. È un «Processo di risignificazione dei luoghi», scrive l’ideatrice e direttrice artistica Maria Pina Usai: «Apre la possibilità di un uso permanente futuro». Restituite agli abitanti, le aree delle tonnare diventano laboratori in progress, nell’ottica di un nuovo uso, creando una rete tra abitanti e luoghi e tra ambiente naturale e società, mantenendo la memoria e trovando nuovi modi di vivere e abitare l’isola.
Il 3 giugno, in località La Punta, ad aprire le attività e, insieme, lo spazio fisico, è l’installazione Sotto un cielo di reti, colorato ingresso sicuro allo spazio della tonnara, esito della progettazione condivisa tra comunità e Patrizia Di Monte. A riunire popolo dell’isola di San Pietro e visitatori segue Derive, passeggiata connettiva tra e il mare e fabbrica dismessa, momento fluido di scambio e dialogo con i partecipanti ma anche di raccolta di materiali della tradizione ittica, con il riutilizzo delle reti per la costruzione di nuove aree, ribaltamento delle camere effimere della pesca dei tonni.
Il 4 giugno, ad animare la giornata, la caccia al tesoro a conclusione del laboratorio Alla Ricerca del Braccio di Re Carlo, momento di gioco e coinvolgimento tra abitanti e isola, riscoperta e creazione di nuovi legame con un’azione ludica e simbolica. Punto finale di questo gioco poetico l’installazione site-specific La Camera del Mare, posta ai piedi della antica tonnara dove questa arriva alla battigia, ambiente sensoriale creato da Alessandro Toscano, stanza immersiva e specchio della realtà aperto a una prospettiva ecologica su quei luoghi, riflesso della visione dal mare di Carloforte e del suo protagonista il tonno.
All’interno del festival, le performance di danza Calar tonnara – Studio #1 di Ambra Zambernardi a far vivere con il linguaggio del corpo, del movimento e della danza l’ambiente del mare e della pesca in uno scambio tra spettatori e performer vivo e mutevole negli spazi della fabbrica dismessa. In parallelo le attività delle tre giornate con visite guidate alle tonnare, passeggiate botaniche, eventi di danza e degustazione, musica dal vivo, una rassegna di cinema con proiezioni e una serie di talk su rigenerazione culturale, spazi comunitari e condivisi, memoria e futuro.
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