TWISTER: UN TORNADO FATTO AD ARTE

di - 3 Maggio 2009
Da pochi giorni a Milano è stato presentato ufficialmente un interessante progetto di contemporary art networking. Ideato nel 2007, Twister ha finalmente preso la forma di una rete virtuale dedicata all’arte contemporanea, una piattaforma comunicativa che metterà in connessione dieci realtà museali lombarde.
Abbiamo scelto il nome Twister, tornado”, commenta Emma Zanella, direttrice della Gam di Gallarate, museo “capofila di progetto”, “per conferire a questo format sperimentale di connessione fra musei un carattere ‘fresco’, accattivante, non troppo pesante, che rendesse subito l’idea di dinamismo, di realtà in rapido divenire”. Gli intenti di Twister, infatti, sono chiari sin dall’inizio: ogni proposito è sostenuto dalla corale molteplicità delle rappresentanze in sala, con autorità regionali e internazionali.
Sono presenti i direttori dei dieci musei coinvolti (la Gam di Gallarate, la Fondazione Stelline di Milano, la Galleria del Premio Suzzara, la Gamec di Bergamo, il Mam di Gazoldo degli Ippoliti a Mantova, il Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio a Varese, il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, il Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, i Civici Musei di Milano con il Museo del Novecento e la Villa-Collezione Panza), l’Assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, Massimo Zanello, la giuria dei dieci advisor, tra curatori e critici d’arte contemporanea che hanno selezionato le opere partecipanti a Twister (fra gli altri: Adam Budak, curatore di Manifesta 2008 e direttore della Kunsthaus di Graz; Mario Gorni, direttore di CareOf/Docva; Roberto Pinto, critico e docente presso l’Accademia di Brera e l’Università di Trento).

L’idea di creare una rete operativa che implementasse le collezioni e sensibilizzasse il pubblico all’arte contemporanea, sostenendo progetti di nuovi talenti, nasce proprio sulla legge regionale che prevede interventi della regione Lombardia per la promozione, il coordinamento e lo sviluppo di sistemi integrati di beni e servizi culturali”, ribadisce Zanella. Questa legge permette al progetto Twister l’assegnamento di fondi per l’acquisizione di una decina di opere d’arte contemporanea, rigorosamente site specific e site related, stanziando circa 34mila euro cadauno. Ogni lavoro verrà inserito nelle collezioni pubbliche presenti sul territorio, per dare nuovo slancio al patrimonio artistico pubblico e agli spazi culturali della Lombardia propensi al contemporaneo.
Ecco dunque, dopo svariate selezioni da parte di giudici esterni e interni alle istituzioni, comparire i nomi degli undici artisti che, quasi in contemporanea, a fine settembre inaugureranno il sistema-Twister. Attraverso la realizzazione di un progetto per ogni singolo autore (ciascuno dei quali verrà dislocato nei dieci musei tra Mantova e Varese), saranno presentati lavori di Mario Airò, Massimo Bartolini, Carlo Bernardini, Loris Cecchini, Madame Duplok, Chiara Dynys, Lara Favaretto, Maik & Dirk Lobbert, Marzia Migliora, Ottonella Mocellin & Nicola Pellegrini e, infine, Ofri Cnaani.

Fin dalle prime riunioni”, afferma la direttrice della Gam di Gallarate, “ai dieci musei affiliati è mancata una piattaforma di dialogo, un codice che permettesse alle nostre strutture di sostenere gli artisti contemporanei in maniera diretta, secondo un approccio che favorisse l’apporto di uno stimolo in più rispetto al lavoro individuale. Ecco dunque prendere vita Twister, un concorso a invito che si trasforma in un progetto sull’arte contemporanea da svolgere ‘in rete’, in simultanea, rispettando però le sedi fisiche e le identità di ciascun museo coinvolto”.
Per ora le caratteristiche di ciascuna opera selezionata sono e rimangono decisamente vaghe. “Ci siamo dati degli obiettivi chiari per la selezione delle opere”, riprende Zanella. “Senza aver posto alcun limite d’età per i partecipanti, i progetti non hanno riguardato né scultura né pittura in maniera settoriale e specifica, né hanno preso in considerazione opere ‘storicizzate’, che assumessero il carattere di monumentalità (affinché ciascun lavoro diventasse parte di un dialogo lineare e uniforme tra i musei). Inoltre è stato deciso che ognuna delle dieci opere dovesse diventare un ‘ponte’ di collegamento fra il tessuto urbano circostante e il museo vero e proprio”.

Sono da notare, in particolare, tre lavori illustrati alla presentazione. Per quanto riguarda la Fondazione Stelline di Milano, Mario Airò sta preparando Loto 2009, opera che farà riferimento alla cultura leonardesca milanese, riqualificando in maniera poetica e architettonica il luogo prescelto per l’installazione (un ambiente seminterrato di passaggio, una sorta di “grotta” che connette i due principali spazi espositivi dedicati a mostre temporanee). Per quanto riguarda la Gam di Gallarate, Massimo Bartolini situerà il proprio intervento (Un paesaggio lontano) all’esterno del nuovo museo, nella zona di congiunzione tra il museo stesso e la città, così da favorire la compenetrazione fra due luoghi diversi ma profondamente uniti.
Di portata decisamente simbolica è stata l’assegnazione a Ofri Cnaani di 60mila euro per la realizzazione dell’undicesimo progetto. Il concorso prevede, infatti, la realizzazione di un intervento artistico in rete, che coinvolga i dieci musei e le dieci opere, costituendo una rete regionale creata dall’incontro tra poesia e linguaggio delle nuove tecnologie. Con Dreams and Dramas, Cnaani mostrerà una serie di video integrati con l’architettura di ogni sede, girati brevi e gestuali, strettamente legati all’identità e alle caratteristiche dell’istituzione. Mentre, con il progetto One-Moment-Momentum, l’artista richiederà il coinvolgimento dei visitatori, chiamati a individuare la loro opera preferita in ogni museo, creando così un originale e insolito percorso attraverso i musei della rete regionale, tra identità e ricchezza.

Per il futuro, Twister che cosa ha in serbo? “Il progetto, come obiettivo, dopo questa prima edizione 2009”, risponde la direttrice della Gam di Gallarate, “mira a darsi una continuità, una scadenza che lo faccia diventare un appuntamento fisso, sia sotto forma di concorso che sotto forma di collettiva di artisti, riuniti in un’unica mostra da ospitare in ciascuna sede”.

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ginevra bria

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